Il basso dosaggio di gemcitabina dovrebbe essere considerato una valida opzione terapeutica, rispetto alla terapia standard, nei pazienti anziani o a basso performance status (PS) ECOG con tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC) in stadio avanzato che non possono essere trattati con derivati del platino. Il trattamento nei pazienti anziani o con basso PS che presentano tumore del polmone NSCLC in stadio avanzato è tuttora oggetto di discussione. Per valutare l’efficacia di una schedula terapeutica modificata di gemcitabina, oncologi della divisione di Oncologia Medica e Unità Senologica dell’Ospedale Sen. Antonio Perrino di Brindisi hanno arruolato 59 pazienti non eleggibili alla terapia con derivati del platino. Il 41% dei pazienti, con età media di 75.8 anni, mostrava PS uguale a 2; gemcitabina è stata somministrata alla dose di 1000 mg/m
2 ai giorni 1 e 8, ogni 4 settimane. Nello studio pubblicato sulla rivista Medical Oncology (
leggi abstract), la maggior parte dei pazienti aveva ricevuto gemcitabina come chemioterapia di prima linea, continuata successivamente come terapia di mantenimento per 6 cicli, nei pazienti che avevano risposto al trattamento o mostravano stabilizzazione. La sopravvivenza globale (OS) e la sopravvivenza libera da progressione (PFS) sono risultate rispettivamente di 7.2 e 5 mesi (mediana). Nei 45 pazienti valutabili, il trattamento ha portato a una remissione completa (CR), a 9 remissioni parziali (PR) e 20 stabilizzazioni (SD), con un tasso di risposta (CR + PR) del 22% e un beneficio clinico (CR + PR + SD) del 68%. Il trattamento con gemcitabina è stato mantenuto per 6 cicli in 16 pazienti (27%), che sono stati trattati fino a progressione della malattia, con una media di altri 8.6 cicli e una OS e PFS rispettivamente di 19 e 16 mesi (mediana). Il profilo di tossicità è risultato eccellente, con solo l’8% di eventi avversi globali di grado 3 e 4. Nessuno dei 16 pazienti sottoposti alla fase di mantenimento ha riportato tossicità significativa. In conclusione, gemcitabina a bassa intensità dovrebbe essere considerata una valida opzione terapeutica, rispetto alla dose standard, nei pazienti più anziani o con basso PS-ECOG che presentano tumore avanzato del polmone NSCLC e non sono eleggibili alla terapia con platino. Secondo gli autori, dunque, estendere il trattamento oltre i 6 cicli nei pazienti che rispondono è possibile e potrebbe prolungarne la sopravvivenza.