La determinazione della proteina Dickkopf-1 (DKK1) potrebbe integrare quella di alfa-fetoproteina (AFP) per migliorare la diagnosi del carcinoma AFP-negativo e distinguere il tumore dalle malattie croniche non maligne. La prevalenza di carcinoma epatico è diffusa a livello mondiale e qualsiasi miglioramento nella diagnosi, sia temporale che di efficacia, è perseguibile. I ricercatori della Shanghai Jiao Tong University School of Medicine hanno valutato se la misurazione di DKK1 potesse migliorare l’accuratezza diagnostica di questo tumore. A questo scopo hanno analizzato i dati di pazienti con carcinoma epatico, con infezione cronica da virus dell’epatite B (HBV) e con cirrosi epatica e di controlli sani, arruolati in due centri cinesi tra dicembre 2008 e luglio 2009. Una coorte di validazione, corrispondente per età e sesso, è stata arruolata in un terzo centro sempre in Cina tra luglio 2010 e giugno 2011. DKK1 è stato misurato nel siero, con dosaggio ELISA, da ricercatori indipendenti che non avevano accesso alle informazioni cliniche dei pazienti. L’accuratezza diagnostica è stata calcolata utilizzando le caratteristiche ROC (receiver operating characteristics). Lo studio pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology (
leggi abstract) ha valutato DKK1 nel siero di 831 partecipanti, di cui 424 con carcinoma epatico, 98 con infezione cronica da HBV, 96 con cirrosi e 213 controlli sani. La coorte di validazione ha incluso invece 453 partecipanti: 209 con carcinoma epatico, 73 con infezione cronica da HBV, 72 con cirrosi e 99 controlli sani. Nei pazienti con carcinoma epatico i livelli di DKK1 nel siero sono risultati significativamente più alti che in tutti i controlli. Le curve ROC hanno indicato come cut-off diagnostico ottimale una concentrazione di 2.153 ng/mL (AUC, area sotto la curva, 0.848, IC 95%: 0.820 – 0.875; sensibilità 69.1% e specificità 90.6%, nella coorte in studio, e AUC 0.862, IC 95%: 0.825 – 0.899; sensibilità 71.3% e specificità 87.2%, in quella di validazione). Risultati simili sono stati osservati nel carcinoma epatico in stadio iniziale (AUC 0.865, IC 95%: 0.835 – 0.895; sensibilità 70.9% e specificità 90.5%, nella coorte in studio, e AUC 0.896, IC 95%: 0.846 – 0.947; sensibilità 73.8% e specificità 87.2%, in quella di validazione). Inoltre, DKK1 ha mantenuto l’accuratezza diagnostica anche per i pazienti con carcinoma epatico negativi ad AFP (AUC 0.841, IC 95%: 0.801 – 0.882; sensibilità 70.4% e specificità 90.0%, nella coorte in studio, e AUC 0.869, IC 95%: 0.815 – 0.923; sensibilità 66.7% e specificità 87.2%, in quella di validazione), inclusi i pazienti con carcinoma epatico in stadio iniziale (AUC 0.870, IC 95%: 0.829 – 0.911; sensibilità 73.1% e specificità 90.0%, nella coorte in studio, e AUC 0.893, IC 95%: 0.804 – 0.983; sensibilità 72.2% e specificità 87.2%, in quella di validazione), rispetto a tutti i controlli. Concentrazioni più elevate di DKK1 nel siero permettevano la distinzione tra carcinoma epatico e infezione cronica da HBV o cirrosi (AUC 0.834, IC 95%: 0.798 – 0.871; sensibilità 69.1% e specificità 84.7%, nella coorte in studio, e AUC 0.873, IC 95%: 0.832 – 0.913; sensibilità 71.3% e specificità 90.6%, in quella di validazione). E ancora, la misura congiunta di DKK1 e AFP ha migliorato l’accuratezza diagnostica del carcinoma epatico vs tutti i controlli, rispetto a ciascun esame da solo (AUC 0.889, IC 95%: 0.866 – 0.913; sensibilità 73.3% e specificità 93.4%, nella coorte in studio, e AUC 0.888, IC 95%: 0.856 – 0.920; sensibilità 78.5% e specificità 97.2%, in quella di validazione). In conclusione, la misura di DKK1 potrebbe essere complementare a quella di AFP nella diagnosi del carcinoma epatico, ma servire anche a migliorare l’identificazione dei pazienti con carcinoma AFP-negativo e distinguere il tumore dalle altre patologie croniche non maligne del fegato.