domenica, 30 giugno 2024
Medinews
3 Dicembre 2002

SVOLTA NELLA LOTTA AL CANCRO SCOPERTA LA TERAPIA CHE ‘RIPARA’ IL DNA

Nel 2003 l’avvio delle sperimentazioni sull’uomo: nel giro di uno-due anni il primo farmaco.
L’annuncio in apertura del congresso ‘New Trends in Cancer Therapy’ dell’ICC di Rovigo

La scoperta, annunciata oggi a Rovigo all’inaugurazione del congresso ‘New Trends in Cancer Therapy’ e conseguita da un team guidato dal prof. Croce, è stata pubblicata sull’ultimo numero di una delle più titolate riviste scientifiche americane, l’organo ufficiale della National Academy of Sciences.
Secondo gli scienziati le ricadute cliniche della ricerca potrebbero essere rilevanti; “Questa nuova terapia genica – spiega infatti Croce – ha un enorme vantaggio rispetto a quella tradizionale, che agisce solo localmente sulla massa tumorale. Il nuovo trattamento, di tipo sistemico, raggiunge invece ogni distretto dell’organismo colpito dal tumore ed è quindi potenzialmente in grado di bloccare la metastasi, cioè la diffusione finora irreparabile del tumore da un organo all’altro. La terapia genica sistemica è una strada molto promettente – aggiunge il direttore del Kimmel Cancer Center di Filadelfia – perché tutti i tumori maligni quando vengono diagnosticati sono purtroppo malattie sistemiche”. La leucemia linfatica cronica, tumore nel quale è avvenuta la scoperta dei microgeni è un tipico cancro sistemico perché interessa le cellule del sangue. I microgeni, sostanze naturalmente presenti nelle cellule, inibiscono l’insorgenza del tumore attraverso la produzione di interferingRNA. Quando però i microgeni sono eliminati a causa del tumore la sostanza ‘protettrice’ manca. “Ora – spiega Croce – invece di sostituire i due geni soppressi, abbiamo pensato di somministrare direttamente l’interferingRNA nel sangue con un trattamento di tipo sistemico che dovrebbe bloccare la crescita del tumore”. La sperimentazione sull’uomo partirà il prossimo anno, sia negli Stati Uniti che all’ICC di Rovigo. “Sperimentare per primi la terapia sistemica in Italia – dice Gianni Tessari, direttore dell’Ussl di Rovigo e presidente del congresso – è un grande successo per il nostro Centro, ormai proiettato verso la ricerca di punta, senza trascurare l’impegno verso una migliore qualità di vita per i malati di cancro. Speriamo che il nuovo approccio si riveli un’arma efficace contro la leucemia linfatica cronica, una forma tumorale in costante aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione. In attesa delle ricadute cliniche delle ricerche è necessario assicurare un’assistenza globale a tutti i malati di tumore e ai loro familiari. Ciò significa offrire supporti terapeutici e psicologici con continuità, sia temporale, dalla diagnosi alla cura palliativa, sia sul territorio, cioè dal day hospital, al ricovero e al domicilio”.
Nel frattempo proseguono le ricerche anche per quanto riguarda la terapia genica tradizionale basata sull’identificazione dei tratti ‘guasti’ di DNA la cui funzione alterata possa essere corretta. “In questo settore – spiega la prof. Maria Grazia Masucci, direttore del Karolinska Insitute di Stoccolma e dell’ICC di Rovigo – l’angiogenesi è una strada niente affatto abbandonata. Bloccare il nutrimento del tumore è uno dei modi principali per fermare il cancro. Il ‘silenzio stampa’ subentrato all’iniziale entusiasmo per la scoperta di questo meccanismo insegna che nella ricerca non bisogna procedere troppo velocemente, né buttare le opportunità; quando l’idea è ottima è invece necessario continuare pazientemente gli studi e mantenere un grande rigore scientifico che è l’unica garanzia di successo. Altro campo di ricerca d’avanguardia – prosegue Masucci – è quello degli inibitori delle kinasi; anche qui l’approccio è di inibire selettivamente i sistemi che controllano la crescita del tumore bloccando i meccanismi di comunicazione all’interno delle cellule e tra i vari tipi di cellule che costituiscono la massa del tumore”. Per quanto riguarda i virus ‘tumorali’ si discuteranno approcci nuovi per la produzione di vaccini che permettono di diminuire l’incidenza delle forme di cancro di origine virale.
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