domenica, 30 giugno 2024
Medinews
29 Giugno 2001

LE 10 REGOLE PER SOPRAVVIVERE ALLO STRESS DA VACANZA

3. Accontentati di quello che hai: ci sarà sempre qualcuno più bello di te, con una moto più costosa, un vestito migliore, un partner più bello. Devi accettarlo o sarai sempre insoddisfatto.

4. Comunicare nel modo giusto è molto importante: quando gli altri fanno qualcosa che ti piace e che condividi, dillo. Assicurati che chi ti circonda comprenda quello che vuoi esprimere e non vergognarti a chiedere: “Ho capito bene?”

5. Se devi dire a qualcuno che quello che ha fatto o detto non ti è piaciuto, critica il suo comportamento specifico e non lui come persona. Eviterai incomprensioni, offese e litigi.

6. In spiaggia non investire troppo nella forma fisica. Cercare di aderire al modello estetico della moda e non sentirsi adeguati può causare profonda angoscia e senso di inadeguatezza.

7. Ricorda che una persona non bella ma che ha un buon rapporto e una buona percezione di sé riesce a trasmettere una grande forza attrattiva. Il primo elemento di fascino è la sicurezza.

8. Non farti influenzare troppo dai giudizi negativi degli altri. Pensa ai tuoi valori e ai tuoi obiettivi. Chi non ti rispetta, ha probabilmente problemi più grandi dei tuoi.

9 Anche se sei molto timido, la sera esci con gli amici e vinci la tua tendenza a isolarti: se ti accorgi che la timidezza limita eccessivamente la tua vita di relazione parlane con la tua famiglia e con il tuo medico. Sapranno consigliarti.

10. Non bere troppo e non usare droghe. Per sembrare disinibito e simpatico per qualche ora puoi procurarti danni anche molto gravi.


CHE COS’E’ L’ANSIA


L’ansia è un’esperienza umana continua, seppure in misura e con frequenza molto variabile, che interessa il 15 20% della popolazione mondiale: è una dimensione inevitabile del vivere con cui è necessario confrontarsi quotidianamente. Si tratta di un fenomeno complesso, universale, che appartiene alla sfera delle emozioni ed è avvertita come sensazione di attesa di qualcosa d’indefinito e spiacevole, una sorta di incombenza minacciosa, una irrequietezza psichica non identificabile ne definibile con precisione. La reazione d’allarme non è esclusivamente una peculiarità dell’uomo ma si ritrova anche negli animali. Nell’animale tutti i cambiamenti fisici (aumento della vigilanza, aumento del battito cardiaco, etc.) sono utili per un comportamento di attacco o di fuga.
In altre parole, di fronte ad una minaccia o pericolo l’animale mette in atto una serie di modificazioni fisiche che sono funzionali ad affrontare la minaccia o tramite l’eliminazione diretta del pericolo (attacco) o tramite l’allontanamento dalla minaccia (fuga). Ciò fa capire l’importanza della reazione di allarme come condizione che facilita la sopravvivenza dell’animale. Anche nell’uomo l’ansia, la reazione di allarme, ha un’importante funzione adattativa. E’ ormai ampiamente dimostrato il rapporto tra ansia e prestazione. A livello minimo di ansia la prestazione è praticamente nulla. Con l’aumentare dell’ansia aumenta la performance, migliora la qualità della prestazione fino ad un livello ottimale. Semmai è l’ulteriore aumento dell’ansia che comporta effetti negativi sulle prestazioni, che decrescono progressivamente fino al punto di massima ansia che corrisponde all’impossibilità di ogni prestazione, alla paralisi.
Entro certi limiti l’ansia è utile, anzi, necessaria. L’ansia cessa la sua funzione positiva quando è eccessiva, non è più utile e, quindi, diventa negativa. Gli stati di ansia possono avere intensità variabile da un lieve senso di irrequietezza e di indefinito malessere generale a uno stato di tensione interno fino a forme acute di panico. Nelle forme più lievi il paziente si sente a disagio, inquieto, teso, insoddisfatto. Avverte un senso di tensione che non riesce a giustificare. Nelle forme più gravi si possono provare sensazioni di irrealtà e di sbandamento o di vertigine, come se le gambe non reggessero e si perdesse il senso dell’equilibrio.
Nella paura ciò che spaventa e minaccia è esterno e reale, identificabile: si ha paura di volare, delle altezze, dei luoghi chiusi, dei serpenti, della malattia, etc. Lo stato d’animo che ne deriva è interamente attribuibile all’entità della minaccia esterna. Nell’ansia non c’è il riconoscimento di ciò che ci minaccia come c’è, invece, nella paura.
Si prova paura davanti ad uno stimolo reale (paura di) mentre l’ansia non può essere ansia di, è una paura senza contenuto. Nella paura c’è un orientamento verso il futuro, si prevedono conseguenze infauste. E una valutazione che indica un potenziale pericolo reale in una certa circostanza o evento.
Il panico è la forma più acuta, più intensa e più nettamente delimitabile temporalmente dall’ansia. Ha spesso la caratteristica della crisi nel senso di una insorgenza rapida e improvvisa.
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