domenica, 30 giugno 2024
Medinews
9 Febbraio 2000

EPATITE B, CIRROSI E TUMORE DEL FEGATO

La cirrosi scompensata da HBV rappresenta il 15-20% delle indicazioni per trapianto epatico in Italia. L’epatocarcinoma è il più frequente tumore epatico primitivo: l’80-90% circa dei casi di epatocarcinoma è associato alla presenza di cirrosi epatica e la presenza di HBsAg raddoppia nei pazienti cirrotici il rischio di sviluppare l’epatocarcinoma. E’ stato inoltre stimato che la quota di epatocarcinoma nella popolazione Italiana attribuibile al virus B è del 20%. In Italia l’epatocarcinoma rappresenta, per l’uomo, il 4% di tutti i tumori e il 7% delle cause di morte per tumore. La mortalità per questa patologia è aumentata da 4,8/100,000 abitanti del 69 a 10,9 del ’94.
Fin dal 1984 il vaccino per l’HBV è stato fortemente raccomandato e offerto gratuitamente ad alcuni gruppi esposti ad un elevato rischio di infezione, come i conviventi di portatori cronici di HBsAg, gli operatori sanitari, i pazienti dializzati e politrasfusi, i tossicodipendenti e gli omosessuali maschi. Tuttavia l’adesione alla vaccinazione non è sempre scontata a causa della scarsa informazione e della sottostima del rischio. L’immunizzazione dei tossicodipendenti con il vaccino è un’impresa particolarmente ardua. Non solo: il 19% degli operatori sanitari del Nord e il 39% di quelli del Sud ha rifiutato la vaccinazione.
La legge del ’91 ha sancito l’obbligatorietà della vaccinazione dei neonati e dei bambini fino a 12 anni e al momento la copertura vaccinale degli adolescenti e di circa il 95% al Centro-Nord ma è solo del 70% al Sud. Questo fenomeno di evasione costituisce un pericolo di infezione tant’è che la maggiore incidenza di nuovi casi di epatite virale acuta si verifica nelle fasce d’età giovane-adulta molto spesso in relazione agli stili di vita: alle abitudini sessuali e all’uso di sostanze stupefacenti.
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