domenica, 30 giugno 2024
Medinews
19 Aprile 2001

EPATITE B, BREVE COMPENDIO SU COSA C’E’ DA SAPERE

La maggioranza delle persone con il virus dell’epatite B ha infezioni autolimitate e sviluppa livelli protettivi di anticorpi. Un numero esiguo di persone invece (5-10%) è incapace di azzerare l’infezione diventando così portatore cronico. Dei portatori cronici, il 10-30% sviluppa malattia del fegato cronica o cirrosi. Inoltre i portatori cronici possono infettare gli altri durante tutta la loro vita e il loro rischio di sviluppare cancro al fegato è 200 volte superiore.

L’epidemiologia
Secondo studi epidemiologici circa 2 miliardi di persone sono state infettate in tutto il mondo dal virus HBV e 360 milioni sono i portatori sani. I decessi legati all’infezione da HBV sono circa 2 milioni all’anno. In Italia circa 1 milione e 200 mila persone sono portatori del virus dell’epatite B.

Il contagio
Il virus dell’epatite B è molto contagioso e si trasmette attraverso il contatto con il sangue, lo sperma, le secrezioni vaginali e il latte materno di persone infette.
Le vie di trasmissione sono:
· Il contatto sessuale, vaginale, anale o orale, con una persona colpita da epatite B
· Lo scambio di siringhe con persone infette
· L’uso promiscuo di lamette da barba, aghi per tatuaggi e spazzolini di denti di persone contaminate
· La gravidanza e il parto

Come si manifesta
L’epatite B, dopo un periodo di incubazione di 2-6 mesi dall’infezione, si manifesta con la comparsa di inappetenza, malessere generale, febbre e nausea.
In genere dopo qualche giorno la pelle e la sclera (il “bianco” degli occhi) assumono una colorazione giallastra (ittero), causata dall’aumento della concentrazione di bilirubina nel sangue dovuta a una diminuzione della funzionalità del fegato. Un altro segno caratteristico della malattia, sempre dovuto alla presenza della bilirubina, è il colorito delle urine, che si presentano molto scure.

Come si scopre
L’epatite B può essere diagnosticata con un semplice esame del sangue, diretto a evidenziare la presenza del virus. In genere vengono poi eseguiti altri esami specifici per verificare le funzioni del fegato.

Il vaccino
L’unico metodo in grado di garantire una copertura quasi assoluta (90-95 %) nei confronti del virus dell’epatite B è il vaccino, che la legge n.165 del 27/5/1991 ha reso obbligatorio per i neonati e per i bambini a 12 anni. La vaccinazione ha lo scopo di diminuire del 90%, nell’arco di 25 anni, il numero di casi di epatite B: vaccinare soltanto i soggetti a rischio determinerebbe infatti una riduzione solo del 10%. L’Italia è stato uno dei primi Paesi occidentali ad introdurre la vaccinazione obbligatoria contro l’epatite B.
Il vaccino viene somministrato attraverso tre iniezioni: nei bambini di età inferiore a 2 anni il vaccino anti-epatite B si somministra nella coscia, mentre nei bambini più grandi, negli adolescenti ed adulti nella regione deltoidea (braccio).
Gli esperti lo raccomandano soprattutto a:
· Persone che lavorano in strutture sanitarie
· Persone che tengono comportamenti a rischio: sesso non protetto, sesso con più partner, scambio di siringhe
· I bambini e gli adolescenti
· Persone che vivono con individui infetti dal virus dell’Epatite B
· Persone che vivono in zone in cui il virus dell’Epatite B è molto diffuso
Nelle persone vaccinate che non presentano fattori di rischio non è più necessario ricorrere ad alcun richiamo. Il richiamo può essere necessario, invece, nei soggetti con fattori di rischio.

La prevenzione
Per prevenire il contagio dell’epatite B, oltre alla somministrazione del vaccino, è bene seguire alcune semplici regole di prevenzione:
· Usare profilattici durante i rapporti sessuali
· Evitare lo scambio di siringhe
· Evitare la foratura della pelle e i tatuaggi
· Seguire scrupolosamente le regole igieniche se si lavora in strutture sanitarie
· Maneggiare con cautela oggetti che potrebbero presentare sangue infetto dal virus dell’epatite B: come lamette da barba, spazzolini da denti, forbicine per le unghie, assorbenti igienici.

Epatite B e gravidanza
Una delle vie di trasmissione dell’epatite B è il parto: le donne incinta infette possono trasmettere il virus ai loro bambini. Nella maggior parte dei casi i bambini infetti che non vengono curati immediatamente diventano portatori cronici e hanno un rischio più alto di sviluppare malattie come cirrosi del fegato, insufficienza epatica e cancro del fegato. Pertanto, tutte le donne incinta devono essere esaminate per il virus dell’epatite B. Se il bambino nasce positivo all’infezione, bisogna iniziare tempestivamente una terapia, basata sul vaccino dell’Epatite B e sull’immunoglobulina del virus dell’Epatite B.

Le regole igieniche
Il virus dell’epatite B è estremamente resistente. Conserva la sua virulenza anche se esposto all’aria per giorni interi. Ecco perché è necessario osservare alcune regole igieniche quando si maneggiano oggetti che potenzialmente sono stati esposti al virus. Gli esperti raccomandano una bollitura prolungata per almeno 1 ora in acqua e l’utilizzo di disinfettanti “energici” come candeggina (detta anche ipoclorito di sodio).

Come si cura
Non esiste nessuna specifica terapia o cura per l’epatite acuta. Tuttavia per gli individui con epatite cronica, la terapia a base di interferone può aiutare. Ultimamente è stata introdotta una nuova molecola antivirale, la lamivudina: nel 40-50 per cento dei pazienti trattati con questa sostanza, si è verificata una stabile e duratura inibizione del virus. La lamivudina inoltre ha dimostrato una buona efficacia anche nelle persone con cirrosi in fase avanzata, perché in grado di bloccare l’evoluzione della malattia verso l’insufficienza epatica. Oltre alla terapia farmacologica è importante mettere in atto una serie di regole di vita dirette a limitare i sintomi associati: per esempio limitare i grassi e bere liquidi chiari può aiutare ad alleviare i sintomi come nausea, vomito, e diarrea. Oltre a ciò, è necessario:
· Riposarsi molto
· Bere molti liquidi
· Seguire una dieta con molte proteine per riparare le cellule danneggiate e ricca di carboidrati per proteggere il fegato
· Evitare l’alcool
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