domenica, 30 giugno 2024
Medinews
31 Agosto 2002

MALATTIE CARDIOVASCOLARI: MORTALITA’ E CIFRE

La mortalità nel mondo
Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nei Paesi occidentali: circa il 50 per cento del totale dei decessi (stima OMS del ’98: 17 milioni morti/anno) è infatti correlabile a una patologia del cuore, contro il 27 per cento dovuto ai tumori. La mortalità è molto superiore per il sesso maschile fino ai 65 anni (con un rapporto di circa 3 a 1). Dopo i 65 anni l’indice di mortalità per i due sessi tende ad equipararsi, fino a diventare superiore nelle donne, soprattutto in caso di recidiva. Le proiezioni epidemiologiche per il futuro non sono incoraggianti: l’OMS ha previsto che da qui al 2020 ci sarà un incremento di circa 250mila morti all’anno per malattie cardiovascolari anche nei Paesi che sino a poco tempo fa si credevano meno a rischio e cioè quelli meno economicamente sviluppati.

I costi in Italia
Ogni anno in Italia vengono ricoverati 1.200.000 pazienti per una malattia cardiovascolare che costituisce così la prima causa di ospedalizzazione. Il costo maggiore per il Sistema Sanitario Nazionale è dovuto al ricovero ospedaliero.
Nel 2000 sono stati ricoverati:
· 71.584 pazienti con infarto miocardico con un costo di 270 milioni di euro
· circa 77.000 pazienti con angina instabile con un costo di circa 214 milioni di euro
· 127.000 pazienti con scompenso cardiaco con un costo di 371 milioni di euro.
Il costo totale è di 855 milioni di euro all’anno, senza contare le spese per la riabilitazione.

Altre cifre in Italia
– 1.500.000: i malati affetti da cardiopatia ischemica, la più diffusa tra le malattie cardiovascolari, che sono a rischio ‘grave’ di subire attacchi di angina o infarti, principali manifestazioni della sindrome coronarica acuta
– 1 su 4: persone colpite da infarto che non sopravvivono
– 3 su 10: italiani che soffrono di ipertensione
– 3 su 5: italiani che hanno il colesterolo alto
– 2 su 5: italiani che non fanno attività fisica
– 7 su 10: persone che in Italia presentano almeno uno dei quattro principali fattori di rischio cardiovascolare (fumo, obesità, diabete, ipertensione)
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