L’UTILIZZO DELLE STATINE IN TERAPIA
-riduzione della mortalità totale e degli eventi coronarici, mediamente nella misura del 25%
-riduzione dell’ictus cerebrale (25%-30%)
-riduzione dell’incidenza di scompenso cardiaco
-azione antiischemica e antianginosa
-azione antipertensiva
-azione anti rigetto cronico nei portatori di trapianto cardiaco
-risultati estremamente favorevoli anche nei pazienti con valori di colesterolo una volta considerati “normali”
L’azione favorevole inizia a manifestarsi precocemente dopo l’inizio della terapia (già dopo alcune settimane di trattamento).
Si ritiene che la sola riduzione del colesterolo sia insufficiente a spiegare tutti gli effetti favorevoli nonché la loro precocità. E’ ragionevole ipotizzare altri meccanismi:
-azione antiinfiammatoria
-azione antitrombotica
-azione contrasante la profilerazione cellulare
Attualmente la gratuità del farmaco (la cosiddetta classe A delle note CUF del Ministero della Sanità) è limitata ad alcune categorie di pazienti. Il numero di “vite salvate” e di eventi vascolari evitati grazie all’uso del farmaco è però tale da imporre una riconsiderazione critica di questo regime restrittivo. Volendo introdurre nel ragionamento medico considerazioni di tipo economico (il che non sempre è corretto) è ragionevole prevedere che un maggiore uso di questa classe di farmaci si tradurrebbe in costi minori per il sistema sanitario (ridurre gli eventi vascolari, si pensi agli infarti o agli ictus cerebrali, significa infatti ridurre le spese sanitarie indotte)
L’argomento è al centro di un intenso dibattito all’interno della comunità dei cardiologi italiani.