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Medinews
18 Marzo 2002

02 TUMORI, PREOCCUPANO I NUMERI DEL NORD EST: MUORE IL 20% IN PIU’ DEGLI UOMINI E IL 10% DELLE DONNE

Ad alimentare questa tragica classifica sono soprattutto i tumori del cavo orale, della faringe, dell’esofago e del pancreas in entrambi i sessi, del fegato e della colecisti negli uomini. Il dato emerge da Abano Terme dove fino al 20 marzo è in corso la V Conferenza nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) dedicata ai tumori nell’anziano.
“Ogni anno in Veneto – spiega il prof. Silvio Monfardini, primario oncologo dell’ospedale di Padova – si verificano complessivamente circa 24.100 nuovi casi di tumore, dei quali 13.000 nei maschi e 11.000 nelle femmine. Facendo il raffronto con le stime riferite al 1989, si riscontra un aumento di circa 3.500 casi l’anno. Ciò è almeno in parte spiegabile con l’invecchiamento della popolazione. Secondo i dati ISTAT, infatti, in Veneto la popolazione di età superiore ai 65 anni è passata dal 15.3% del totale del 1991 al 17.3% del 1997. Dei tumori osservati, il 62% circa si manifesta in persone di età superiore ai 65 anni ed il 45% in uomini e donne che hanno superato i 70 anni. Gli andamenti demografici lasciano però prevedere che l’invecchiamento crescente della popolazione porterà ad aumentare queste frazioni di ammalati”.
Mentre nei giovani prevalgono i decessi per traumi dovuti a incidenti, nell’età intermedia e avanzata si accentua infatti la mortalità per cancro. E l’Italia è il paese europeo con la più alta percentuale di ultrasessatacinquenni. [fig. 1]
Anche per questa fascia di popolazione, tra l’altro, i dati attestano la maggiore mortalità del Nord Est in confronto al resto d’Italia. [fig. 2 e fig. 3]
Fortunatamente, però, i progressi della ricerca scientifica offrono oggi pari opportunità di cura sia al paziente giovane che al paziente anziano. “Per quanto riguarda la chirurgia e la radioterapia – conferma infatti il prof. Monfardini – non esistono limiti legati all’età. Per quanto riguarda la chemioterapia, invece, è necessario modificare l’approccio terapeutico. Se, ad esempio, un paziente ha settanta anni o più e ha un tumore del polmone non operabile, va trattato con una chemioterapia meno aggressiva di quella che useremmo in un quarantenne, ricorrendo per lo più alla monochemioterapia anziché alla chemioterapia di combinazione, proprio per provocare una minore tossicità. Dobbiamo cioè orientarci a considerare un approccio di chemioterapia personalizzata. Che comporta considerare tutta una serie di limitazioni che possono impedirci di usare un farmaco potenzialmente cardiotossico perché il paziente è cardiopatico, richiedere una riduzione del dosaggio di alcuni farmaci o del loro numero perché possono indurre un calo dei globuli bianchi con una facilità alle infezioni, o semplicemente perché una donna anziana non vuole che le cadano i capelli. Per quanto possa sembrare paradossale, l’alopecia è pochissimo accettata dalle pazienti anziane, mentre invece è molto più tollerata dalle donne giovani”.
Per far fronte a queste necessità, l’oncologia padovana ha strutturato una serie di servizi integrati al malato che la rendono all’avanguardia in Italia.
“Oltre ad essere da sempre un’area di eccellenza per la cultura scientifica in generale e per la medicina in particolare – sostiene il prof. Monfardini – Padova ha visto nascere una delle prime oncologie mediche d’Italia. Il nostro centro – ed è la peculiarità più importante per i pazienti – si avvale della collaborazione interdisciplinare per ogni patologia neoplastica. Vale a dire che, per ogni tipo di tumore, il paziente è seguito da oncologo medico, chirurgo, radioterapista e anatomo-patologo.”
Un incrocio di competenze per un approccio globale che si attaglia in particolare al paziente anziano colpito da tumore. “Con l’avanzare dell’età – conclude il primario – aumentano infatti anche le patologie associate. E noi curiamo il malato nel suo insieme, oltre alla malattia da cui è affetto. I pazienti anziani con tumore necessitano di essere assistiti per la patologia tumorale ma anche per le condizioni di accompagnamento – come le malattie cardiache e respiratorie, il diabete, la depressione, le alterazioni dello stato neurologico, tutti elementi che concorrono a formare un profilo di paziente particolarmente difficile da trattare. Difficile ma non impossibile, se ci si impegna a dedicare più tempo e attenzione a questo settore sempre più rilevante”.
Tra le patologie associate al cancro non è da sottovalutare la depressione. “E proprio qui a Padova è nata la psico-oncologia perché l’approccio psicologico per il malato tumorale anziano è considerata un’urgenza”.

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