domenica, 30 giugno 2024
Medinews
30 Settembre 2002

OXALIPLATINO, UN’ARMA CONTRO IL CANCRO DEL COLON RETTO

Senza dubbi i vantaggi: aumento della sopravvivenza, minor progressione della malattia e riduzione di effetti collaterali “pesanti” per la qualità della vita come la caduta dei capelli. Il massimo di sopravvivenza raggiungibile, per ora, rispetto ad altri trattamenti ne fanno un farmaco davvero interessante. Il trattamento elettivo è riservato ai carcinomi colonrettali con metastasi epatiche trattati per la prima volta e a quelli resistenti a precedenti terapie.
La molecola: oxaliplatino appartiene ad una nuova classe di composti del platino che reagisce con l’1,2-diaminocicloesano (“DACH”) formando un complesso ed un gruppo ossalato. Si tratta di una molecola innovativa derivata dal platino con uno spettro di attività e un profilo di tollerabilità differenti da quelli del cisplatino e del carboplatino, la cui efficacia clinica è riconosciuta per il cancro del colon retto.
Evidenza clinica:
Trattamento di prima linea: in pazienti con carcinomi colorettali e metastasi trattati per la prima volta, l’oxaliplatino, aggiunto allo schema terapeutico di riferimento (associazione 5-FU e leucovorin), ha raddoppiato il tasso di risposta antitumorale e prolungato significativamente il periodo libero da progressione della malattia. Inoltre, rispetto alla miglior terapia di supporto, la chemioterapia consente di aumentare l’aspettativa mediana di vita di circa 4 mesi. Nei pazienti con tumore colorettale metastatico non precedentemente trattati è stata anche effettuata una valutazione comparativa tra oxaliplatino in associazione a 5-FU/leucovorin rispetto alle somministrazioni di soli 5-FU/leucovorin. I risultati di efficacia sono stati dello stesso ordine di grandezza di quelli ottenuti con dosaggi maggiori o somministrazioni più frequenti di farmaco.
Trattamento di seconda linea: il 9 agosto 2002, in tempi brevissimi dati gli importanti risultati raggiunti, l’oxaliplatino è stato approvato dall’americana FDA per l’uso in combinazione con altri due farmaci, 5-fluorouracile (5FU) e leucovorin (LV), nel trattamento di pazienti con tumore metastatico del colon o del retto in cui la malattia si è ripresentata o è progredita entro 6 mesi dalla somministrazione della terapia di prima linea (5-FU/LV ed irinotecan). L’approvazione si è basata sulla migliore percentuale di risposte e il più lungo intervallo prima della progressione del tumore osservate durante un trial multicentrico randomizzato condotto in Usa e Canada. Lo studio, voluto dal National Cancer Institute e condotto dall’equipe del professor Richard Goldeberg della Mayo Clinic di Rochester in Minnesota ha confrontato 3 bracci di trattamento: il trattamento standard con 5FU e LV; l’oxaliplatino da solo, e la combinazione oxaliplatino e trattamento standard.
In un’analisi iniziale pianificata, i ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 264 e 267 pazienti trattati, rispettivamente, con il regime IFL Folfox 4, tra il marzo 1999 e l’aprile 2001. I pazienti nel braccio di trattamento Folfox 4 hanno mostrato significativi benefici rispetto al trattamento standard, vivevano significamene più a lungo (18,6 mesi vs. 14,1 mesi) e facevano registrare un più lungo intervello prima della progressione della malattia (8,8 mesi vs. 6,9 mesi) e più alte percentuali di risposta (38% vs. 29%). I dati accolti si sono dimostrati tanto incoraggianti da spingere i ricercatori a sospendere gli altri bracci e a passare tutti i pazienti reclutati al trattamento Folfox 4. Lo studio prosegue al fine di valutare i benefici clinici a lungo termine e la sopravvivenza.
Meccanismi: l’oxaliplatino ha dimostrato, in vitro ed in vivo, un’efficacia anche in casi resistenti al cisplatino, in particolare è stata messa in evidenza un’azione citotossica sinergica con 5-fluorouracile. Gli studi sul meccanismo d’azione della molecola mostrano che i derivati idrati ottenuti dalla biotrasformazione di oxaliplatino interagiscono con il DNA per formare dei legami intra ed inter catene che portano ad una interruzione della sintesi del DNA, con conseguente attività antitumorale.
Disponibilità del farmaco: oxaliplatino è commercializzato in più di 60 paesi ed è approvato come trattamento di prima linea nel cancro colonrettale in Europa.
Nel nostro paese è distribuito dal luglio del 2000.
Nell’agosto 2002, la FDA ha approvato con procedura ad alta priorità (“fast track” di 46 giorni) l’utilizzo di oxaliplatino negli Stati Uniti come terapia di seconda linea nel carcinoma del colon-retto.
Indicazioni terapeutiche: oltre che nella terapia del tumore colonrettale, oxaliplatino è studiato nel trattamento del tumore delle ovaie, del seno, dei mesoteliomi, del tumore del polmone non a piccole cellule e nei linfomi non-Hodgkins. Nuovi studi di fase I e II sono in corso per esplorare il suo potenziale in altri tipi di tumore maligno.
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