domenica, 30 giugno 2024
Medinews
10 Settembre 2001

LE PRINCIPALI MALATTIE A TRASMISSIONE SESSUALE

Nell’80 per cento dei casi c’è la possibilità di ricadute, che si verificano secondo meccanismi ancora sconosciuti: si sa però che la fase di latenza (durante la quale il virus è presente nell’organismo, ma non agisce) è influenzata dallo stato immunologico del paziente. A volte il virus può venire riattivato da fattori come febbre, stress emotivi, esposizione al sole, fase premestruale, uso di particolari farmaci, che determinano la ricomparsa della lesione cutanea nello stesso posto della prima volta, con una frequenza che può variare da una a sei-otto volte al mese.
Il contagio avviene attraverso:
· rapporti sessuali o altri stretti contatti fisici con persone infette, sintomatiche o no, attraverso la saliva, i fluidi genitali o le lesioni della pelle.
· un taglio, un’abrasione, un’ulcerazione della pelle o delle mucose.
I segnali dell’infezione variano da individuo a individuo: quando il virus è attivo compaiono lesioni sulla pelle, sotto forma di vescicole dolorose. Il primo attacco può essere più o meno forte, e a volte le lesioni sono accompagnate da malessere, ingrossamento dei linfonodi, stanchezza. Nei casi più gravi, le lesioni della pelle durano fino a tre settimane. In pochi casi, comunque, la prima infezione può non dare sintomi: la malattia può restare perciò allo stato latente per mesi prima di manifestarsi e per questo motivo l’herpes genitale può essere trasmesso senza saperlo. Per prevenire o alleviare i sintomi è opportuno iniziare tempestivamente una terapia orale antivirale (su prescrizione medica), che è tanto più efficace quanto più precoce è l’assunzione. Per ridurre la comparsa di veschichette si applica invece una pomata.




2. LA CHLAMIDIA TRACHOMATIS

Nei paesi industrializzati, è la Chlamidia trachomatis il germe più diffuso nell’ambito delle malattie sessuali (oltre tre milioni di casi nei soli Stati Uniti).
Si tratta di un batterio presente nella popolazione sessualmente attiva. Nell’uomo l’infezione si localizza con frequenza all’uretra (il condotto che dalla vescica porta l’urina verso l’esterno) e, di solito, in chi ha meno di 35 anni, nella zona del testicolo. Nella donna invece può localizzarsi ancora all’uretra, al collo dell’utero e agli organi circostanti, e in questo caso se non viene curata può causare una malattia infiammatoria alla zona pelvica (Pid), che può portare anche alla sterilità. Inoltre, durante il parto la donna gravida può trasmettere l’infezione al neonato, causandogli congiuntiviti (che possono causare cecità), polmoniti e otiti.
Si trasmette attraverso il contatto sessuale, anche con persone che hanno l’infezione ma non i sintomi. Spesso infatti la clamidia non dà sintomi e questo rende più difficile la diagnosi: nella donna i disturbi – sotto forma di dolori durante i rapporti sessuali, secrezioni vaginali anomale, perdite di sangue tra una mestruazione e l’altra, febbre moderata – compaiono solo quando l’infezione è in fase più avanzata. Nell’uomo, il sospetto può sorgere quando ci sono bruciori e difficoltà a urinare, accompagnati da secrezione scarsa o assente.

3. LO HUMAN PAPILLOMA VIRUS

Lo Human papilloma virus (Hpv) è responsabile di infezioni che provocano sulla pelle formazioni dure e appuntite, chiamate in termini medici condilomi acuminati, ma più comunemente conosciute come “creste di gallo”.
Nell’uomo, queste formazioni si presentano nella zona del glande, del prepuzio e della regione ano-perineale. Nella donna possono interessare ancora l’ano, il perineo, la vulva, la vagina e la cervice uterina (il collo dell’utero), mentre alcuni sottotitpi di questo virus potrebbero essere all’origine del cancro alla cervice.
Generalmente si trasmettono attraverso i rapporti sessuali non protetti. Sono più a rischio le persone immunodepresse e, nel 40 per cento circa dei casi, i condilomi si associano ad altre malattie sessualmente trasmesse, per cui è opportuno effettuare anche altri controlli, in particolare per quanto riguarda il virus dell’epatite B (Hbv).
Spesso l’infezione da Hpv non presenta sintomi (soprattutto nella donna, se colpisce la vagina o la cervice), mentre nella zona perianale è il prurito che può rivelare la presenza di condilomi.




4. SIFILIDE E GONORREA

Sono due le malattie veneree causate da batteri: la sifilide e la gonorrea.
La sifilide è dovuta al treponema pallidum ed è un’infezione molto contagiosa che si manifesta da una a 12 settimane dopo aver avuto rapporti sessuali con un partner infetto, generalmente con una lesione nella zona genitale. È questo il primo stadio della malattia, cui seguono talvolta eruzioni cutanee e disturbi simili a quelli dell’influenza. All’ultimo stadio, la sifilide può interessare la pelle, le ossa, le articolazioni, l’apparato cardiovascolare e il sistema nervoso centrale, fino a causare danni cerebrali, disturbi al cuore, cecità e morte. Se non viene curata adeguatamente, l’infezione rimane attiva anche quando scompaiono i sintomi.
La gonorrea è molto diffusa, facilmente trasmissibile, ed è causata dal gonococco. I sintomi principali, che generalmente si manifestano da due a dieci giorni dopo il rapporto sessuale con un partner infetto, sono:
· bruciore durante la minzione
· secrezioni dal pene o dalla vagina.
In alcuni casi, specialmente nelle donne e nella fase iniziale, i sintomi sono lievi; nelle fasi avanzate dell’infezione, invece, si possono avere:
· perdite di sangue
· febbre
· dolore nella zona pelvica
· gonfiore alle articolazioni.
Se non viene curata, la gonorrea può causare una malattia infiammatoria pelvica (Pid) responsabile di molti casi di infertilità e gravidanza extrauterina. Il bambino che nasce da una donna infetta può contrarre la malattia durante il parto.

5. COME SI CURANO LE MST

Le malattie a trasmissione sessuale possono essere causate da diversi microorganismi: principalmente batteri e virus. E da questo dipende l’approccio terapeutico.
Diagnosticato il germe responsabile, le infezioni di tipo batterico (come gonorrea, sifilide, infezione da Chlamydia trachomatis ecc.) sono facilmente curabili. Attualmente esistono nuove classi di antibiotici che, oltre a garantire la guarigione, si possono prendere in un’unica somministrazione, rendendo il trattamento più semplice da seguire.

Al contrario, le infezioni virali non si possono eliminare dall’organismo: i virus, una volta penetrati nel corpo, non possono infatti più essere allontanati.
La gravità delle conseguenze di queste infezioni è variabile: l’Aids, sindrome che consegue all’infezione da Hiv, può portare alla morte, mentre l’infezione da herpes (Hsv) può rimanere sempre silente, oppure manifestarsi solo con poche recidive (cioè ricadute) nell’arco della vita. Alcune persone, però, presentano recidive di herpes genitale così frequenti da rappresentare un serio danno per la salute. Il fatto che un’infezione non si possa eliminare non significa che non esistano medicine per il suo trattamento: nel caso dell’infezione ricorrente da herpes genitale, i nuovi farmaci antivirali permettono di ridurre la durata dei sintomi, così come i farmaci antiretrovirali hanno migliorato nettamente la salute di molte persone con infezione da Hiv.
In tutti i casi, per avere successo la terapia consigliata dal medico dovrà essere seguita scrupolosamente, rispettando il dosaggio e il periodo stabilito. Il partner sessuale dovrà essere informato e seguire lo stesso ciclo terapeutico.
Attenzione: nel caso di infezione virale genitale anche senza sintomi, il virus permane nelle secrezioni genitali e può essere trasmesso ai partner sessuali, senza saperlo: l’unico strumento di prevenzione è, in questi casi, evitare rapporti sessuali non protetti. La stessa precauzione va presa durante il trattamento di una malattia a trasmissione sessuale.

6. I RISCHI DI UNA MST NON CURATA

L’importanza della diagnosi precoce e cura di una MST dipende dalla facilità di trasmissione di queste infezioni al partner sessuale durante rapporti non protetti. Inoltre, anche patologie facilmente curabili sono responsabili dello sviluppo di gravi complicazioni che interessano l’apparato riproduttivo, soprattutto femminile:

· la Malattia Infiammatoria Pelvica (MIP)
· la sterilità
· la gravidanze ectopica
· alcuni casi di poliabortività e di mortalità perinatale.

L’eziologia di alcune patologie neoplastiche è di origine virale. I carcinomi genitali, in particolar modo della cervice uterina, sono principalmente associati ad infezione cervicale da HPV; l’epatite cronica e le sue conseguenze, fino alla cirrosi epatica e al carcinoma epatico, nel 2% dei casi circa possono essere ricondotte all’infezione da HBV contratta sessualmente. Infine merita particolare attenzione il ruolo delle MST come cofattore della trasmissione sessuale di HIV. E’ stato calcolato che il rischio di trasmissione e di acquisizione di HIV per singolo contatto eterosessuale aumenta significativamente in presenza di una MST.
7. OTTO REGOLE PER PROTEGGERSI DALLE MST

I metodi di prevenzione per l’acquisizione di una MST variano dall’astinenza sessuale alla adozione di comportamenti sessuali sicuri che sono in grado di annullare o ridurre il rischio:
· usare costantemente il preservativo (latex) durante ogni rapporto vaginale o anale. Il preservativo rappresenta la migliore protezione
· usare costantemente il preservativo (latex) durante ogni rapporto oro-genitale (oro-vaginale, oro-penieno, oro-anale).

Per evitare il rischio di trasmettere le MST attraverso il contatto della bocca con l’area genitale è necessario:
· limitare il numero di partner sessuali
· non aspettare di recarsi dal medico specialista al momento della comparsa dei sintomi riferibili ad una MST
· informare il partner della propria infezione genitale in modo da permettere diagnosi e cura precoce
· evitare rapporti sessuali non protetti nel periodo di trattamento della MST anche in assenza di sintomatologia
· utilizzare comunque il preservativo durante l’utilizzo di altre forme di contraccezione (pillola, IUD o diaframma)
· eseguire uno screening per MST annualmente, particolarmente in caso di nuovo partner sessuale.
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