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29 Giugno 2021

Ipertrofia prostatica benigna e corsa al laser. Differenze, vantaggi e rischi. Ne parliamo con il Prof. Ciro Imbimbo, Ordinario di Urologia e Primario di Urologia Andrologica presso l’Università Federico II di Napoli

Minore invasività, ma anche possibili complicanze, effetti e tecniche diverse. La corsa al laser nel trattamento chirurgico dell’ipertrofia prostatica benigna ha una sua complessità. Iniziamo col dire che si tratta di un fascio di luce collimato che, interagendo con i tessuti, genera energia. Un’energia di tipo calorico che può essere trasformata anche in meccanica. Viene utilizzata in medicina per varie finalità: il taglio per la coagulazione dei tessuti o la frantumazione dei calcoli.

Quali sono i benefici del laser nel trattamento dell’IPB?

Quando parliamo di laser, il paziente ha subito in mente la possibilità di interventi che hanno lo stesso risultato delle vecchie metodiche, con il valore aggiunto della rapidità e della minore invasività.  Minore invasività vuol dire minore dolore e una ripresa dell’attività quotidiana molto più rapida.

Quali tipi di laser esistono in Urologia?

Ne esistono diversi tipi, a diverse lunghezze d’onda, ma il meccanismo è esattamente lo stesso, cioè quello di interagire con i tessuti e di provocare un’azione di taglio o di coagulo. Per semplificare, diciamo ai pazienti che il laser taglia e coagula nello stesso tempo. Quindi anche le perdite ematiche sono molto minori rispetto alla chirurgia tradizionale.

Per quali patologie urologiche viene utilizzato?

Per la calcolosi urinaria e per quel grandissimo capitolo che è l’ipertrofia prostatica benigna, che interessa in Italia 8 milioni di uomini al di sopra dei 60 anni. Queste persone soffrono di sintomi come il dover correre spesso in bagno, il dover alzarsi la notte per urinare, il non riuscire a trattenere bene la pipì. Quando la terapia medica non basta o non funziona, si ricorre all’intervento chirurgico. Un tempo si procedeva con un’incisione sull’addome, poi siamo passati a tecniche endoscopiche e il laser ne è una sorta di evoluzione.

Quali sono le tecniche principali nell’uso del laser?

Il fascio di luce viene condotto da una fibra molto sottile, quindi può essere utilizzato con varie tecniche e arrivare in sedi diverse. Ci sono laser che fanno la vaporizzazione dei tessuti e laser che li tagliano. Per quanto riguarda il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna, abbiamo, oltre alle tecniche già citate, l’enucleazione che riproduce esattamente quello che avviene con l’intervento chirurgico. Si tratta di tecniche che hanno dei notevoli vantaggi, dalla contenuta perdita di sangue alla riduzione del dolore e dei tempi di degenza.

Quali rischi può correre il paziente?

Non dobbiamo dimenticare che dietro alla macchina c’è sempre un operatore e ogni tecnica laser è indicata per un certo tipo di prostata. Il paziente non può tentare l’autogestione proponendo un approccio rispetto a un altro. È sempre il medico che guida la scelta terapeutica e utilizza il laser a seconda delle condizioni della prostata del proprio paziente.

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