domenica, 30 giugno 2024
Medinews
24 Settembre 2002

02 METASTASI OSSEE, TERAPIA ALL’AVANGUARDIA ALL’OSPEDALE DI AVELLINO

Uno dei centri pilota nell’utilizzo dell’acido zoledronico è l’ospedale S.Giuseppe Moscati di Avellino. “Per l’esperienza da me acquisita in Italia e all’estero, – spiega il dottor Cesare Gridelli, primario dell’unità operativa di oncologia dell’azienda ospedaliera S.G. Moscati di Avellino – l’Oncologia Medica di Avellino è diventata sede di importanti sperimentazioni cliniche con nuovi farmaci con il coordinamento di importanti studi multicentrici nazionali e internazionali. In particolare sono in sperimentazione gli inibitori delle cicloossigenasi, farmaci già impiegati per il trattamento dell’artrite, che hanno dimostrato interessante attività antitumorale per il carcinoma del polmone, della mammella, della prostata e della vescica e sono in fase di sperimentazione. Sono inoltre in studio nuovi farmaci biologici nel trattamento dei tumori del polmone. Tra questi di grande interesse sono gli inibitori della tirosina chinasi che attualmente stiamo valutando in associazione alla monochemioterapia per il carcinoma polmonare non a piccole cellule in fase avanzata. Anche il settore delle terapie specifiche e di supporto per il trattamento delle metastasi ossee è fondamentale, in particolare per migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Le metastasi ossee sono un evento che si accompagna a dolore e a complicanze quali le fratture patologiche e l’ipercalcemia che compromettono notevolmente la qualità di vita del paziente oncologico. Le metastasi ossee si sviluppano nel 40% dei tumori del polmone, 70% dei tumori della mammella e della prostata, 90% dei mielomi, ma anche il 25% dei tumori del rene, 15%-40% dei melanomi, 60% dei tumori della tiroide e della vescica. Di recente acquisizione sono i bisfosfonati di nuova generazione, tra cui acido zoledronico, farmaco particolarmente interessante non solo per la modalità di somministrazione molto più rapida e pratica dei precedenti bisfosfonati ma anche per gli importanti risultati che ha fatto registrare. L’acido zoledronico è in grado infatti di ridurre il dolore osseo e di ritardare e ridurre l’incidenza delle complicanze scheletriche, tra cui le fratture patologiche. Inoltre l’acido zoledronico sarebbe in grado di svolgere un’azione antitumorale direttamente sulle metastasi ossee; in particolare il farmaco si è dimostrato efficace nell’indurre l’apoptosi, cioè la morte programmata delle cellule tumorali.
Oltre a questo trattamento specifico, attualmente stiamo impiegando a scopo palliativo anche la radioterapia metabolica con il samario, valido trattamento antalgico, in particolare nelle metastasi ossee da carcinoma della prostata”. E proprio la radioterapia, insieme ai reparti di neurochirurgia di oncologia, sarà il fiore all’occhiello della “cittadella ospedaliera” di Avellino come spiega il dottor Vincenzo Castaldo direttore sanitario dell’azienda ospedaliera di Avellino: “La nuova struttura ospedaliera, che a detta degli esperti sarà la più bella e attrezzata di tutto il sud, vanterà un elevato numero di posti letto con servizi all’avanguardia e sarà in grado di accogliere pazienti provenienti anche da altre regioni.
I servizi ospedalieri, già tutti di alto livello, saranno ulteriormente potenziati, in campo oncologico, per esempio, già dal prossimo anno con la consegna del primo lotto, verrà attivato un reparto di radioterapia. Anche per quanto riguarda le terapie, oltre ad essere costantemente impegnati nella sperimentazione di nuove molecole, garantiamo ai pazienti i farmaci di ultima generazione”.
Un obiettivo ambizioso, quello dell’Asl di Avellino, che prevede la messa in funzione di 730 posti letto suddivisi fra tutti i reparti, con un’ampia serie di servizi corollari. “In termini economici, – spiega il dottor Luigi Giordano direttore generale dell’azienda ospedaliera S.G. Moscati di Avellino – la cittadella ospedaliera, che una volta completata andrà ad occupare un’area di 110 mila metri quadrati, costerà complessivamente circa 150 milioni di euro in parte provenienti dai fondi per la ricostruzione successiva al terremoto”.
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