domenica, 30 giugno 2024
Medinews
30 Settembre 2002

SINTESI DELL’INTERVENTO DEL PROFESSOR SILVIO MONFARDINI

Fino a pochi anni fa il trattamento chemioterapico dei tumori intestinali in fase avanzata è stato limitato dalla disponibilità di un unico farmaco attivo: il 5-fluorouracile.
Recentemente vi sono stati però altri importanti progressi. Una delle molecole più interessanti per il trattamento del cancro colonrettale è l’oxaliplatino, molecola che si inserisce nel DNA delle cellule tumorali e le danneggia. Anche oxaliplatino raggiunge risultati migliori quando è utilizzato insieme al 5-Fluorouracile: due studi randomizzati, per un totale di 620 pazienti, hanno dimostrato un incremento delle risposte obiettive rispetto al solo 5- Fluorouracile (intorno al 50%), con una sopravvivenza di 16-19 mesi. Altro farmaco interessante è l’irinotecan, che inibisce una proteina essenziale per la divisione cellulare. La percentuale di risposte obiettive ottenuta con questo farmaco oscilla intorno al 30% in pazienti non pre-trattati, raggiungendo il 40% se utilizzato in combinazione con il5- Fluorouracile.Due importanti studi su un totale di oltre 1000 pazienti hanno, infatti, dimostrato la superiorità della combinazione irinotecan e 5- Fluorouracile rispetto al solo 5- Fluorouracile, con il raggiungimento di una sopravvivenza mediana di 14-17 mesi.
La disponibilità di nuovi farmaci attivi nel carcinoma del colon retto che ha dato metastasi –come l’oxaliplatino e l’irinotecan – fa ben sperare anche per i casi che vengono trattati chirurgicamente con asportazione radicale del tumore. Sono, infatti, in corso studi che valutano questi nuovi farmaci somministrati a scopo preventivo dopo l’intervento chirurgico per ridurre la possibilità che la malattia si ripresenti.
In questi studi si è cercato di fare entrare anche pazienti oltre i 70 anni, poiché i pazienti anziani ottengono lo stesso beneficio dalla chemioterapia precauzionale. Di fatto, però quasi la metà di questi pazienti operati non viene trattato con chemioterapia dopo l’intervento quando necessario e, in questo gruppo, rientrano anche gli anziani con neoplasia del colon-retto in fase avanzata.

Spesso i senior adults, che sono poi la maggioranza dei pazienti – non ricevono la chemioterapia per il timore della tossicità, e per la mancanza di supporto familiare e sociale (trasporto ed accompagnamento all’ambulatorio terapeutico). Poiché i malati settantenni e anche ottantenni hanno ancora una discreta spettanza di vita, deve essere fatto ogni sforzo per informarli e trattarli, anche ricorrendo a nuovi farmaci, come è stato già fatto per esempio associando al 5-fluorouracile l’oxaliplatino. La sola età anagrafica non può costituire un limite alla somministrazione della chemioterapia, che va però prescritta dopo un’accurata valutazione delle altre malattie di accompagnamento, dell’autosufficienza, dello stato mentale e dell’umore del paziente, oltre che dell’aiuto che la famiglia può fornire.
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