domenica, 30 giugno 2024
Medinews
13 Marzo 2001

LA CME E LA SIMER

Le ragioni di ciò sono molteplici: scarsa sensibilità deontologica personale, mancanza di organi di controllo e verifica della qualità delle prestazioni e del costo delle stesse, assenza di incentivi carrieristici ed economici per l’aggiornamento professionale, ecc.
Il panorama sta tuttavia cambiando anche in accordo con il passaggio alla fase attuativa della normativa stabilita dal SSN in tema di aggiornamento professionale ((D.L. 19/06/1999, N°229).
La CME, trova la propria ragion d’essere nella necessità da parte del medico di adattare la propria preparazione all’evoluzione del mondo sanitario e alle mutate aspettative degli assistiti. Da un lato, si sta infatti assistendo a cambiamenti demografici (invecchiamento della popolazione, società multietniche…) con conseguente diverso pattern di patologie da trattare (ad. es. asma dell’anziano), ad una rapida evoluzione tecnologica, ad un nuovo modo di soddisfare la richiesta di cure da parte dei distributori di servizi (assistenza domiciliare, dimissione protetta, riduzione dei posti letto, incremento delle prestazioni ambulatoriali e di day hospital), ad un mutamento dei ruoli professionali (infermieri a laurea breve, tecnici specializzati). Dall’altro stanno cambiando le aspettative del paziente: autonomia nella scelta del fornitore di prestazioni mediche, aumento delle risorse economiche, enfasi sul rapporto efficienza/efficacia, aspettativa di aggiornamento medico continuo (il paziente legge, ascolta, chiede spiegazioni al medico)
In questo inizio dei Terzo millennio la CME deve quindi: trattare i problemi che il medico si trova ad affrontare nella sua attività professionale quotidiana venendo così incontro sia alle esigenze professionali della popolazione medica che alle richieste degli utenti; portare insegnamenti di utilità pratica sulla gestione delle patologie in esame (protocolli diagnostici e terapeutici, insegnamento di tecniche manuali, etc) ponendo come linea di riferimento la evidence based medicine ed i sussidi tecnologici di pronta disponibilità e di seconda istanza; offrire un ampio sguardo sulle tecniche diagnostiche e terapeutiche in uso ed integrarle con i campi di ricerca in via di sviluppo in modo da creare un substrato di conoscenze tale da far sì che le innovazioni in campo medico siano di più rapida acquisizione ed applicazione; promuovere l’uso della tecnologia informatizzata (free comunication of data, interprofessional working); proporre al medico una visione sistematica dell’evoluzione della domanda e della necessaria e conseguente evoluzione dell’organizzazione e della capacità di offerta dei servizi sanitari (health care delivery system) di modo che la gestione della professione medica non si limiti esclusivamente all’atto medico ma prenda in considerazione elementi organizzativi ed economici.
Quest’ultimo punto ci porta dunque a vedere l’educazione medica continua parte del cosidetto “Continuing Professional Development”, cioè un’evoluzione multidisciplinare delle conoscenze e delle capacità che, accanto all’upgrade del sapere medico, includa aspetti manageriali e socioeconomici, elemento richiesto dai sistemi sanitari europei che vedono nella figura del medico un professionista che deve confrontarsi quotidianamente con la pianificazione delle proprie scelte in relazione agli outcomes e alle risorse a sua disposizione.
A questa esigenza di educazione medica continua gli Stati stanno rispondendo con legislazioni sempre più severe che, sebbene al momento in gran parte inattuate, tendono a portare alla obbligatorietà della ricertificazione. A livello internazionale lo statuto dell’Unione Europea dei Medici Specialisti UEMS – organo costituito dai rappresentanti delle associazioni mediche nazionali ed internazionali con lo scopo di rappresentare i Medici Specialisti dell’Unione Europea e di coordinare ed uniformare attraverso le Sezioni di Specialità il loro training – oltre ad avere stilato tramite le proprie sezioni di Specialità i position paper sul Training of Medical Specialists in EC (1993), sulla Quality Assurance in Medical Specialist Practise in the EU (1996) e sulla Visitation of Training Centres (1997), già nel 1994 si è espressa in merito alla CME definendola un dovere etico e morale. L’ Harmonization Committee del UEMS ha anche elaborato ed approvato la “Charter on CME for the Medical Specialist” in cui vengono definiti i criteri di indipendenza economica e politica della CME, la sua volontarietà, i principi di qualità a cui le attività CME ed i providers delle stesse devono ispirarsi.
Molto interesse sta suscitando l’evoluzione del sistema CME nella pneumologia italiana. Nel 1997 la Società Italiana di Medicina Respiratoria (SIMER) ha fatto proprie le linee guida sulla CME approvate ed adottate nel 1996 dal UEMS-UEA (Union of Medical Specialists – Union of European Allergologists) e dall’EAACI (European Academy of Allergology and Clinical Immunology).
Nel ’99 gli sforzi congiunti della SIMER, dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) e della Federazione Italiana per la lotta contro la Tubercolosi hanno portato alla nascita della Unione Italiana per la Pneumologia (UIP) che considera l’aggiornamento professionale uno dei propri obiettivi prioritari. In questo panorama in rapida evoluzione si è avvertita la necessità di una struttura che assuma il ruolo di Autorità Nazionale per l’Accreditamento delle attività di educazione medica continua in pneumologia. Questo Consiglio scientifico dovrà affiancare l’European Accreditation Council for CME dell’UEMS nel processo di accreditamento delle strutture dispensatrici di programmi CME e garantire il contenuto scientifico dell’educazione professionale richiesto dal Servizio Sanitario Nazionale (D.L. 19/06/1999, N°229).
Il Consiglio Italiano per l’Accreditamento della CME in Pneumologia (CME-ICAP) rappresenta dunque l’Autorità professionale Italiana di coordinamento per l’accreditamento delle attività di educazione medica continua in Pneumologia. La scopo della CME-ICAP, co-sponsor, accreditatrice e monitor di attività CME, sarà di garantire un’alta qualità dei programmi CME, che devono essere di rilevanti contenuti scientifici ed educazionali e liberi dell’influenza dell’industria farmaceutica.
Poiché la qualità dell’informazione scientifica divulgata è essenziale nelle attività di CME, i membri della CME-ICAP sono stati designati in relazione ad un documentato curriculum professionale internazionale (I.F. ³ 120) e risulta composto, oltre che da un Presidente ed un Segretario Esecutivo, da due membri del Consiglio dei Direttori delle Scuole di Specializzazione in Malattie Respiratorie, da due membri del Collegio dei Professori in Pneumologia e da due membri designati dall’UIP. Basandosi su un sistema già adottato dalla EAACI e dalla Federazione Europea delle Società di Neurologia, la CME-ICAP i propone di collaborare con le Istituzioni Ministeriali e professionali, nella programmazione ed attuazione di iniziative di CME e a garantire l’attribuzione e la reciprocità dei crediti nei Paesi dell’Unione Europea. Attualmente sia eventi proposti dall’AIPO, dalla SIMER che da altre figure professionali interessate al processo dell’educazione medica continua (Ospedali, Università, etc) sono in fase di valutazione da parte del consiglio cme-icap e, con il supporto di una segreteria tecnica ad hoc, sono in fase di distribuzione i crediti conseguiti dai medici che anno partecipato al congresso UIP organizzato dalla SIMER e svoltosi nel novembre scorso a Catania.
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