domenica, 30 giugno 2024
Medinews
21 Febbraio 2001

I PRINCIPALI EFFETTI COLLATERALI DEI FARMACI

Sindrome influenzale: la sindrome influenzale, caratterizzata dalla presenza di febbre (anche elevata), dolori artro-muscolari, cefalea, brividi, nausea e astenia, è molto frequente in corso di terapia con IFN, soprattutto durante le prime settimane di terapia. Può essere ridotta dalla somministrazione di paracetamolo (o con altro antiflogistico non steroideo), da assumere circa un’ora dopo l’iniezione. Questi effetti risultano inoltre ridotti quando l’iniezione viene eseguita alla sera.
Depressione: si tratta di un effetto collaterale che spesso può rendere necessaria la sospensione del trattamento. Questa patologia infatti rappresenta una controindicazione all’inizio della terapia, per cui la sua eventuale presenza andrebbe sempre indagata prima di prescrivere il farmaco. In questi casi un adeguato trattamento da parte di uno specialista può consentire il proseguimento della terapia interferonica.
Disfunzioni tiroidee: Un’alterazione degli ormoni tiroidei è descritta in circa il 5% dei pazienti sottoposti a terapia con interferone ed a volte può essere irreversibile. Solitamente compare da 3 a 6 mesi dopo l’inizio della terapia. Per tale motivo la funzionalità tiroidea va monitorata per tutta la durata della terapia. Il quadro più comune è quello di un ipotiroidismo asintomatico, con riduzione dell’FT4 ed aumento del TSH; viene trattato con terapia ormonale sostitutiva, che a volte deve essere proseguita a tempo indeterminato. Più spesso i valori tendono a normalizzarsi, consentendo l’interruzione della terapia ormonale dopo qualche mese. Più raramente si può osservare un franco ipertiroidismo.
Tossicità ematologica: Gli effetti più comuni osservati in corso di terapia con IFN sono la neutropenia e la piastrinopenia; entrambi questi effetti sono dose-dipendenti, per cui una riduzione del dosaggio dell’interferone spesso consente di ristabilire dei valori normali. Riduzioni più marcate possono invece richiedere la sospensione della terapia.
Ribavirina
Teratogenicità: Le donne in età fertile devono assolutamente evitare la gravidanza mentre sono in terapia con ribavirina ed anche i pazienti di sesso maschile devono evitare il concepimento in corso di trattamento. Le linee guida consigliano l’impiego di almeno due metodi anticoncezionali per le coppie nelle quali l’uomo o la donna assumano ribavirina. La gravidanza va evitata per un periodo di almeno 6 mesi dopo la sospensione del farmaco.
Anemia emolitica: Anche questo effetto, come la neutropenia per l’interferone, risulta essere dose-dipendente. Molto spesso nel corso del primo mese di trattamento si osserva una riduzione del valore di emoglobina (Hb) di circa 2,5 g/dL. Nel 5-10% dei casi la riduzione può anche superare i 4 g. L’anemia indotta dalla ribavirina solitamente non ha una rilevanza clinica, ad eccezione dei pazienti con preesistenti patologie cardiovascolari, che possono essere peggiorate dall’anemia. I livelli di Hb vanno controllati almeno 2 volte nel corso del primo mese, e quindi una volta al mese.



Conclusioni e Raccomandazioni
· Dovrebbero eseguire il controllo dei marcatori per l’epatite B e C tutti coloro che:
· in passato, soprattutto prima del 1990, sono state sottoposti a trasfusioni di sangue o di emoderivati
· sono emodializzati
· hanno avuto o hanno una storia di tossicodipendenza
· hanno avuto rapporti sessuali a rischio o siano conviventi con portatori di epatite B o C
· in un controllo degli esami del sangue riscontrino delle transaminasi alterate (anche di poco).
· I pazienti che abbiano avuto un riscontro di positività dei marcatori per l’epatite B o C dovrebbero rivolgersi immediatamente ad un Centro specializzato (Malattie Infettive, Epatologia, Gastroenterologia).
· Il decorso di un’epatite virale può essere influenzato da vari fattori, compreso l‘uso di sostanze epatotossiche, come per esempio gli alcolici; perciò tutti i portatori di virus B o C dovrebbero astenersi dal consumare tali bevande, o comunque limitarne fortemente la quantità.
· La vaccinazione anti epatite B è raccomandata a tutti i pazienti con infezione da HCV.
· Per evitare il rischio di trasmissione dell’infezione B o C:
1. Le persone che sanno di avere una infezione da virus B o C, o che sappiano di avere avuto dei fattori di rischio per il contagio, dovrebbero astenersi dalla donazione di sangue, organi e seme.
2. In caso di rapporti sessuali a rischio è fortemente raccomandato l’utilizzo del profilattico. Queste persone dovrebbero periodicamente sottoporsi ai controlli per la ricerca del virus. I partner di soggetti con infezione da HBV possono essere vaccinati.
3. I familiari di persone con infezione da virus B o C non dovrebbero usare in comune strumenti da toilette potenzialmente taglienti o abrasivi (es.: rasoi, lamette, spazzolini); altri tipi di contatti non sono considerati a rischio (es: cibo e stoviglie).
4. I tossicodipendenti dovrebbero evitare di utilizzare siringhe e altri strumenti in comune, per evitare il rischio di trasmissione, oltre che dei virus epatitici, anche del virus dell’AIDS.

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