Comitato scientifico editoriale: Giuseppe Aprile, Paolo Carlini, Massimo Di Maio, Domenica Lorusso, Silvia Novello, Giuseppe Procopio, Daniele Santini Editore: Intermedia – Direttore Responsabile: Mauro Boldrini
Oggi in Oncologia
Impact of invitation and reminder letters on cervical cancer screening participation rates in an organized screening program
Study’s Objective was to explore the impact of invitation and reminder letters on cervical cancer screening participation among eligible Ontario women 30 to 69 years of age. A cross-sectional study was used to describe factors and screening patterns for 1,150,783 eligible women. A cohort design was used to compare the impact of invitation and reminder letters on Pap uptake comparing women who received the intervention (n = 99,278) with a historical non-intervention group (n = 130,181). Factors that might influence screening participation were included as covariates in a multivariable logistic … (leggi tutto)
Lo studio considera l’impatto dell’invio di una lettera alle donne, che segnali la periodicità dello screening per il carcinoma della cervice. Viene realizzato su più di un milione di donne residenti in Ontario in età compresa fra i 30 e i 69 anni. L’osservazione evidenzia come chi riceva queste lettere di ‘remind’ abbia una compliance 1,7 volte superiore rispetto a chi non riceva alcuna segnalazione. Tra il 2011 e il 2013, su più di 4 milioni di donne residenti in Ontario ed eleggibili per il PAP test, solo il 62% ha effettivamente eseguito l’esame. A partire dal 2013 il Cancer Care Ontario si fa carico di inviare una lettera alle donne candidate a programmi di screening per mammella, colon retto e cervice uterina e tra le donne che nei precedenti 5 anni non avevano eseguito il PAP test, nei 9 mesi di osservazione il 9,8% va a fare l’esame dopo aver ricevuto la lettera (con una prevalenza di donne in età compresa fra i 30 e i 39 anni di età). Poche sono le neoplasie solide che prevedono un esame di prevenzione secondaria e di diagnosi precoce, a fronte di un’enorme richiesta da parte della popolazione. Eppure anche per quelle “poche” neoplasie che hanno uno standard in questo contesto di prevenzione, la compliance è quanto mai variabile sia per età che per distribuzione geografica. Ogni metodo è pertanto utile qualora si dimostri efficace nel migliorare la compliance della popolazione.
Economic independence in survivors of cancer diagnosed at a young age: A Norwegian national cohort study
The impact of cancer on socioeconomic outcomes is attracting attention as the number of survivors of cancer in young age continues to rise. This study examines economic independence in a national cohort of survivors of cancer at a young age in Norway. Through the linkage of several national registries, the study cohort comprised 1,212,013 individuals born in Norway during 1965 through 1985, of which 5440 had received a cancer diagnosis before age 25 years. Follow-up was through 2007, and the main outcomes were receipt of governmental financial assistance, employment, … (leggi tutto)
Un aspetto fondamentale della diagnosi di tumore in un paziente giovane è l’attenzione al successivo reinserimento nella vita lavorativa. L’analisi pubblicata su Cancer, per quanto basata sui dati di una realtà sociale molto diversa rispetto all’Italia, richiama l’attenzione sul rischio che i soggetti che abbiano precedentemente ricevuto una diagnosi di tumore in giovane età siano poi a rischio di minore indipendenza economica e di disoccupazione. Lo studio di Gunnes e colleghi è basato sui dati di registri tumori norvegesi, e confronta pazienti nati tra il 1965 e il 1985, che avevano avuto una diagnosi oncologica prima dei 25 anni di età, con controlli sani. È significativo che il rischio di difficoltà economica (misurato dagli autori come necessità di ricevere assistenza finanziaria da parte del governo) risultava maggiore nei pazienti oncologici rispetto ai controlli sani, sia negli uomini che nelle donne. Analoga differenza si registrava in termini di rischio di disoccupazione. Si tratta di un aspetto sicuramente delicato, apparentemente distante dalla gestione quotidiana di questi pazienti nel periodo in cui sono sottoposti al trattamento, ma in realtà cruciale per tanti lungo-sopravviventi.
Perioperative outcomes and long-term survival in clinically early-stage thymic malignancies: video-assisted thoracoscopic thymectomy versus open approaches
Video-assisted thoracoscopic surgery (VATS) theoretically offers advantages over open thymectomy for clinically early-stage (Masaoka-Koga stage I and II) thymic malignancies. However, long-term outcomes have not been well studied. We compared the postoperative outcomes and survival from a cohort study based on the database of the Chinese Alliance for Research in Thymomas (ChART). Between 1994 and 2012, data of 1,117 patients having surgery for clinically early-stage (Masaoka-Koga stage I and II) tumors were enrolled for the study. Among them, 241 cases underwent VATS … (leggi tutto)
Early stage thymoma: is VATS the new standard of care?
VATS has become the standard of care in early stage lung cancer over the last decade. Improvement in technology in terms of energy devices, staplers and visualization has enabled thoracic surgeons to perform the most complex procedures using VATS approach. However the adoption of VATS thymectomy for thymic malignancies has progressed slowly, mainly due to the limitations and concerns related with the disease itself and its anatomic location. Open resection of early stage thymoma results in excellent long term survival (90%) and very low rate (<5%) of recurrence … (leggi tutto)
La video-toracoscopia assistita è sempre più diffusa nella resezione del carcinoma polmonare in stadio precoce. Molto meno noto e diffuso il suo impiego nell’approccio delle patologie neoplastiche del timo dove la sua applicazione ha avuto più lento sviluppo anche in ragione dell’anatomia del tumore. La patologia del timo in stadio precoce si giova in modo inequivocabile della resezione chirurgica e un approccio meno invasivo potrebbe risultare sicuramente vantaggioso. Lo studio esamina un numero di casi elevato (1.117) sottoposti a chirurgia standard (876) o VATS (241) nella finestra temporale fra il 1994 e il 2012. Dallo studio emerge come con la VATS vi siano state più timectomie e resezioni complete e minore tasso di recidiva (2,9% vs. 16,0%, p = 0,000) a fronte di una sopravvivenza a 5 anni del tutto sovrapponibile (pari al 92%). Questi dati indicano in questa tecnica un ottimo approccio anche nel carcinoma timico in stadio precoce (Masaoka-Koga stadio I e II), esattamente come si sta verificando per la patologia primitiva del polmone.
Kinase inhibitor-responsive genotypes in EGFR mutated lung adenocarcinomas: moving past common point mutations or indels into uncommon kinase domain duplications and rearrangements
The most frequent epidermal growth factor receptor (EGFR) mutations found by traditional or comprehensive molecular profiling of lung adenocarcinomas include indels of exon 19 (the exon 19 deletion delE746_A750 being the most common) and the exon 21 L858R point mutation. The current approval labels for first line palliative gefitinib 250 mg/day, erlotinib 150 mg/day and afatinib 40 mg/day for advanced lung cancers require the presence of the aforementioned classical/sensitizing EGFR mutations. Other gefitinib, erlotinib and afatinib sensitizing mutations include exon 18 indels, … (leggi tutto)
Come per tutte le procedure, modalità di lavoro, approcci terapeutici, anche per le mutazioni di EGFR l’affinarsi nel tempo delle tecniche e l’aumento del numero di pazienti screenati ha fatto sì che, oltre alle mutazioni comuni, sempre più spesso vengano identificate mutazioni non comuni o doppie mutazioni. In questo caso i dati di letteratura sono carenti così come la dimostrazione di reale efficacia degli inibitori tirosin-chinasici di EGFR. Questo editoriale può essere utile per avere utili indicazioni in merito, per quanto riguarda la frequenza di questa tipologia di mutazioni (viene riportata una ‘pie chart’ su 1.510 casi di Foundation Medicine) e l’attività (ove nota) degli inibitori a nostra disposizione per alcune di questa mutazioni (tabella 1 del lavoro). Questo settore resta ad oggi un ‘unmet need’ e la numerica non consente iniziative estemporanee e singole, ma può solo trovare una adeguata risposta mettendo insieme casi da più centri.
Pillole dall’Aifa
23 settembre 2016 – Comunicazione EMA su infezione da virus Zika
DALLA CAPECITABINA AL TAS 102 Cosa cambia nelle fluoropirimidine orali nel trattamento del carcinoma del colon-retto metastatico
Milano, 29 settembre 2016 Ai primi 15 oncologi che invieranno la scheda di adesione ad Anna Delia di AIOM Servizi (fax 02/59610555 – e-mail: anna.delia@aiomservizi.it) saranno offerti iscrizione, viaggio ed eventuale soggiorno. Vi preghiamo di verificare se rientrate nei primi 15 iscritti telefonando alla Segreteria Organizzativa al numero 02.26683129
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