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Medinews
27 Settembre 2002

L’acqua termale mantiene la pelle giovane e sana. A Montecatini si guarisce da dermatiti e psoriasi

Nuovi ed importanti studi scientifici ne dimostrano la valenza terapeutica

Roma, 12 aprile 2002 – Alle terme per una pelle sempre giovane e sana: per la prima volta al mondo viene dimostrato scientificamente che un’acqua termale è in grado di curare alcune delle più fastidiose malattie della pelle – diversi tipi di dermatite, ulcere delle gambe, psoriasi, acne – e attenuare dal viso e dal corpo i segni dell’età. A beneficiare dell’opportunità – dicono gli esperti – potrebbero essere dai 6 ai 7 milioni di persone, che oggi per risolvere questi problemi sono invece costrette ad assumere farmaci, spesso con pesanti effetti collaterali. La nuova sfida alla salute della pelle e all’età parte dunque dalle Terme di Montecatini, nove stabilimenti tra i più antichi e grandi d’Italia: studi pubblicati su alcune delle più importanti riviste scientifiche hanno infatti mostrato le qualità dermatologiche e cosmetologiche delle sue famose acque Leopoldine, che sgorgano a 34.8° nella piscina fatta costruire nel 1775 dal Granduca di Toscana, Pietro Leopoldo I.

Nella loro splendida cornice Belle Epoque, le Terme di Montecatini, preziose alleate dell’apparato gastrointestinale, si scoprono anche amiche della pelle. Anzi sarebbe più giusto parlare di una riconferma, più che di una scoperta. “I testi storici – ricorda infatti il sindaco, Ettore Severi – ci ricordano che fin dai tempi dei Romani, quando le Terme si chiamavano ancora Bagni di Montecatini, i soldati e addirittura i cavalli si curavano da eczemi e piaghe immergendosi nelle nostre piscine”. Alla luce di questi riscontri, un’equipe guidata dal prof. Torello Lotti, direttore del Centro Interuniversitario di dermatologia biologica e psicosomatica dell’Università degli studi di Firenze, ha quindi iniziato una serie di studi che hanno dimostrato in modo scientifico e sorprendente come l’acqua di Montecatini, e quella della fonte Leopoldina in particolare, svolga un’importante azione antinfiammatoria e antiossidante su malattie anche croniche.
“La dematite atopica – spiega il prof. Lotti – è una condizione infiammatoria cronica in cui la compromessa immunoregolazione determina il rilascio di numerosi mediatori infiammatori nella cute. In questo caso il nostro esperimento ha coinvolto 10 volontari affetti da dermatite atopica alle braccia, refrattaria alla terapia sistemica (corticosteroidi orali e locali, anti-istaminici e ciclosporina). Il braccio destro dei pazienti è stato trattato con acqua termale Leopoldina alla temperatura naturale di sorgente (27,2°C) per 30 minuti, mentre il braccio sinistro è stato immerso in acqua bi-distillata, sempre per 30 minuti, a temperatura costante di 27°C. Dopo 4 settimane di cura, i pazienti hanno presentato un miglioramento medio, valutato in base all’indice SCORAD (SCORing Atopic Dermatitis), dell’80.24% nel braccio destro, mentre il sinistro era migliorato del 25.20%. Il prurito era notevolmente diminuito (82,42%) nel braccio trattato con l’acqua termale, del 51,2% invece in quello immerso in acqua bi-distillata”. Un altro interessante risultato è stato anche ottenuto nella cura delle ulcere delle gambe. “Queste lesioni cutanee – prosegue il prof. Lotti – colpiscono l’1% della popolazione mondiale, soprattutto le persone anziane, ma non sono rari i casi di malati con meno di 40 anni. La maggior parte è dovuta a ipertensione arteriosa, a tromboflebite o a difetti congeniti della circolazione e viene curata con farmaci che incrementano il passaggio dell’ossigeno dal sangue ai tessuti. Terapie, queste ultime, non indicate per tutti i pazienti. La nostra sperimentazione, condotta su 38 persone affette da ulcera dovuta a tromboflebite, ha dimostrato che la terapia con acqua Leopoldina rappresenta una valida alternativa ai farmaci. I volontari dell’esperimento sono stati divisi in due gruppi. Il primo gruppo è stato trattato con ozono terapia, ogni settimana per 12 settimane, e a balneoterapia in acqua Leopoldina a 36.5°: 20 minuti a giorni alterni per due settimane ogni tre mesi. Il secondo gruppo è stato invece sottoposto a balneoterapia e a hydrocolloid, applicati con bendaggi, dopo la disinfezione dei tessuti malati con soluzione salina. Alla fine si è notato che in entrambi i gruppi l’area ulcerata si era ridotta di circa il 50%”.
Ottimi risultati sono stati poi ottenuti nella cura della psoriasi, della dermatite seborroica, nelle impurità della pelle, come l’acne, o nella regolazione del sebo.
Oltre all’indicazione dermatologica, i nove stabilimenti delle terme di Montecatini, rispondono anche ad altre esigenze curative. “Recenti studi – afferma il prof. Alberto Scalabrino, direttore sanitario delle Terme – hanno confermato la valenza delle acque Tettuccio e Regina per la cura di disturbi dell’apparato gastrointestinale. L’acqua Tettuccio, in particolare, accelera lo svuotamento gastrico dopo un pasto semisolido. L’acqua Regina ha invece un potere di contrazione colecistica”.
“I risultati di queste ricerche – conclude il primo cittadino – sono una spinta innovativa e di rilancio molto importante per l’Amministrazione comunale e rappresentano anche il filo conduttore della prossima privatizzazione gestionale degli stabilimenti, mentre la proprietà è e resterà pubblica. Con questa complessa operazione Montecatini vuole però cambiare volto, modernizzarsi, pur rimando fedele alle sue tradizioni. Da molti anni la nostra città conta una presenza turistica di circa due milioni di persone l’anno, ma se venti anni fa la maggior parte era legata alle terme, oggi Montecatini è divenuta anche punto di appoggio per la visita alle vicine città d’arte e meta d’elezione per il turismo congressuale. Noi vogliamo utilizzare al meglio queste nuove opportunità. L’acqua termale non va più considerata dunque solo come cura, ma va proposta anche come vacanza benessere, integrazione al concetto di ‘vivere’ bene, luogo per ‘stare’ bene, per ritrovare la forma fisica e mentale”.
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