Gli psichiatri: “Troppe persone non si rivolgono al medico e rimangono
ostaggio di una malattia che può essere tranquillamente curata”
“Il depresso non fa male a nessuno – aggiunge Mangia – in alcuni casi, fortunatamente rari, arriva al suicidio, ma non è mai aggressivo verso gli altri e tanto meno verso i propri cari nei confronti dei quali, al limite, sente un profondo senso di colpa. Le mamme che assassinano i figli e i responsabili di stragi familiari sono affetti da psicosi, non da depressione. Non è giusto né corretto, quindi, dare la colpa solo alla depressione – conclude Mangia – perché getta nel panico migliaia di italiani colpiti dal disturbo che si rivolgono agli psichiatri chiedendo rassicurazioni.” Non criminalizzare la malattia, dunque, ma affrontarla e curarla nel modo più efficace per evitare la cronicizzazione e enormi sofferenze personali, causate da quello che una volta veniva chiamato “esaurimento nervoso”.
Non solo psicoterapia – sostengono gli esperti – ma anche e soprattutto farmaci somministrati per tempi lunghi e a dosi equilibrate. E’ questa l’arma per combattere una malattia grave ma banale allo stesso tempo: grave perchè invalidante, capace di far perdere la voglia di vivere, ma banale perché facile da tenere sotto controllo e da guarire con i medicinali giusti. “I farmaci disponibili da dieci anni a questa parte – spiega il professor Paolo Girardi – ci danno la possibilità di trattare con successo tantissimi pazienti, opportunità che prima non avevamo. Nell’armamentario terapeutico, infatti, abbiamo farmaci estremamente maneggevoli, con un rapporto rischi/benefici tutto spostato a favore di questi ultimi”. La terapia farmacologica, ben condotta presenta oggi una elevata efficacia. “L’attuale organizzazione dei Centri Salute Mentale in Italia – sottolinea il dr. Ferdinando Pellegrino, psichiatra e giornalista – distribuiti in modo capillare, consente ad ogni cittadino di avere a disposizione specialisti che possono mettere a disposizione la propria competenza professionale. E’ fondamentale la collaborazione con il medico di medicina generale che a sua volta può operare in stretto contatto con i Centri di Salute Mentale.” Ma anche il mondo dell’informazione può e deve fare la sua parte.
“Il ruolo dei media è diventato di fondamentale importanza – continua Pellegrino – in quanto possono contribuire al superamento dei pregiudizi rispetto alla comune nozione di malattia mentale e favorire l’approccio medico al disagio psichico. Il comune obiettivo da seguire, da parte delle Società Scientifiche e dei giornalisti, è quello di migliorare la qualità dell’informazione sempre più vicina alla medicina basata sulle evidenze. “