domenica, 30 giugno 2024
Medinews
29 Febbraio 2000

TUMORE AL SENO: BILANCI E STRATEGIE DOPO IL VIAGGIO NELLE PERIFERIE D’ITALIA

Convegno al Senato delle parlamentari e dei vertici di Europa Donna

Epidemiologia – Il cancro al seno è a tutt’oggi la malattia tumorale più temibile per il sesso femminile e la prima causa di morte nella fascia d’età tra i 35 e i 44 anni. Si calcola che in Italia siano oltre 31.000 le donne che ogni anno si ammalano di questa neoplasia e ben 11.000 perdano la vita. Non solo: in base alle proiezioni degli esperti, una donna su nove ha un’altissima probabilità di sviluppare nel corso della sua vita un tumore alla mammella. A rischiare maggiormente sono le abitanti del nord. Secondo i dati dei Registri Tumori, infatti, mentre a Latina e Ragusa il cancro al seno colpisce rispettivamente 52 e 68 donne ogni 100.000, a Torino l’incidenza sale a 92 casi, 95 a Genova, per sfiorare i 100 a Varese. I motivi di questa distribuzione geografica non sono completamente noti, ma è verosimile pensare ad una correlazione con gli stili di vita, l’industrializzazione, l’alimentazione e le abitudini riproduttive diametralmente opposte tra il nord e il sud della nostra penisola.

Di cancro si può guarire – Oggi per curare il cancro al seno sono disponibili protocolli terapeutici che permettono di personalizzare la terapia e di ottenere risultati sempre più soddisfacenti, riducendo al minimo le umilianti mutilazioni che ancora pochi anni fa condizionavano drammaticamente la vita sociale e affettiva delle persone operate. Attualmente sono a disposizione tecniche chirurgiche evolute, chemioterapia, radioterapia e cure farmacologiche che concorrono a migliorare i risultati di sopravvivenza. A cinque anni dall’intervento, il 65% delle pazienti viene considerata guarita, ma se la neoplasia operata è inferiore ai 2 cm. di diametro e i linfonodi sono liberi, la percentuale di guarigione sfiora il 90%.

La prevenzione – I trials clinici hanno evidenziato che lo screening del seno tramite la mammografia, nelle donne con età superiore ai 50 anni, riduce i casi di mortalità del 20-40%. La sopravvivenza dopo la diagnosi e il trattamento è inoltre direttamente legata allo stadio della malattia e al momento della diagnosi: il 70-80% delle identificazioni dei casi di cancro durante lo screening potrebbe avere una buona prognosi. Purtroppo, però lo screening nella popolazione a rischio è ancora oggi insifficiente. I programmi di intervento coprono infatti solo il 6% delle donne interessate.

Ai lavori partecipano, tra gli altri, le sen. Anna Maria Bernasconi, Carla Castellani, Francesca Scopelliti, Monica Bettoni Brandani, le on. Marida Bolognesi e Angela Napoli, la presidente di Europa Donna, Francesca Merzagora, oltre a medici, oncologi e rappresentanti delle associazioni. Sono state inoltre invitate le ministre del governo D’Alema: Rosy Bindi, Laura Balbo, Kati Bellillo, Patrizia Toia, Livia Turco, Giovanna Melandri.


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