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Medinews
2 Giugno 2001

CHE COS’E’ LA DEPRESSIONE

Alcune persone possono provare questi sentimenti occasionalmente, altre hanno episodi più frequenti o con effetti più durevoli nel tempo. La depressione non è un’idea o un sentimento insondabile o comprensibile, ma una malattia vera a propria, che può durare mesi o anni.
Se si hanno dei parenti diretti ammalati di depressione il rischio di soffrirne può essere il triplo rispetto alla popolazione normale. Ogni tre persone ammalate due sono donne. Ogni anno due donne su cento si ammalano, mentre per gli uomini l’incidenza è di uno a cento. Oltre ad avere una aumentata possibilità di ammalarsi nel corso della vita, le donne tendono a riferire, rispetto agli uomini, un maggior numero di sintomi. La vulnerabilità delle giovani generazioni sembra aumentata, probabilmente ciò è dovuto a molti fattori: uso di sostanze, dieta e ai cambiamenti occorsi nella struttura familiare, sociale e occupazionale, uniti al generale incremento dell’urbanizzazione. Le differenze tra i sessi sembrano diminuire con gli anni, con l’affermarsi cioè dei nuovi ruoli sociali. L’aspetto comunque più allarmante è che, per tutti, il rischio di ammalarsi è aumentato durante tutto l’arco del ventesimo secolo.


1. Cos’è l’umore
L’umore è il tono emotivo di base delle persone. Il nostro umore condiziona il fluire delle emozioni, dei sentimenti, delle idee ed è determinato dall’equilibrio dovuto all’alternarsi di gioie, contentezza, soddisfazioni con infelicità e dolori. I due estremi consistono nella tristezza e nell’euforia. Questi sentimenti rappresentano la risposta interiore che diamo agli eventi esterni. Il desiderio di vivere è indispensabile per fare progetti e guardare con serenità al futuro e ciò viene meglio affrontato con un buon equilibrio dell’umore. Le occasioni conviviali, i rapporti affettivi, i giochi, gli spettacoli sono i meccanismi sociali che vengono attivati per determinare quel clima che ci consente di vivere meglio.
La depressione può consistere nell’abbassamento del normale tono dell’umore che può colpire chiunque durante la vita, oppure manifestarsi nella malattia vera e propria.
Essere di cattivo umore o provare malinconia è del tutto normale: sentimenti di tristezza, insoddisfazione, calo dell’entusiasmo, così come benessere e soddisfazione con aumento dell’energia e delle attività, sono sentimenti generalmente di breve durata e con effetti minimi sulle attività quotidiane.

2. La personalità
Nelle personalità di tipo depressivo si osserva una tendenza al pessimismo, rara allegria, scarsa fiducia in se stessi e poca aggressività. Generalmente i depressi sono diligenti, con forte senso del dovere, ma scarso entusiasmo.

3. I fattori scatenanti
Sono generalmente gli eventi avversi o le situazioni che comportano stress:
Eventi di vita: Lutto, perdita, separazione, nascita, delusioni
Situazioni stressanti: Vita interiore, ambientali
Salute: Malattia, disabilità, vecchiaia.

4. La malattia
L’esordio della malattia può avvenire a tutte le età, ma i periodi adolescenziali e della prima giovinezza sono quelli a maggior rischio, soprattutto per le donne. Gli uomini invece rischiano maggiormente dai trentacinque ai quarantaquattro anni. Circa due casi di depressione su dieci si prolungano nel tempo diventando cronici. Nella donna la frequenza della cronicità è quattro volte maggiore che nell’uomo.

5. Il volto della depressione
La depressione si caratterizza per il dolore, l’angoscia, l’incapacità di provare affetto: tutto appare grigio, incolore; l’espressione è dolorosa, disperata, angosciata e con scarsi movimenti; il pensiero è faticoso e infelice; le decisioni sono difficili da prendere; i movimenti faticosi e lenti; le membra pesano come piombo.
La depressione di per sé è la tristezza insanabile, senza consolazione, l’infelicità che pervade tutte le ore della giornata, tutti i giorni della settimana, per diversi mesi o anni. Insorge senza causa apparente, oppure è sproporzionata, eccessiva rispetto all’evento che l’ha scatenata.

6. Come si riconosce la depressione
Come tutte le malattie si riconosce per alcune caratteristiche come la familiarità, il decorso, l’esito e dai sintomi che nel loro insieme alterano le normali funzioni del malato. Le attività quotidiane appaiono più difficili, la mancanza di speranza e le idee di suicidio possono sembrare l’unica soluzione. Le fluttuazioni dell’umore determinano il desiderio di ritirarsi dalle attività quotidiane e dall’ambiente esterno.

Se da almeno due settimane:
· Cambiano i sentimenti o le percezioni
le attività della vita non sono più interessanti o non danno alcun piacere, diminuisce il desiderio sessuale, si avvia un vortice dal quale non si riesce ad uscire, non c’è più speranza, nessuno può fornire aiuto, tutto è inutile, la tristezza prende il sopravvento, il pianto non è consolatorio.
· Diminuisce la consapevolezza di sè
ci si autosvaluta, ci si sente in colpa in modo non consono alla realtà, non si riesce a decidere, ci si sente insicuri, inutili, si pensa alla propria morte e si può pianificare anche il suicidio
· Cambiano le attitudini e i comportamenti
mancano le energie, tutto è faticoso, anche attività minime come il vestirsi diventano noiose e possono richiedere più tempo del normale, non si ha cura del proprio aspetto e delle proprie responsabilità, subentra l’apatia, l’insoddisfazione e si ha difficoltà a concentrarsi o per distrazione o per problemi di memoria. Le attività che richiedono concentrazione sono praticamente impossibili da realizzarsi, si assiste ad un rallentamento esagerato del pensiero, del parlare e dei movimenti o, al contrario, l’agitazione può prevalere con incapacità a rimanere seduti o fermi.
· Compaiono disturbi neurovegetativi
i cambiamenti dell’appetito possono determinare aumenti o perdita di peso anche in poche settimane, il sonno diventa disturbato con difficoltà ad addormentarsi o impossibilità di dormire o con risvegli anticipati ma può anche capitare di avere troppo sonno durante tutta la giornata. Calano, inoltre, la libido e l’energia, compaiono dolori di testa, di schiena, di stomaco e nausea.

7. Intensità della depressione
La depressione può essere lieve, moderata o grave, secondo il numero e la severità dei sintomi presenti. L’approccio terapeutico potrà differire nelle diverse forme.

8. I ritmi della depressione
La depressione varia nell’arco della giornata, infatti è generalmente più grave al mattino che alla sera. Probabilmente ciò è dovuto all’alternarsi dei ritmi di luce e di buio, che determinano l’alterazione delle fasi del sonno. Anche i periodi di attività e riposo sono influenzati dalla malattia, alternandosi in modo più frequente del normale. Infine la depressione può avere carattere stagionale, con maggiore incidenza e gravità nei mesi autunnali e invernali, quando i periodi di luce diurna si accorciano.

9. Le ricadute
Sono causate da cambiamenti chimici del cervello: secondo alcuni studi internazionali, il rischio di ricaduta è del 50% dopo una depressione, del 70% dopo due depressioni e del 90% dopo tre depressioni. E’ importante quindi non solo curare gli episodi depressivi ma anche prevenirli.

10. La cura
La depressione si manifesta sulla base di una predisposizione biologica (genetica e biochimica) e psicologica. I fattori di rischio possono essere gli eventi critici della vita o la comparsa di altre malattie. La depressione è una malattia curabile con efficaci trattamenti disponibili.

11. La guarigione spontanea
Attraverso la depressione si può imparare a conoscere meglio se stessi e l’esperienza può rivelarsi utile per il futuro. Tuttavia, prima dell’avvento delle moderne terapie psicologiche e farmacologiche, la spontanea risoluzione dei sintomi della depressione avveniva in un periodo di tempo variabile da circa sei mesi a qualche anno.
Pensare di poter guarire da soli rischia quindi di prolungare inutilmente il tempo della sofferenza.

12 Trattamenti
Quando la depressione è lieve, il paziente può usufruire di un trattamento volto all’individuazione e alla comprensione del contesto psicosociale e ambientale circostante e ricorrere alla psicoterapia da sola o in combinazione con farmaci antidepressivi. Se la depressione è di gravità moderata o severa bisogna considerare che la terapia farmacologica consente di risolvere i sintomi più gravi in maniera abbastanza rapida e la psicoterapia può essere convenientemente associata.

13. I farmaci antidepressivi
I farmaci sono efficaci in circa l’80% dei casi di depressione, indipendentemente dalla causa che ne è all’origine.

· Come funzionano
I farmaci antidepressivi agiscono sui sistemi del cervello che regolano la trasmissione nervosa e in modo particolare sulle monoamine serotonina e noradrenalina, implicate nella genesi della depressione. Il principio di funzionamento consiste nell’aumentare i livelli delle monoamine, potenziandone quindi gli effetti a livello cerebrale, e nel riequilibrare nel tempo i meccanismi neuronali alterati dalla malattia.
L’azione dei farmaci risulta evidente dopo un periodo variabile che va da due a tre settimane, ma può essere necessario anche più tempo per raggiungere il massimo di efficacia. Anche se tutti i farmaci sono potenzialmente efficaci, non tutti i pazienti rispondono ugualmente bene allo stesso composto. La scelta dell’antidepressivo da parte del medico dipende quindi dal tipo di depressione, dalle caratteristiche del paziente e dagli effetti collaterali che il farmaco può indurre.
Sulla base di questa modalità d’azione riconosciamo diversi gruppi (i principi attivi elencati sono solo alcuni tra tutti quelli riportati nel prontuario dei farmaci):

· Antidepressivi classici

Bloccanti non selettivi della ricaptazione
Amitriptilina, imipramina, clomipramina, desipramina, dotiepina, nortriptilina.
Farmaci in commercio da diversi anni, bloccano in modo variabile e senza specificità, la cattura dei neurotrasmettitori noradrenalina e serotonina. Ne consegue che queste monoamine sono più disponibili per trasmettere i segnali. Influenzano anche altri sistemi di neurotrasmettitori, non implicati nella depressione. Sono di conseguenza farmaci molto efficaci, che però possono dare effetti collaterali di tipo sedativo e cardiovascolare.


Inibitori delle monoaminoossidasi (IMAO)
Fenelzina, tranilcipromina, moclobemide.
Impediscono la distruzione metabolica delle monoamine e le rendono più disponibili. Possono dare ipertensione e il loro uso richiede particolari restrizioni dietetiche.

· Antidepressivi di nuova generazione

Bloccanti selettivi della ricaptazione
Fluoxetina, fluvoxamina, sertralina, paroxetina, citalopram, reboxetina
I farmaci di questo gruppo, sono selettivi nei confronti dei neurotrasmettitori serotonina e noradrenalina, bloccandone la ricaptazione da parte del neurone. La loro efficacia è analoga a quella degli antidepressivi classici, senza averne gli effetti collaterali, tranne qualche disturbo gastrico e nausee.
Bloccanti non selettivi della ricaptazione
Tra i farmaci più recenti, mirtazapina, e in particolare venlafaxina e milnacipran bloccano in modo duplice sia la serotonina sia la noradrenalina e hanno, rispetto agli antidepressivi classici, la stessa efficacia e minori effetti collaterali.
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