domenica, 30 giugno 2024
Medinews
17 Aprile 2002

IL TIMO

Tempo balsamico: le sommità si raccolgono alla fioritura, in maggio-luglio; si essiccano all’ombra, in strati sottili, in luogo fresco e areato. Si conservano in recipienti di vetro o di porcellana.
Storia: il timo inizialmente veniva usato per conservare la carne. I romani lo utilizzavano anche come bechico e digestivo e la badessa ed erborista tedesca Hildegard lo prescriveva per varie affezioni della pelle. Nel corso dei secoli fu utilizzato come antisettico durante le varie pestilenze, ma fu soltanto nel 1853 che il chimico francese M. Lallemand scoprì il principio attivo dell’olio essenziale che chiamò timolo. Dalla metà del 1800 fino alla seconda guerra mondiale il timolo fu molto utilizzato come antimicrobico in tutta Europa.

Efficacia: la droga viene estratta dalle sommità fiorite e dalle foglie ricoperte di peli di rivestimento e ghiandolari. L’olio essenziale (iscritto alla Farmacopea Ufficiale Italiana IX) è ricco di timolo, che ha una forte azione antimicrobica contro gemi di varia natura (batteri e funghi), talvolta anche contro germi divenuti ormai resistenti ai comuni antibiotici. La droga è anche ricca di flavonoidi, responsabili dell’attività antispastica sulla muscolatura liscia di vari organi (bronchi, stomaco, intestino).

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