domenica, 30 giugno 2024
Medinews
28 Novembre 2001

PROSPETTIVE PER IL VOLONTARIATO IN SANITÀ

Presidente di Sodalitas

L’attività dell’Associazione si esplica in due direzioni:
– da un lato contribuisce alla gestionale professionale del non profit, trasferendo cultura e competenze d’impresa;
– dall’altro incoraggia il coinvolgimento delle imprese nel sociale, fornendo collaudati strumenti di intervento e consulenza.

Sul primo versante, dal 1995 ad oggi, abbiamo avviato quasi 500 interventi di consulenza. Nel corso del 2000, in particolare, i progetti avviati sono stati un centinaio, per un totale di oltre 3.000 giornate di volontariato manageriale.
Accanto a interventi di consulenza mirati a risolvere le esigenze più puntuali e specifiche degli utenti (amministrazione, finanza e controllo di gestione, marketing e fundraising e, nell’ultimo anno, selezione e motivazione dei volontari, conduzione di campagne di raccolta fondi e comunicazione), Sodalitas ha cercato di affiancare soprattutto percorsi mirati alla crescita globale del loro contesto operativo.
Per questo motivo sono stati avviati progetti “speciali”, di ampio respiro come:
– la Carta della donazione, il primo codice di autoregolamentazione che aiuta le organizzazioni impegnate in attività di raccolta fondi. In ottobre si è concluso il primo corso di formazione che Sodalitas ha promosso in collaborazione con l’Università di Castellana per la creazione di esperti fundraiser capaci di occuparsi di raccolta fondi in modo consapevole e strutturato.
Socialwebs, il canale della solidarietà realizzato con la partnership tecnologica di Jumpy per accrescere l’impatto e la visibilità dei servizi offerti dal privato sociale (on line dallo scorso maggio con un database di oltre 1.500 associazioni non profit)
l’Oscar di bilancio per gli enti nonprofit, un’occasione per sviluppare anche in questo settore criteri e standard condivisi per una comunicazione di bilancio, che sia a un tempo modello di eccellenza e oggetto di emulazione (la cui premiazione per l’anno 2001 si è svolta lo scorso 9 novembre a Roma presso Fivol – Fondazione italiana per il volontariato).

Sul versante delle imprese s’è avviata una riflessione comune sulle ragioni del loro coinvolgimento nella comunità con convegni, incontri, pubblicazioni, database di casi eccellenti (www.orsatadata.it).
Si è provveduto ad effettuare una saldatura organica con le iniziative internazionali più avanzate, associandoci a European Foundation Centre e operando come National partner di CSREurope, il seguito attuativo del Manifesto Europeo delle Imprese contro l’Esclusione, promosso dalla Commissione Europea.
S’assicura, così, la partecipazione dell’Italia a progetti transnazionali su tematiche di grande respiro e attualità: l’integrazione lavorativa e sociale degli immigrati, il contributo delle imprese allo sviluppo di occupazione, la messa a punto di nuovi strumenti di rendicontazione che valorizzino i risultati sociali dell’impresa accanto a quelli economici, come la promozione della redazione del Bilancio Sociale con il rendiconto del valore creato per le diverse categorie di portatori di interessi (stakeholder); promozione e aiuto alla costituzione di Fondazioni Aziendali.

Le principali aree di intervento sono tre:

· coinvolgimento del personale d’impresa nella comunità sotto forma di programmi di appoggio e supporti al volontariato di dipendenti o di distacco e missioni di sviluppo manageriale presso organizzazioni non profit
· iniziative “firmate” direttamente dall’impresa: come la costituzione di partnership con soggetti non profit e pubblici, finalizzate alla soluzione di problemi sociali (es. Montedison e consorzi di cooperative sociali Cgm per la bonifica antigraffiti di alcune stazioni della metropolitana, linea 3); l’adozione di “cause” di utilità sociale nell’ambito di campagne promozionali
· collaborazione con Cooperative Sociali con l’attivazione di commesse; trasferimento di know-how; conclusione di convenzioni per l’assunzione di disabili.

Le istituzioni europee invitano le imprese a contribuire alla realizzazione dell’obiettivo strategico di fare dell’Europa, entro il 2010, l’area economica del mondo più dinamica, competitiva e socialmente coesa.

Nel più recente documento della Commissione, il Green Paper (luglio 2001) la responsabilità sociale d’impresa è definita come:

«la decisione dell’impresa di contribuire volontariamente al progresso della società e alla tutela dell’ambiente, integrando preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle operazioni aziendali e nelle interazioni con gli stakeholders».

La partnership tra pubblico, privato e non profit si afferma così sempre più come strumento di politica sociale, che coalizza risorse e competenze complementari per affrontare problemi complessi.
L’impegno di un’organizzazione intermediaria come Sodalitas è quindi quello di gettare continui “ponti” tra i diversi attori dell’economia civile – più nello specifico tra il mondo dell’impresa privata e quello del volontariato – per mantenere vitale e ricco questo tessuto di apprendimenti e di esperienze promosse sul territorio.
La nostra esperienza ci dice che spesso quello che manca non è la volontà di fare le cose, ma un raccordo, un collegamento tra le varie realtà che si propongono di aiutare gli altri.

Alcuni interventi di Sodalitas in assistenza al volontariato in Sanità

In questi ultimi anni Sodalitas ha condotto anche diversi interventi a supporto di associazioni di volontariato ospedaliero che sono sempre più considerate dall’istituzione ospedaliera come un importante “strumento”:
– per rispondere, attraverso un servizio più personalizzato e con maggiore efficienza e qualità alle diverse richieste avanzate da clienti e pazienti (sportelli informativi all’ingresso degli ospedali, punti di informazione negli ambulatori per le visite);
– per promuovere maggiore umanizzazione nella struttura ospedaliera (sostegno e compagnia a degenti, attività ricreative per bambini ospedalizzati, organizzazione di convegni di approfondimento su malattie che colpiscono significative fasce della popolazione: es. alzheimer).
Per rispondere adeguatamente a queste sollecitazioni le diverse associazioni si trovano a dover avviare nuove politiche di reclutamento dei volontari e a sperimentare innovativi percorsi di sviluppo e formazione delle risorse umane per promuovere comportamenti adeguati al nuovo contesto di “ospedale – impresa”, da qui il nostro intervento.

Con Abio – associazione che assiste in tutta Italia i bambini ricoverati in ospedale per aiutarli a superare nel modo più sereno possibile un momento di sofferenza – nel corso del 2000 abbiamo condotto un’attività orientata allo sviluppo delle risorse umane del gruppo dirigente attraverso un’analisi dei bisogni formativi e organizzativi. Ora il percorso iniziato assieme a Sodalitas sta aiutando i responsabili a individuare con consapevolezza i percorsi strategici da tracciare per il futuro dell’associazione.

La collaborazione con AVO (Associazione Volontari Ospedalieri) avviata nel 1998 ha previsto la progettazione e l’erogazione di diversi percorsi formativi sugli aspetti motivazionali del volontario, la comunicazione, la leadership e l’organizzazione, indirizzati ai coordinatori Avo di tutta Lombardia.

Altro esempio l’Azienda sanitaria locale 3 di Monza per la quale è stata svolta, nel 1999, un’indagine sui bisogni e le aspettative dei 150.000 anziani residenti nel territorio della Asl al fine di individuare i condizionamenti esercitati dai fattori demografici, sociali ed economici sui fabbisogni assistenziali e sanitari. È stata quindi monitorata l’offerta dei servizi socio – sanitari a disposizione della popolazione anziana nel territorio e sono stati indicati criteri più efficaci per ottimizzare e razionalizzare i servizi offerti, anche attraverso l’elaborazione di modelli integrativi o alternativi rispetto a quelli già esistenti.
Queste esperienze ci confermano come sia sempre più importante anche offrire supporti manageriali a realtà che per affrontare problemi complessi e offrire servizi articolati a clienti e pazienti hanno bisogno di coalizzare risorse e competenze complementari, che la società civile mette loro a disposizione.
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