domenica, 30 giugno 2024
Medinews
17 Aprile 2002

LA SALVIA

Pagina superiore grigio-verdastra rugosa e inferiore biancastra, entrambe con una abbondante, fine peluria; sulla pagina inferiore è evidente una nervatura. Fiori riuniti in spiga, corolla di colore violaceo. Frutto: achenio.

Tempo balsamico: le foglie si raccolgono ben sviluppate, da aprile a luglio; le sommità fiorite in maggio-agosto.
Storia: l’etimologia del nome salvia (deriva dal latino salus) testimonia l’enorme importanza che questa pianta ebbe nella scienza medica antica: i greci e i romani la utilizzavano per curare morsi di serpenti, infezioni di ferite, problemi dell’apparato respiratorio, vermi intestinali. Nel Medio Evo veniva considerata una panacea universale: uno dei più antichi libri di medicina (è del 1100 e appartiene alla scuola medica di Salerno, la prima università di medicina del mondo) la definisce “Salvia salvatrix naturae conciliatrix” (salvia salvatrice che concilia con la natura).

Efficacia: la droga è costituita dalle foglie che hanno un forte odore balsamico e un sapore aromatico e amaro. Le analisi chimiche hanno messo in evidenza la presenza di diverse sostanze. In particolare, il salviolo ha una fondamentale azione lenitiva, antiarrossante e antipruriginosa. Viene spesso utilizzata in prodotti per l’igiene orale grazie alle sue proprietà battericide dovute alla presenza dell’acido diterpenico. La presenza di tannini, conferisce alla pianta proprietà astringenti che spiegano l’uso come rimedio per stomatiti aftose, gengiviti e faringiti mediante uso locale. Le proprietà antisettiche ed astringenti ne fanno un buon rimedio per problemi di varici ed emorroidi.

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