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Medinews
17 Aprile 2002

LA CAMOMILLA COMUNE

È presente in tutta Europa e Asia settentrionale; in Italia cresce dalla pianura fino alla zona submontana, non oltre i 1500 m.

Tempo balsamico: i capolini fioriti si raccolgono in maggio-giugno prima della fioritura, si essiccano all’ombra in ambienti areati.

Storia: gli egizi la usavano per curare gli stati febbrili e la malaria. Sia il medico greco Dioscoride che il naturalista romano Plinio la consigliavano come rimedio per problemi renali ed epatici. I medici eclettici del XIX sec. usarono la camomilla come impiastro per aiutare la cicatrizzazione delle ferite e come infuso per alleviare tutti i problemi inerenti il parto: bloccare un travaglio prematuro, lenire i dolori, alleviare le coliche del neonato. E’ bene ricordare che esistono due erbe di camomilla: quella comune o tedesca e quella nobile o romana.

Efficacia: la droga, iscritta alla Farmacopea Ufficiale Italiana IX, è costituita dai capolini fioriti. Le analisi fitochimiche hanno evidenziato la presenza di azuleni, dalla forte azione lenitiva di superficie e protettiva nei confronti di tessuti e mucose: ecco perché è utilizzata, oltre che nella composizione di prodotti per l’igiene intima, anche per preparazioni indicate per infiammazioni della bocca, delle orecchie e degli occhi. Le analisi di laboratorio testimoniano anche una forte azione antispasmodica e gastroprotettiva.

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