domenica, 30 giugno 2024
Medinews
14 Dicembre 2002

I DATI DI SOPRAVVIVENZA IN ITALIA E NEL MONDO

Per i tumori a cattiva prognosi – esofago, fegato, pancreas, polmone – la sopravvivenza è uguale sia negli americani che negli italiani; per i tumori a prognosi migliore, suscettibili di anticipazione diagnostica mediante test (colon-retto, melanoma, prostata), il risultato ottenuto negli Stati Uniti è decisamente superiore al nostro. Così come, sia per gli uomini che per le donne, è superiore quello Australiano.

Ecco i dati di sopravvivenza dei tumori più diffusi estrapolati dai registri tumori.

Tumore della mammella
La sopravvivenza a cinque anni stimata dai registri italiani è dell’81%. Il dato dimostra un sostanziale miglioramento rispetto a quello stimato nel periodo 1986-89, che era del 78%. E’ inoltre interessante notare il miglioramento costante e persistente della sopravvivenza a 1 e 3 anni: era rispettivamente 95% e 85% nel periodo 1986-89, è 96% a un anno e 87% a tre anni, oggi. Questo significa che vi è un vantaggio proporzionale del tasso di sopravvivenza che si mantiene costante e può essere un indicatore che tale miglioramento sarà mantenuto anche con periodi di follow up prolungati.

Tumore della prostata
L’aumento dei tassi di incidenza per tumore della prostata è segnalato dalla maggior parte dei registri e l’incremento è dovuto essenzialmente alla diffusione dell’uso del PSA. L’impatto sulla sopravvivenza è evidente: nel 1985 la sopravvivenza relativa a 5 anni era del 50%, nel quinquennio 1990-1994 ha fatto registrare un +16% passando al 66%. Questo dato suggerisce che già all’inizio del decennio, l’uso di questo strumento di diagnosi precoce era più diffuso spontaneamente di quanto generalmente apprezzato. La sopravvivenza relativa a 1, 3, 5 anni per i casi 1990-1994 è stata rispettivamente dell’88%, del 74% e del 66%, mentre nel 1986-1989 era dell’83% a un anno, del 60% a 30 e del 50%, a 5 anni. L’aumento della sopravvivenza è evidente soprattutto per il gruppo di età 55-74 anni, dove quella relativa passa dal 55% del 1986-1989 al 71% del ’90-94, confermando l’attribuzione dell’aumento soprattutto alle attività di diagnosi precoce.

Melanoma maligno
Anche per questo tumore l’aumento della sopravvivenza a 5 anni sia per gli uomini che per le donne è evidente e conferma il cambiamento dell’atteggiamento diagnostico (diagnosi precoce e conseguente trattamento di lesioni ancora piccole). A 1, 3 e 5 anni la sopravvivenza è passata rispettivamente dall’89%, 74% e 69% del 1986-89 al 94% a un anno, 83% a 3 anni e 78% a 5 anni del ’90-’94.

Tumore del polmone
Per il tumore del polmone, e per i successivi di questo paragrafo, il raffronto tra il periodo 1986-89 e 1990-94 è possibile solo rispetto alla sopravvivenza a 5 anni. Nel caso specifico la percentuale è salita complessivamente dal 9 al 10%, con un andamento però disomogeneo nei vari Registri tumori. A tenere alta la media sono Firenze e Latina salite rispettivamente da 10% a 11% e da 12% ad addirittura il 16%. Roma, Modena e Varese hanno perso due punti percentuali: la capitale è passata dal 13% all11%, mentre la città emiliana dal 12% al 10% e quella lombarda dal 9% al 7%. Fa eccezione l’area di Ragusa dove il tasso di sopravvivenza è rimasto al 6%.

Tumore del colon
Per questa neoplasia la forbice della sopravvivenza si è allargata di 8 punti percentuali, passando dal 44% al 52%. In questo caso il trend positivo si è registrato ovunque. Ancora una volta fanalino di coda è Ragusa salita soltanto di un punto percentuale: dal 38% al 39%

Tumore del retto
Netto il miglioramento complessivo: dal 41% complessivo del periodo 1986-89, la sopravvivenza è salita al 48% dei primi anni Novanta. Il balzo in avanti più consistente si è registrato a Torino: dal 37% al 47%, mentre a Latina, pur rimanendo nella media, il trend è stato negativo di 5 punti percentuali: dal 50% al 45%.
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