Comitato scientifico editoriale: Giuseppe Aprile, Paolo Carlini, Massimo Di Maio, Domenica Lorusso, Silvia Novello, Giuseppe Procopio, Daniele Santini Editore: Intermedia – Direttore Responsabile: Mauro Boldrini
Oggi in Oncologia
Treatment of Stage IIIA Non–Small-Cell Lung Cancer: Charting the Next Steps
In contrast to the major advances seen recently in the systemic treatment of stage IV non–small-cell lung cancer (NSCLC), progress in locally advanced NSCLC has been relatively modest. It was even suggested, in 2012, that nearly all of the improvements in outcomes in locally advanced NSCLC between 1984 and 2011 may have been due simply to stage migration as a result of improvements in imaging.1 The review by Santana-Davila and Martins2 in this issue of Journal of Oncology Practice on staging, treatment, and follow-up schemes for patients with stage IIIA disease provides … (leggi tutto)
A fronte dei progressi registratisi per la malattia metastatica, non si può dire che lo stesso sia successo per la malattia localmente avanzata dove poco è cambiato in termini di approccio terapeutico (soprattutto sistemico) e dove il vantaggio di sopravvivenza che apparentemente si è registrato negli ultimi anni potrebbe essere semplicemente correlato ad un migliore impiego delle tecniche diagnostiche e ad una migrazione degli stadi di malattia a seguito del cambiamento del sistema stadiativo. Sicuramente si parla di una numerica inferiore rispetto alla malattia metastatica, che comporta a volte un minore interesse nello sviluppo dei nuovi farmaci, ma si tratta anche di patologie più complesse ed eterogenee dove l’investimento di risorse dovrebbe essere almeno pari a quello speso per la malattia metastatica.
A Validation Study for the Use of ROS1 Immunohistochemical Staining in Screening for ROS1 Translocations in Lung Cancer
The presence of ROS proto-oncogene 1, receptor tyrosine kinase gene (ROS1) rearrangements in lung cancers confers sensitivity to ROS kinase inhibitors, including crizotinib. However, they are rare abnormalities (in ∼1% of non–small cell lung carcinomas) that are typically identified by fluorescence in situ hybridization (FISH), and so screening using immunohistochemical (IHC) staining would be both cost- and time-efficient. A cohort of lung tumors negative for other common mutations related to targeted therapies were screened to assess the sensitivity and specificity of IHC … (leggi tutto)
I risultati di questo studio confermano che l’immunoistochimica può essere impiegata come metodica di screening per la determinazione del riarrangiamento di ROS1. Lo studio ha sottolineato la necessità di validazione interna a ciascun laboratorio sul programma di screening, considerando le diversità delle piattaforme impiegate e delle diluizioni di anticorpi, lo spessore dei vetrini per ottimizzare le tecniche e poter rendere confrontabili i risultati. I dati di questo studio sono in linea con quelli riportati anche da altri studi presenti in letteratura. La determinazione del riarrangiamento del gene ROS1, che codifica per la proteina alterata e attivante ROS1 con funzione tirosino-chinasica, sta seguendo le stesse tappe percorse dalla determinazione del riarrangiamento di ALK. La differenza sostanziale è l’incidenza di queste due alterazioni essendo il riarrangiamento di ROS1 meno della metà di quello di ALK. È proprio questa differenza ad aumentare ulteriormente la necessità di impiegare metodiche semplici, economiche, ma allo stesso tempo efficienti per selezionare un gruppo di pazienti che possa beneficiare di un trattamento specifico. Il crizotinib è il farmaco che si è dimostrato attivo ed efficace per il trattamento dei pazienti con NSCLC metastatico ROS1-riarrangiato. Sulla base dei risultati degli studi condotti, incluso il presente, un algoritmo suggerito è di screenare i pazienti per il riarrangiamento di ROS1 con immunoistochimica e confermarne l’eventuale positività con metodica FISH. Questo algoritmo consentirebbe di ridurre sensibilmente i costi e le attese inutili per i pazienti ROS1-negativi.
Assessing the Clinical Impact of Risk Prediction Models With Decision Curves: Guidance for Correct Interpretation and Appropriate Use
The decision curve is a graphical summary recently proposed for assessing the potential clinical impact of risk prediction biomarkers or risk models for recommending treatment or intervention. It was applied recently in an article in Journal of Clinical Oncology to measure the impact of using a genomic risk model for deciding on adjuvant radiation therapy for prostate cancer treated with radical prostatectomy. We illustrate the use of decision curves for evaluating clinical- and biomarker-based models for predicting a man’s risk of prostate cancer, which could be used to guide the … (leggi tutto)
Quante volte come comunità oncologica veniamo “accusati” di non saper leggere i dati di uno studio, di non saperli interpretare o, peggio ancora, di non saperli comprendere. È pur vero che spesso la base statistica non è così solida e a questo si aggiungono evoluzioni anche nel mondo matematico e applicativi che cambiano nel tempo cercando di modellarsi su una nuova ricerca clinica. In questo paper del gruppo dei Biostatistici dell’Università di Washington vengono ben esposte (anche con esempi pratici) le nuove curve decisionali, che potenzialmente dovrebbero servire per meglio applicare modelli di rischio all’intera popolazione, che servano poi per riconoscere l’impatto di una metodica, di un approccio terapeutico o altro, su quella stessa popolazione. Le curve decisionali trovano per esempio adeguata applicazione per esaminare una determinata strategia su una popolazione di individui, senza però fornire informazioni sul beneficio del singolo individuo. Interessante vedere come nel lavoro vengano esaminate condizioni in cui NON esiste uno standard terapeutico e altre invece in cui questo sia presente e le curve decisionali trovino applicazione in entrambe i contesti.
Genomic Analysis of Immune Cell Infiltrates Across 11 Tumor Types
Immune infiltration of the tumor microenvironment has been associated with improved survival for some patients with solid tumors. The precise makeup and prognostic relevance of immune infiltrates across a broad spectrum of tumors remain unclear. Using mRNA sequencing data from The Cancer Genome Atlas (TCGA) from 11 tumor types representing 3485 tumors, we evaluated lymphocyte and macrophage gene expression by tissue type and by genomic subtypes defined within and across tumor tissue of origin (Cox proportional hazards, Pearson correlation). We investigated clonal … (leggi tutto)
L’identificazione di uno o più biomarcatori quale predittore/i di efficacia è un problema che riguarda tutte le patologie in cui l’immunoterapia ha ormai trovato un suo spazio. La valutazione dei biomarcatori in associazione all’impiego di questi farmaci è argomento di moltissimi trials ongoing. In questo studio di Iglesia e coll. l’elevata espressione di linfociti T e B nell’infiltrato tumorale è predittiva di sopravvivenza per molti tipi di tumore. La valutazione viene fatta su 11 tumori maligni per un totale di 3.485 casi con valutazione dell’mRNA e, mentre per alcune “signatures” (specificatamente per macrofagi e/o linfociti B) viene riscontrata una specifica correlazione con l’outcome per alcune tipologie tumorali (quali glioblastoma e carcinoma renale), l’elevata espressione di linfociti B e T predice una migliore sopravvivenza in maniera trasversale su diversi tumori. Il dato prognostico che emerge da questo articolo è sicuramente di rilievo ed è un altro pezzo del complesso mosaico che caratterizza l’immunoterapia applicata alle patologie maligne.
Dietary Weight Loss and Exercise Effects on Serum Biomarkers of Angiogenesis in Overweight Postmenopausal Women: A Randomized Controlled Trial
Obese and sedentary persons have an increased risk for cancer, but underlying mechanisms are poorly understood. Angiogenesis is common to adipose tissue formation and remodeling, and to tumor vascularization. A total of 439 overweight/obese, healthy, postmenopausal women [body mass index (BMI) > 25 kg/m2] ages 50–75 years, recruited between 2005 and 2008 were randomized to a 4-arm 12-month randomized controlled trial, comparing a caloric restriction diet arm (goal: 10% weight loss, N = 118), aerobic exercise arm (225 minutes/week of moderate-to-vigorous … (leggi tutto)
Un altro studio volto a sottolineare l’importanza della prevenzione primaria e dei corretti stili di vita, in linea con l’impegno di AIOM. Gli autori vanno a valutare l’impatto del calo ponderale unitamente all’esercizio fisico su determinate proteine correlate all’angiogenesi (fra cui vascular endothelial growth factor/VEGF; plasminogen activator inhibitor-1/PAI-1; pigment epithelium-derived factor/PEDF) in donne sovrappeso nel periodo post menopausale. Lo studio si svolge fra il 2005 e il 2008 (con un follow-up minimo di 12 mesi) su 439 donne sane (body mass index pari a > 25 kg/m2), che conducono vita sedentaria, non fanno uso di terapia ormonale sostitutiva e in età fra i 50 e i 75 anni. Sono previsti 4 bracci di randomizzazione: una dieta ipocalorica (non più di 2.000 kcal/die che prevedano meno del 30% di grassi con l’obiettivo di un calo ponderale pari al 10%); esercizio aerobico (attività moderata/intensa); esercizio associato a dieta; braccio di controllo. VEGF, PAI-1 e PEDF venivano misurati al basale e dopo 12 mesi e aggiustati per età, body mass index, etnia. Le donne randomizzate nel braccio esercizio e dieta vedono una riduzione statisticamente significativa di PAI-1 a 12 mesi rispetto al braccio di controllo (-19,3% vs +3,48%, rispettivamente; p < 0,0001) e comunque sia quelle nel braccio con sola dieta ed esercizio più dieta vedono una riduzione statisticamente significativa di PEDF (-9,20%, -9,90%, rispettivamente; entrambi p < 0,0001) e di VEGF (-8,25%, p = 0,0005; -9,98%, rispettivamente; p < 0,0001), rispetto al braccio di controllo. Questo dato è in linea con molti altri studi già pubblicati in questo settore e può essere un altro valido incentivo per sensibilizzare la popolazione ad un corretto stile di vita con l’obiettivo di una migliore qualità di vita e riduzione del rischio di malattia tumorale.
Pillole dall’Aifa
22 luglio 2016 – Open Aifa: bilancio dell’iniziativa a distanza di 4 anni e mezzo
Urbino, 20 – 23 settembre 2016 I Soci AIOM potranno usufruire della stessa quota d’iscrizione ridotta dei Soci GIC. Per maggiori informazioni http://gic.casaccia.enea.it
DALLA CAPECITABINA AL TAS 102 Cosa cambia nelle fluoropirimidine orali nel trattamento del carcinoma del colon-retto metastatico
Milano, 29 settembre 2016 Ai primi 15 oncologi che invieranno la scheda di adesione ad Anna Delia di AIOM Servizi (fax 02/59610555 – e-mail: anna.delia@aiomservizi.it) saranno offerti iscrizione, viaggio ed eventuale soggiorno. Vi preghiamo di verificare se rientrate nei primi 15 iscritti telefonando alla Segreteria Organizzativa al numero 02.26683129
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