PRESS BRIEFING – LINFOMI, TERAPIA CHEMIO-FREE MIGLIORA LA QUALITÀ DI VITA
Lo studio è stato presentato a Chicago da Nathan Fowler, professore associato del Dipartimento linfomi/mielomi presso l’MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas, che già in passato in studi di fase II aveva esplorato l’uso di un’immunoterapia combinata di lenalidomide e rituximab (quindi senza chemioterapia) dimostrando un’attività promettente. “Il concetto chemio-free – sottolinea Zinzani – sta prendendo sempre più spazio nel mondo ematologico, con la consapevolezza che un regime di questo tipo non deve essere necessariamente superiore ma deve almeno avere la stessa efficacia perché resta il grande vantaggio della riduzione della tossicità e del miglioramento della qualità di vita del paziente”. In Italia sono stimate circa 10mila nuove diagnosi di linfoma non Hodgkin ogni anno. Il linfoma follicolare rappresenta circa il 30% del totale dei casi, con circa 3.000 nuovi pazienti ogni anno. “All’esordio non tutti i pazienti hanno bisogno subito di una terapia – spiega Zinzani -. Circa il 30% è seguito strettamente con la procedura ‘wait and see’ e inizia il trattamento in un secondo momento. Questo significa che alcune migliaia di pazienti nel nostro Paese potrebbero beneficiare del regime chemio-free”. Un altro concetto molto importante che rientra nell’immunoterapia è quello legato alle cellule CAR-T, basato sulla ingegnerizzazione dei linfociti del paziente perché siano efficaci contro la malattia. “Oggi – conclude Zinzani – è presentato uno studio di fase I sui linfomi diffusi a grandi cellule B ricaduti e refrattari. I dati preliminari indicano che con l’utilizzo di una nuova terapia CAR-T viene raggiunto il 50% di risposta completa in pazienti pesatamente pretrattati. Sono i caposaldi del nuovo orizzonte chemio-free nella terapia dei linfomi”.