IPOGLICEMIA E IPERGLICEMIA
Conoscere i sintomi permette di intervenire prontamente, ingerendo carboidrati, bevande moderatamente zuccherate, senza però esagerare e provocare crisi iperglicemiche di compenso. In casi più gravi, in presenza di convulsioni, stati confusionali, perdita di coscienza, è necessario iniettare glucagone, un ormone che induce aumento di glicemia. È’ comunque bene tenere in casa fiale di soluzione glucosata che il medico potrà iniettare in caso di bisogno. Se questi interventi non sono sufficienti è indispensabile il ricovero ospedaliero.
I sintomi della iperglicemia, al contrario, sono spesso latenti e non rendono riconoscibile la crisi. Questi sintomi compaiono solo se l’iperglicemia è particolarmente grave o prolungata: nausea, vomito, secchezza cutanea, inappetenza, odore di acetone, poliuria e polidipsia.
L’iperglicemia compare in concomitanza di malattie, stress, situazione di affaticamento ma può anche essere una reazione a crisi ipoglicemiche. In tali occasioni, infatti, il fisico produce ormoni per aumentare la glicemia (effetto Somogyi). Questo comporta liberazione di glucosio da fegato e muscoli e di grassi dai depositi, che può causare acetonuria. Da questo consegue che è bene controllare più volte il valore glicemico durante il giorno per capire l’andamento effettivo e agire di conseguenza, nel tentativo di normalizzare i valori, con la modifica del dosaggio insulinico, del tipo di insulina, dell’apporto calorico, e aumentando l’esercizio fisico.
È soprattutto importante controllare i valori la sera e la mattina. Alla sera, in caso di valori normali, è da evitare l’assunzione di altro cibo per paura di crisi ipoglicemiche: l’effetto potrebbe essere l’iperglicemia.