Comitato scientifico editoriale: Giuseppe Aprile, Paolo Carlini, Massimo Di Maio, Domenica Lorusso, Silvia Novello, Giuseppe Procopio, Daniele Santini Editore: Intermedia – Direttore Responsabile: Mauro Boldrini
Oggi in Oncologia
Pembrolizumab versus Chemotherapy for PD-L1–Positive Non–Small-Cell Lung Cancer
Pembrolizumab is a humanized monoclonal antibody against programmed death 1 (PD-1) that has antitumor activity in advanced non–small-cell lung cancer (NSCLC), with increased activity in tumors that express programmed death ligand 1 (PD-L1). In this open-label, phase 3 trial, we randomly assigned 305 patients who had previ- ously untreated advanced NSCLC with PD-L1 expression on at least 50% of tumor cells and no sensitizing mutation of the epidermal growth factor receptor gene or trans- location of the anaplastic lymphoma kinase gene to receive either … (leggi tutto)
I dati di questo studio vengono presentati per la prima volta al congresso dell’European Society for Medical Oncology (ESMO) in una delle tre Presidential Sessions. Si tratta dei primi dati da studio randomizzato di fase III, che evidenziano un vantaggio di un inibitore di immunocheckpoint (il pembrolizumab) verso la doppietta chemioterapica contenente platino come trattamento di prima linea del NSCLC in stadio avanzato e con positività IHC per PD-L1 uguale o superiore al 50%. Vengono screenati più di 1.900 pazienti per randomizzarne più di 300 e questo è sicuramente un fattore da tenere in considerazione nella lettura del dato perché sottolinea la selezione della popolazione e l’impatto che questo avrà sulla pratica clinica. Lo studio è positivo in termini di ORR (44,8% per pembrolizumab vs 27,8% per la chemioterapia), di PFS (HR 0,50) e in termini di sopravvivenza a 6 mesi (80,2% per pembrolizumab group vs 72,4% per la chemioterapia, HR 0,60; IC 95%: 0,41 – 0,89; p = 0,005). Il profilo di tollerabilità rispecchia quello che già abbiamo appreso da altri trials in altri setting ed è sicuramente a favore dell’immunoterapia. Il dato è indubbiamente di elevato interesse poiché vede, per un selezionato gruppo di pazienti, un nuovo approccio terapeutico nella prima linea di trattamento.
Dexamethasone and supportive care with or without whole brain radiotherapy in treating patients with non-small cell lung cancer with brain metastases unsuitable for resection or stereotactic radiotherapy (QUARTZ): results from a phase 3, non-inferiority, randomised trial
Whole brain radiotherapy (WBRT) and dexamethasone are widely used to treat brain metastases from non-small cell lung cancer (NSCLC), although there have been no randomised clinical trials showing that WBRT improves either quality of life or overall survival. Even after treatment with WBRT, the prognosis of this patient group is poor. We aimed to establish whether WBRT could be omitted without a significant effect on survival or quality of life. The Quality of Life after Treatment for Brain Metastases (QUARTZ) study is a non-inferiority, phase 3 randomised trial done at 69 UK and three … (leggi tutto)
Nello studio emerge un minimo vantaggio dal trattamento con radioterapia panencefalica (WBRT) dei pazienti affetti da carcinoma polmonare non-a piccole cellule con secondarietà cerebrali. Di fatto, nulla cambia nella pratica clinica in quanto già ora, pur in assenza di questo dato randomizzato, la scelta di effettuare o meno il trattamento si basa su una valutazione multidisciplinare del paziente e su un’attenta valutazione da parte del radioterapista, delle caratteristiche di malattia, cliniche e comorbidità. Come sostiene il Dr. Andrea Filippi operante presso la Divisione di Radioterapia della Città della Salute di Torino: “- evitiamo di prescrivere WBRT a pazienti in età superiore ai 60 anni, con KPS [Karnofsky performance status] inferiore a 70, con una malattia extra-cranica non controllata, perché questo studio conferma come non vi sia alcun beneficio; – cerchiamo di selezionare meglio i pazienti ‘fit’ per radiochirurgia, certamente più efficace e meglio tollerata, attraverso un impiego adeguato della RMN e di markers molecolari, che di fatto candidano i pazienti a terapie più efficaci anche sulle localizzazioni cerebrali; – usiamo la WBRT soltanto in casi di diffusione estesa di malattia in pazienti ‘fit’ non candidabili ad approccio stereotassico, dopo colloquio adeguato con paziente e familiari su rischi e benefici dell’approccio”.
Avelumab in patients with chemotherapy-refractory metastatic Merkel cell carcinoma: a multicentre, single-group, open-label, phase 2 trial
Merkel cell carcinoma is a rare, aggressive skin cancer with poor prognosis in patients with advanced disease. Current standard care uses various cytotoxic chemotherapy regimens, but responses are seldom durable. Tumour oncogenesis is linked to Merkel cell polyomavirus integration and ultraviolet-radiation-induced mutations, providing rationale for treatment with immunotherapy antibodies that target the PD-L1/PD-1 pathway. We assessed treatment with avelumab, an anti-PD-L1 monoclonal antibody, in patients with stage IV Merkel cell carcinomathat had progressed after … (leggi tutto)
Il carcinoma a cellule di Merkel costituisce una patologia rara a partenza in genere dalla cute. La malattia insorge tipicamente in età avanzata e si caratterizza per un decorso clinico molto aggressivo. La malattia è generalmente sensibile a regimi chemioterapici contenenti platino ed etoposide o ciclofosfamide, adriblastina e vincristina, ma per periodi di breve durata. La prognosi rimane pertanto molto sfavorevole e le opzioni di trattamento limitate. In questo studio multicentrico internazionale di fase 2, avelumab anticorpo monoclonale anti-PD-L1 ha dimostrato in 88 pazienti arruolati in poco meno di 1 anno in 35 istituzioni una buona attività clinica in termini di risposte obiettive. La buona durata della risposta (mediana non raggiunta ad un follow-up di 10 mesi), la presenza di 8 remissioni complete ed il buon profilo di tollerabilità del trattamento costituiscono i punti di forza dello studio. I dati di avelumab in aggiunta a quanto già dimostrato con pembrolizumab autorizzano a prevedere l’inserimento di PD-1/PD-L1 inibitori quali opzioni di trattamento in questa rara patologia.
Changes in Antiemetic Overuse in Response to Choosing Wisely Recommendations
Antiemetics are used to prevent chemotherapy-induced nausea and vomiting in patients with cancer. Newer antiemetic agents (serotonin and neurokinin-1 receptor antagonists) have increased efficacy but are expensive. The American Society of Clinical Oncology’s first guideline in the 2013 Choosing Wisely (CW) campaign discouraged overuse of expensive antiemetics in patients with low risk of chemotherapy-induced nausea and vomiting. However, little is known about patterns or trends in antiemetic overuse or whether any change has occurred with the publication of the … (leggi tutto)
Spesso si sottolinea l’importanza di una profilassi antiemetica ottimale, denunciando il rischio che i farmaci appropriati siano impiegati in una percentuale di casi inferiore rispetto alle indicazioni delle linee guida. Questo interessante lavoro pubblicato su JAMA Oncology ci ricorda che si può incorrere anche nel rischio opposto, vale a dire l’eccesso di prescrizione di farmaci antiemetici. Gli autori hanno analizzato un grande numero di pazienti sottoposti a chemioterapia negli Stati Uniti per valutare l’appropriatezza della prescrizione antiemetica, in un periodo di tempo compreso tra il 2008 e il 2015. Durante questo intervallo di tempo, nel 2013, l’ASCO aveva invitato, nell’ambito della campagna Choosing Wisely, di evitare l’eccessivo impiego di antiemetici, in particolare per i farmaci chemioterapici a basso potenziale emetogeno. Ebbene, Encinosa e Davidoff documentano un’elevata percentuale di abuso di antiemetici (24% dei pazienti): le raccomandazioni ASCO avevano una ripercussione positiva nel semestre immediatamente successivo alla loro pubblicazione (7,0% di riduzione nell’abuso di antiemetici), ma tale effetto positivo risultava abbastanza effimero, in quanto si annullava passati i sei mesi dalla pubblicazione. Naturalmente, l’impiego inappropriato di antiemetici comporta un aumento della spesa: secondo i calcoli degli autori, l’appropriatezza consentirebbe un risparmio del 6,1% sul costo complessivo della chemioterapia. Secondo le linee guida AIOM (edizione 2015), per i farmaci a basso potenziale emetogeno (ad esempio la gemcitabina, il pemetrexed, i taxani) è raccomandata la profilassi dell’emesi acuta con un singolo farmaco (es. desametasone o un antagonista 5HT3) e nessuna profilassi per l’emesi ritardata.
10-Year Outcomes after Monitoring, Surgery, or Radiotherapy for Localized Prostate Cancer
The comparative effectiveness of treatments for prostate cancer that is detected by prostate-specific antigen (PSA) testing remains uncertain. We compared active monitoring, radical prostatectomy, and external-beam radiotherapy for the treatment of clinically localized prostate cancer. Between 1999 and 2009, a total of 82,429 men 50 to 69 years of age received a PSA test; 2664 received a diagnosis of localized prostate cancer, and 1643 agreed to undergo randomization to active monitoring (545 men), surgery (553), or radiotherapy (545). The primary outcome was prostate-cancer mortality at … (leggi tutto)
A dieci anni di follow-up, nessuna differenza in mortalità cancro-specifica e generale in soggetti affetti da carcinoma della prostata e malattia localizzata dopo sorveglianza attiva o trattamento chirurgico o radioterapico. Questa è la conclusione di uno studio randomizzato nel quale oltre 1.500 pazienti sono stati randomizzati a ricevere osservazione o trattamento attivo chirurgico o radioterapico. Nessuna differenza in mortalità anche derivante da altre cause. Nel gruppo randomizzato a strategia osservazionale è stato rilevato un aumento di incidenza di metastasi (p = 0,004) e di progressione di malattia (p < 0,001). Un’analisi comparativa di QoL condotta attraverso ‘patient-reported outcome’ ha favorito innegabilmente il gruppo randomizzato a sola sorveglianza attiva. Un periodo di osservazione maggiore sarà però necessario per comprendere se l’aumento di incidenza di metastasi sia destinato a tradursi in aumento anche di mortalità cancro-specifica. Al momento possiamo concludere che, nella malattia localizzata a basso rischio, la sorveglianza attiva è un’opzione alternativa al trattamento attivo sia chirurgico che radioterapico di cui ogni paziente dovrebbe essere informato e tra cui poter scegliere.
Pillole dall’Aifa
14 ottobre 2016 – L’Agenzia Italiana del Farmaco in prima linea in due importanti incontri internazionali
13 ottobre 2016 – Registro Carfilzomib – precisazione sull’utilizzo di carfilzomib in associazione con lenalidomide e desametasone nel mieloma multiplo
10 ottobre 2016 – Tecnologia digitale al servizio della salute: una via per ridurre i costi e favorire lo sviluppo della medicina personalizzata e di farmaci “su misura”
4th International Conference TRANSLATIONAL RESEARCH IN ONCOLOGY
Meldola (FC), 8 novembre 2016 Forlì, 9 – 11 novembre 2016 Deadline Call for Abstract posticipata al 20 ottobre 2016, ulteriori informazioni sono disponibili sul sito dell’evento: www.fictro2016.it
Cagliari, 9 novembre 2016 Settima tappa del Progetto itinerante AIOM di immuno-Oncologia. Evento riservato ai Soci AIOM Sardegna Le eventuali spese di treno e/o macchina saranno rimborsate tramite apposito modulo che sarà consegnato direttamente in sede congressuale
TUMORI DEI SENI PARANASALI E DELLA BASE CRANICA: SEMINARIO SULLE STRATEGIE INTEGRATE DI TRATTAMENTO Patologia rara come modello di trattamento multidisciplinare
Milano, 12 – 13 dicembre 2016 Scadenza domanda iscrizione 1 dicembre 2016
Editore: Intermedia s.r.l. – Via Malta 12/b, 25124 Brescia – tel. 030 226105 fax 030 2420472 – Reg. Trib. di Brescia n. 35/2001 del 2/7/2001 Per contattare la redazione e commentare le notizie clicca qui: redazione Per consultare i numeri arretrati della newsletter clicca qui: archivio Per sospendere la ricezione di questa newsletter clicca qui: AIOM news RIMUOVI