Una donna su due viene colpita dalla cistite nella vita, una su quattro alle prese con un episodio ne sviluppa un altro entro i sei mesi successivi e una su cinque evolve verso una forma cronica ricorrente. La cistite è una patologia che nel nostro Paese compromette la qualità di vita di 9 milioni di persone e colpisce soprattutto nella stagione più calda, già alle porte. Una patologia da una parte trattata troppo spesso con antibiotici e dall’altra vittima del “fai da te”. Da qui nasce il progetto “Cistite, una gestione agile” dedicato dal gruppo di urologi AGILE (Italian group for advanced laparo-endoscopic and robotic urologic surgery) e Federfarma Servizi alla qualità di vita delle donne. “Abbiamo voluto promuovere questa campagna – ha dichiarato il coordinatore Luca Cindolo – per creare consapevolezza su una gestione della malattia che si ponga come alternativa all’uso, e troppo spesso all’abuso, di antibiotici. Migliaia di medici di famiglia, urologi e farmacisti saranno coinvolti, in modalità interattiva, su casi clinici dedicati ai temi dell’antibiotico-resistenza, del trattamento e della prevenzione di questa patologia e infine sull’importanza del microbiota intestinale. Completeremo poi la formazione e l’aggiornamento con una serie di webinar territoriali e sessioni di Formazione a Distanza, che proporremo tra maggio e giugno. Bruciore, dolore, stimolo frequente ad urinare sono i principali sintomi di questa infezione della vescica. Talvolta può esserci presenza di sangue nelle urine o un senso di peso perineale. È importante ricordare che ciascuno dei sintomi elencati può comparire da solo o accompagnato da altri e che la cistite acuta non complicata nella donna viene diagnosticata su parametri clinici e senza esami invasivi”. L’antibiotico-resistenza è ormai un problema di salute pubblica. In Italia, nelle cure ospedaliere in acuto, dal 20% al 50% degli antibiotici prescritti sono non necessari o inappropriati. Secondo i dati dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) contro l’Escherichia coli l’inefficacia è arrivata al 64,5% per le aminopenicilline, al 41% per i fluorochinoloni e al 28,7% per le cefalosporine di terza generazione. Proprio questo batterio, l’Escherichia coli, è il principale responsabile della cistite. Allora come intervenire, risparmiando ove possibile il ricorso agli antibiotici e al contempo curando ed evitando le recidive? “Vi sono diverse sostanze naturali che possono essere d’aiuto come il Cranberry (mirtillo rosso) e molte altre. Tra queste in modo particolare c’è il D-mannosio. Gli ultimi studi– ha rivelato Filippo Annino, Presidente del Gruppo AGILE – ci dicono che la somministrazione di D-mannosio a dosaggi elevati può essere un buon modo per affrontare il problema. Anche le linee guida dell’European Association of Urology citano il D-mannosio come molecola molto promettente”. “Il D-mannosio è uno zucchero, un monosaccaride a basso peso molecolare – ha spiegato Antonello Mirone, Presidente dell’Associazione Nazionale delle Società di Servizi per le farmacie – in gran parte eliminato nelle urine. La sua azione si esprime impedendo all’Escherichia coli di aderire alle cellule uroteliali e favorendone il distacco e lo smaltimento con il flusso urinario. Ormai le evidenze scientifiche sono numerose: le revisioni sistematiche della letteratura dimostrano che il D-mannosio ad alte dosi ha un ruolo protettivo nelle donne adulte, nelle infezioni del tratto urinario, ricorrenti e acute. Come già accaduto in circostanze analoghe, Federfarma Servizi è lieta di collaborare a questo progetto di formazione e informazione, volto a valorizzare il ruolo di divulgazione che da sempre le Farmacie sul territorio svolgono in favore dei loro utenti-pazienti. Giugno per la cistite sarà il mese della prevenzione: in tutte le Farmacie aderenti all’iniziativa promuoveremo una campagna di awareness con le regole per evitare e trattare la patologia”. Sull’importanza crescente e strategica del microbiota intestinale, anche nel contrasto alla cistite, è intervenuto Fabio Pace, Direttore dell’Unità di Gastroenterologia dell’Ospedale “Bolognini” di Seriate (Bergamo): “Si tratta di un vero e proprio organo impegnato in importanti processi come lo sviluppo e la formazione del sistema immunitario, la modulazione della densità ossea, la promozione dell’angiogenesi, la biosintesi di vitamine e amminoacidi, la protezione contro il danno epiteliale, la resistenza ai patogeni, la degradazione dei composti alimentari, fino alla modificazione del sistema nervoso e al metabolismo dei farmaci. La disbiosi del microbiota intestinale, cioè il suo squilibrio nella composizione e funzionalità, si associa a svariate malattie, che comprendono patologie gastroenterologiche, neurologiche, respiratorie, metaboliche, epatiche e cardiovascolari. Gli antibiotici modificano la composizione del microbiota intestinale in modo acuto e talvolta persistente, con una riduzione della diversità batterica anche urinaria, importante fattore di rischio per le infezioni urinarie ricorrenti. In tal senso è dimostrata e indicata, per il mantenimento o il ripristino di un corretto equilibrio, un’integrazione di lattobacilli o altri probiotici così come di prebiotici”. “Alle donne italiane che guardano all’estate già con preoccupazione – ha concluso Luca Cindolo – pensando a tutte le volte in cui dovranno assecondare il bisogno di scappare in bagno, diciamo: smettete di contarle, contate piuttosto su stili di vita sani. 5 le regole d’oro: bere almeno due litri di acqua al giorno, no a detergenti aggressivi, meno antibiotici, più fibre e D-mannosio ad alte dosi e infine occhio al microbiota intestinale”.
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