Comitato scientifico editoriale: Giuseppe Aprile, Paolo Carlini, Maria Vittoria Dieci, Massimo Di Maio, Raffaele Giusti, Domenica Lorusso, Laura Noto, Silvia Novello, Filippo Pietrantonio, Giuseppe Procopio, Daniele Santini Editore: Intermedia – Direttore Responsabile: Mauro Boldrini
Collaborazione Corriere della Sera – AIOM
Nuova web-app
Una web-app gratuita, in otto lingue, per computer, tablet e smartphone sul tumore del polmone è disponibile sul sito del Corriere della Sera in collaborazione con l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (leggi e scarica). Strumento interattivo in due versioni, per tablet/computer e smartphone, è il primo di una serie di 6 su altrettanti tipi di tumori per aiutare i cittadini a capire come si può prevenire e diagnosticare in tempo la malattia. Vi terremo informati sulla pubblicazione delle prossime web-app nel sito del Corriere.
Oggi in Oncologia
Ribociclib as First-Line Therapy for HR-Positive, Advanced Breast Cancer
The inhibition of cyclin-dependent kinases 4 and 6 (CDK4/6) could potentially overcome or delay resistance to endocrine therapy in advanced breast cancer that is positive for hormone receptor (HR) and negative for human epidermal growth factor receptor 2 (HER2). In this randomized, placebo-controlled, phase 3 trial, we evaluated the efficacy and safety of the selective CDK4/6 inhibitor ribociclib combined with letrozole for first-line treatment in 668 postmenopausal women with HR-positive, HER2-negative recurrent or metastatic breast cancer who had not received previous systemic … (leggi tutto)
Il ribociclib è un inibitore delle chinasi ciclino-dipendenti 4/6 (CDK 4/6) che induce l’arresto della cellula in fase G1. Nello studio MONALEESA 2, condotto in 668 pazienti in post-menopausa con carcinoma mammario avanzato HR+/HER2-, la combinazione ribociclib + letrozolo ha evidenziato rispetto a placebo + letrozolo: – una PFS significativamente più lunga (non raggiunta vs 14,7 mesi; HR = 0,56), – un tasso di risposte obiettive (RC + RP) significativamente più alto (40,7% vs 27,5%; p < 0,001), – un tasso di neutropenia di grado 3/4 molto rilevante (60% vs 1%), anche se asintomatica nella maggior parte dei casi (solo l’1,5% delle donne ha infatti presentato neutropenia febbrile), – aumento delle transaminasi nel 6-9% dei casi (vs 1% del gruppo placebo) ma asintomatico e reversibile con l’aggiustamento delle dosi. Questi dati confermano quindi l’ipotesi che l’aggiunta del ribociclib al letrozolo può dilazionare la comparsa di resistenza all’endocrinoterapia di prima linea. È pur vero che lo studio MONALEESA 2 ha arruolato un’alta proporzione di pazienti con malattia endocrino-sensibile (malattia metastatica de novo nel 34% dei casi; DFI > 24 mesi nel 60% delle pazienti); tuttavia la durata della PFS è stata più lunga in tutti i sottogruppi che hanno ricevuto ribociclib, compresi quelli con o senza metastasi viscerali. Vanno sottolineate tre osservazioni. 1) I risultati del MONALEESA 2 sono in linea con quelli riportati dallo studio PALOMA 2 (palbociclib + letrozolo vs placebo + letrozolo) sia in termini di PFS (con un 42% di riduzione del rischio proporzionale di progressione o di morte; HR = 0,58) che di tossicità. Tuttavia, attualmente gli inibitori di CDK 4/6 non sono autorizzati in Italia. 2) Lo studio MONALEESA 2 non permetteva, alla progressione, il crossover dal braccio placebo al braccio ribociclib e quindi non abbiamo dati di efficacia della sequenza letrozolo + placebo => letrozolo + ribociclib per capire se, in questa popolazione ormono-sensibile, l’utilizzo del ribociclib in seconda linea possa determinare comunque un beneficio analogo. E, vista l’assenza di studi di sequenze ormonali nella fase metastatica, questi dati sarebbero stati importanti. 3) Nello studio MONALEESA 2 si sono verificate 4 morti durante il trattamento: 3 nel gruppo ribociclib e 1 nel gruppo placebo. Una morte improvvisa del gruppo ribociclib si è associata ad ipokaliemia di grado 3 e a un prolungamento del tratto QT di grado 2; pertanto le pazienti in trattamento con ribociclib non devono assumere farmaci concomitanti associati a rischio di prolungamento del tratto QT.
Research needs in breast cancer
New research questions emerge as medical needs continue to evolve and as we improve our understanding of cancer biology and treatment of malignancies. Although significant advances have been made in some areas of breast cancer research resulting in improvements in therapies and outcomes over the last few decades, other areas have not benefited to the same degree and we continue to have many gaps in our knowledge. This article summarizes the 12 short and medium-term clinical research needs in breast cancer deemed as priorities in 2016 by a panel of experts, in an attempt to … (leggi tutto)
Il tumore della mammella è sicuramente tra i tumori solidi per i quali sono stati più rilevanti i progressi del trattamento. Peraltro, ad oggi rimangono ampi spazi per la ricerca e la recente pubblicazione su Annals of Oncology fa il punto su 12 obiettivi, a breve o a medio termine, che gli autori hanno giudicato prioritari per la ricerca in questo ambito. I 12 punti sono: 1) riduzione dell'”intensità” delle terapie impiegate negli stadi precoci, senza pregiudicare l’efficacia; 2) ricerca della durata ottimale del trattamento adiuvante; 3) sviluppo di strumenti e strategie per identificare le pazienti con predisposizione genetica; 4) miglioramento delle cure nelle pazienti giovani; 5) sviluppo di strumenti per accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci in popolazioni selezionate sulla base di biomarkers; 6) identificazione e validazione di target associati alla resistenza alla chemioterapia, alla terapia ormonale e alle terapie antiHER2; 7) valutazione dell’efficacia dei trattamenti locali nella malattia metastatica; 8) migliore definizione della sequenza dei trattamenti nella malattia metastatica; 9) definizione dell’impatto clinico dell’eterogeneità tumorale intra-paziente (tra sedi e cellule diverse dello stesso tumore); 10) migliore comprensione della biologia e identificazione di nuovi target nella malattia “triple-negative”; 11) migliore definizione del ruolo del sistema immune e migliore caratterizzazione della potenziale efficacia dell’immunoterapia; 12) ricerca per migliorare l’outcome delle pazienti lungo-sopravviventi, con attenzione alla qualità di vita e alle terapie di supporto.
Local consolidative therapy versus maintenance therapy or observation for patients with oligometastatic non-small-cell lung cancer without progression after first-line systemic therapy: a multicentre, randomised, controlled, phase 2 study
Evidence from retrospective studies suggests that disease progression after first-line chemotherapy for metastatic non-small-cell lung cancer (NSCLC) occurs most often at sites of disease known to exist at baseline. However, the potential effect of aggressive local consolidative therapy for patients with oligometastatic NSCLC is unknown. We aimed to assess the effect of local consolidative therapy on progression-free survival. In this multicentre, randomised, controlled, phase 2 study, eligible patients from three hospitals had histological confirmation of stage IV NSCLC, three or … (leggi tutto)
Il concetto di “oligometastatico” è nuovo e tuttora in evoluzione per il carcinoma polmonare, così come lo è la sua strategia terapeutica. Anche la strategia di mantenimento è stata introdotta da pochi anni in oncologia toracica così come il prendere in considerazione un trattamento locoregionale (in caso di oligometastasi appunto) in una malattia in stadio avanzato. Quest’ultimo approccio va ulteriormente a consolidare l’approccio multidisciplinare per tutto il decorso della malattia. Questo paper ha sicuramente il bias di un campione molto piccolo e di una popolazione estremamente eterogenea, ma ci fornisce in maniera prospettica dati che avevamo ad oggi per lo più da valutazioni retrospettive. Il consolidamento terapeutico con trattamenti locoregionali con o senza terapia di mantenimento, in pazienti affetti da NSCLC oligometastatici (3 o meno siti di metastasi) che non progrediscano dopo una terapia sistemica di induzione, è in grado di migliorare il tempo libero da malattia rispetto al gruppo di pazienti trattati con solo mantenimento. Questi dati sono alla base di un disegno di studio di fase III.
Prescription of Prophylactic Antiemetic Drugs for Patients Receiving Chemotherapy With Minimal and Low Emetic Risk
The use of antiemetic drugs for patients receiving chemotherapy with low or minimal emetic risk has been recognized as a growing concern for health care costs and patients’ welfare. Relatively few studies have examined antiemetic prophylaxis or treatment of emesis associated with chemotherapy with lower emetic risk. To describe the pattern in Japan of overprescribing prophylactic antiemetic drugs to patients who have received intravenous chemotherapy with minimal or low emetic risk. This secondary analysis of a health insurance claims database linked with the hospital-based cancer … (leggi tutto)
L’appropriatezza nell’applicazione delle linee guida relative alla profilassi antiemetica ci fa spesso sottolineare l’importanza di evitare il sotto-trattamento dei pazienti oncologici sottoposti a schemi di chemioterapia ad elevato o moderato potenziale emetogeno. D’altra parte, nel caso di chemoterapia a basso o minimo potenziale emetogeno, richiamare all’appropriatezza può voler dire evitare l’eccessiva prescrizione di farmaci antiemetici. Lo studio giapponese recentemente pubblicato su JAMA Oncology evidenzia, ad esempio, che un’elevata percentuale di pazienti affetti da varie neoplasie, che ricevevano chemioterapia a basso potenziale emetogeno, riceveva come profilassi sia un antagonista 5-HT3 che il desametasone: tale “doppia” prescrizione si verificava in un terzo circa dei pazienti ricoverati e in oltre la metà dei pazienti trattati in regime di day hospital. Gli autori sottolineano le ripercussioni di tale “sovra-prescrizione”, sia in termini di costi (non enormi, ovviamente, ma è importante cominciare a risparmiare anche sulle piccole voci di spesa), che in termini di potenziali effetti collaterali per i pazienti. Secondo le linee guida AIOM (edizione 2016) i pazienti sottoposti a chemioterapia a basso potere emetogeno possono ricevere un antiemetico (desametasone oppure un 5-HT3 antagonista oppure un antagonista dei recettori della dopamina) immediatamente prima della loro somministrazione. Nessuna profilassi dovrebbe essere somministrata per l’emesi ritardata, nei pazienti sottoposti a chemioterapia a basso potenziale emetogeno, né alcuna profilassi dovrebbe essere somministrata nel caso di farmaci classificati a minimo potenziale emetogeno, sia per l’emesi acuta che per l’emesi ritardata.
Association of Obesity-Related Metabolic Disruptions With Cancer Risk and Outcome
Over the past 40 years, the prevalence of obesity has increased epidemically worldwide, which raises significant concerns regarding public health and the associated economic burden. Obesity is a major risk factor for several conditions including cardiovascular disease and type 2 diabetes, and recent evidence suggests that obesity negatively affects cancer risk and outcome. The relationship between obesity and cancer is complex and involves multiple factors both at the systemic and cellular level. Indeed, disruptions in insulin metabolism, adipokines, inflammation, and sex … (leggi tutto)
Nel 2014, l’ASCO pubblicava un “position statement” su obesità e cancro, sottolineando l’importanza dell’argomento, sia sul versante dell’obesità come fattore di rischio per l’insorgenza di molte neoplasie, sia sul versante dell’impatto negativo in termini di tollerabilità dei trattamenti e di prognosi. Il 7 novembre 2016, sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Oncology numerosi articoli dedicati a questo tema, tra cui questo lavoro di Ana Elisa Lohmann e colleghi, dedicato alla descrizione delle associazioni tra le alterazioni metaboliche legate all’obesità, il rischio di sviluppare tumore e l’outcome dei pazienti che già hanno avuto una diagnosi di tumore. Come sottolineano gli autori, l’associazione tra obesità e cancro è complessa e coinvolge molti fattori sia a livello sistemico che a livello cellulare. L’articolo passa in rassegna, tra le altre, le evidenze relative alla resistenza all’insulina, all’infiammazione, ai livelli di ormoni sessuali, in vari tipi di tumore, tra cui il tumore del colon, il tumore della mammella, il tumore della prostata. L’evidenza prospettica dell’importanza del controllo del peso potrà essere rinforzata da studi clinici che valutano l’efficacia della riduzione del peso, sia mediante modifica dello stile di vita sia mediante intervento farmacologico: il risultato di questi studi sarà utile per quantificare la possibilità di migliorare la prognosi dei pazienti intervenendo direttamente sul peso.
In Europa
CHMP Issues Positive Opinion for Ofatumumab Combo in Relapsed CLL
The EMA’s Committee for Medicinal Products for Human Use (CHMP) has recommended approval of ofatumumab in combination with fludarabine and cyclophosphamide as a treatment for patients with relapsed chronic lymphocytic leukemia (CLL), according to Genmab, which codevelops the anti-CD20 antibody with Novartis.The application for ofatumumab was based on data from the phase III COMPLEMENT-2 study, in which the median progression-free survival … Leggi tutto
EC Approves Frontline Olaratumab for Soft Tissue Sarcoma
The European Commission has granted an accelerated approval to olaratumab in combination with doxorubicin as a frontline therapy for patients with advanced soft tissue sarcoma, making it the first new therapy for this indication in over 40 years.The decision, which was preceded by a positive opinion from the Committee for Medicinal Products for Human Use, was based on findings from the phase II JGDG study, which showed an 11.8-month improvement in overall survival … Leggi tutto
Dall’FDA
FDA Grants Brentuximab Vedotin Breakthrough Designation in CTCL
Brentuximab vedotin has received an FDA breakthrough therapy designation for the treatment of patients with CD30-positive mycosis fungoides (MF) or primary cutaneous anaplastic large cell lymphoma (pcALCL) following at least 1 prior systemic therapy, according to Seattle Genetics, the manufacturer of the anti-CD30 antibody-drug conjugate.The designation, which will expedite the development and review of brentuximab vedotin for use in these 2 most common subtypes … (leggi tutto)
FDA Approves Nivolumab for Head and Neck Cancer
The FDA has approved nivolumab for patients with metastatic or recurrent squamous cell carcinoma of the head and neck (SCCHN) following progression on platinum-based therapy.The approval is based on the CheckMate-141 study, in which the median overall survival (OS) with nivolumab was 7.5 months compared with 5.1 months with investigator’s choice (HR, 0.70; 95% CI, 0.52-0.92; P = .0101). The objective response rate (ORR) was 13.3% with nivolumab and … (leggi tutto)
Pillole dall’Aifa
11 novembre 2016 – Appropriatezza nel trattamento dell’osteoporosi. AIFA presenta il nuovo algoritmo
TRA CLINICA E RICERCA IN ONCOLOGIA: COME IL LABORATORIO ED I RISULTATI DELLA RICERCA ENTRANO NEI NOSTRI AMBULATORI Congresso G.O.N.O. nel 29° anniversario della Fondazione
TUMORI DEI SENI PARANASALI E DELLA BASE CRANICA: SEMINARIO SULLE STRATEGIE INTEGRATE DI TRATTAMENTO Patologia rara come modello di trattamento multidisciplinare
Milano, 12 – 13 dicembre 2016 Scadenza domanda iscrizione 1 dicembre 2016
Editore: Intermedia s.r.l. – Via Malta 12/b, 25124 Brescia – tel. 030 226105 fax 030 2420472 – Reg. Trib. di Brescia n. 35/2001 del 2/7/2001 Per contattare la redazione e commentare le notizie clicca qui: redazione Per consultare i numeri arretrati della newsletter clicca qui: archivio Per sospendere la ricezione di questa newsletter clicca qui: AIOM news RIMUOVI