domenica, 30 giugno 2024
Medinews
24 Giugno 2002

LA INDURATIO PENIS PLASTICA

Il rivestimento dei corpi cavernosi, infatti, presenta fibre circolari intorno a ciascuno di essi e longitudinali. Sulla linea mediana queste fibre ad andamento ortogonale tra loro si incontrano nel setto intercavernoso. Un trauma a pene eretto può scollare questi due strati di fibre lacerandoli. A queste lacerazioni, uniche o ripetute, conseguono i normali processi riparativi dell’organismo che all’inizio producono fenomeni di infiammazione locale e, nel tempo, la formazione di una cicatrice. Questa costituisce la tipica placca della IPP. Col passare del tempo questi processi cicatriziali si stabilizzano, vi si depositano sali di calcio col risultato finale di placche calcifiche immodificabili, tipiche delle IPP stabilizzate.
La IPP colpisce prevalentemente uomini attorno ai 50, 60 anni e di razza bianca. Tra i neri sono stati riscontrati rarissimi casi e tra gli orientali ancora meno (Devine e coll. 1992). Diversi studi hanno inoltre rilevato che nella stragrande maggioranza dei casi la patologia colpisce persone diabetiche, ma non è ancora stata trovata una connessione fra il diabete e la IPP.
L’Induratio Penis Plastica nel 50% dei casi ha esordio improvviso e nell’altro 50% dei casi insidioso e lento nel tempo. Un paziente su due ha ricordo del trauma penieno accompagnato da vivo dolore durato da pochi minuti a qualche giorno intercorso circa 1-4 settimane prima dell’insorgenza della curvatura. L’altra metà dei pazienti non ricorda invece un evento traumatico preciso. Nel primo caso è probabile che il trauma abbia provocato una lacerazione sufficientemente importante da essere corredata da dolore e impotenza funzionale più o meno lunga, nel secondo caso probabilmente la malattia è determinata da una serie di ripetuti microtraumi.
La malattia conclamata si manifesta con una fase acuta e una fase di stabilizzazione. Nella prima fase il paziente lamenta dolore spontaneo o all’erezione e curvatura del pene in erezione. Meno frequentemente, anche in stato di flaccidità. Questo è il momento in cui va effettuata la terapia. Poi segue, dopo un periodo di 12-18 mesi, necessari all’organizzazione cicatriziale della placca, la fase di stabilizzazione in cui i processi infiammatori sono risolti e residua una placca calcifica inattaccabile dalla terapia. E’ dunque fondamentale aggredire la malattia con la terapia idonea nella fase acuta, quella in cui l’infiammazione e i processi cicatriziali sono ancora in atto, per ridurre la formazione della cicatrice e il deposito dei sali di calcio.
Alla malattia di La Peyronie può associarsi un deficit erettile sia perché il dolore e la curvatura, con il conseguente dolore alla penetrazione per entrambi i partner, hanno sull’attività sessuale un importante effetto psicologico negativo, sia perché le modificazioni dei tessuti penieni coincidono con quelle che concorrono al determinismo delle disfunzioni erettili organiche. L’Induratio Penis Plastica, quindi, di per sé non è causa di disfunzioni erettili ma spesso precede e si comporta da concausa di alcune forme di deficit erettivo organico o psicogeno.
La diagnosi e la conseguente terapia, quindi, devono essere quanto più possibili precoci. Il colloquio, chiaro e sereno, tra specialista e paziente è il primo momento della terapia.
Nella fase acuta della malattia, la terapia viene effettuata con farmaci somministrati per via orale o per via locale (ionoforesi), talvolta associata a terapia fisica (laser, ultrasonoterapia, magnetoterapia). Ormai superata la terapia infiltrativa locale che con qualsiasi farmaco venga effettuata non fa che riaccendere nuovi focolai a causa dell’insulto meccanico ai tessuti.
La terapia chirurgica, con interventi di semplice raddrizzamento, di escissione della placca e apposizione di patch in materiale sintetico preferibile al materiale autologo in quanto non coinvolgibile in processi cicatriziali o interventi di impianto di protesi peniene (in caso di deficit erettile irreversibile) va riservata a quei pazienti che, a causa della curvatura o del deficit erettile non possono avere rapporti sessuali. Quando la lesione è ormai stabilizzata, l’unica opzione terapeutica efficace resta la chirurgia.
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