Età, anemia, ipoalbuminemia, ipomagnesiemia e consumo di alcool sono fattori clinici affidabili e facilmente determinabili che predicono incidenza e durata della neuropatia indotta da oxaliplatino. Questa neuropatia è un effetto collaterale correlato alla dose che si manifesta in quasi il 40% dei pazienti trattati con oxaliplatino. Scopo dello studio pubblicato sulla rivista Supportive Care in Cancer (
leggi abstract) era identificare fattori clinici predittivi affidabili dello sviluppo e durata di questa patologia. Dei 169 pazienti con tumore del colon-retto, resecati in modo completo e trattati con regime adiuvante FOLFOX IV, sono stati raccolti retrospettivamente i seguenti parametri clinici, valutati prima del trattamento: ipocalcemia, ipomagnesiemia, ipoalbuminemia, anemia, diabete, insufficienza renale cronica, deficienza di folato, deficienza di vitamina B12, numero di cicli ricevuti e abitudine al consumo di alcool. Sono stati registrati anche incidenza, grado (NCI-CTCAE v.3) e durata della neuropatia. Gli oncologi dell’Università Campus Bio-Medico di Roma hanno osservato un’incidenza di neuropatia più elevata nei pazienti che prima del trattamento mostravano anemia (p = 0.001), ipoalbuminemia (p = 0.01) e ipomagnesiemia (p = 0.001) e in quelli con abitudine al consumo di alcool (p = 0.003). La durata della neuropatia era inversamente associata all’età, cioè era più prolungata nei pazienti più giovani (p = 0.03), e ancora con ipoalbuminemia (p = 0.04) e ipomagnesiemia (p = 0.002). Nessuna correlazione è stata osservata con genere, ipocalcemia, diabete e insufficienza renale cronica. Le correlazioni tra livelli di vitamina B12 e folato e lo sviluppo di neurotossicità non sono state analizzate per l’elevato numero di dati mancanti nella popolazione in esame. In conclusione, età, anemia, ipoalbuminemia, ipomagnesiemia e consumo di alcool sono fattori clinici affidabili e facilmente determinabili che predicono incidenza e durata della neuropatia indotta da oxaliplatino.