giovedì, 18 luglio 2024
Medinews
6 Novembre 2002

SINTESI DELL’INTERVENTO DEL PROF. WALTER CANONICA

Di fronte a questi numeri è quindi comprensibile quanto sia importante la scoperta di un vaccino come questo che già su 80 pazienti ha dimostrato di favorire la produzione di anticorpi contro la nicotina, bloccando sia il meccanismo della dipendenza che dell’induzione al fumo Come si sa, la nicotina agisce a livello cerebrale su recettori specifici, che causano il rilascio di neurotrasmettitori, come la dopamina, che sono coinvolte nel “sistema premiante” mesolimbico. Questo a sua volta controlla meccanismi importanti come la dipendenza e l’induzione del desiderio. Di qui appunto l’idea di un vaccino che induca anticorpi anti-nicotina che blocchino la molecola nel sangue, impedendole di arrivare ai recettori. Studi nell’animale hanno mostrato che questo è possibile: l’immunizzazione attiva o passiva contro la nicotina riduce gli effetti farmacologici della nicotina sia a livello periferico (cardiovascolare) che cerebrale (aumento di dopamina nel nucleus accumbens, induzione di convulsioni, induzione di sintomi di astinenza in animali resi precedentemente dipendenti).
Ma al congresso si parlerà soprattutto di malattie respiratorie, che stanno diventando una vera e propria emergenza mondiale. Non a caso la lettura inaugurale di questo III Congresso dell’Unione Italiana per la Pneumologia è stata affidata al dr. Nikolai Khaltaev, che da 14 anni rappresenta l’OMS nello studio delle malattie respiratorie non infettive ed è stato il promotore di una serie di iniziative scientifiche riguardanti l’asma, la Bpco e le malattie allergiche. Un lavoro che ha permesso una presa di coscienza internazionale su un problema non soltanto epidemiologico ma anche socioeconomico. Non dimentichiamoci infatti che, stando alle proiezioni, nel 2020 le malattie respiratorie saranno tra le prime sette cause di morte e disabilità, dove per disabilità si intende certamente cure e ricoveri ospedalieri, ma anche di giorni di lavoro persi e costi sociali elevatissimi per i bilanci degli Stati. Proprio per questo diventa di fondamentale importanza la diagnosi precoce e corretta, che si deve tradurre necessariamente in una terapia ottimale per curare il paziente e, conseguentemente, portare ad una contrazione dei costi.
A dimostrazione di quanto l’impatto di queste malattie sia preoccupante, nel corso del congresso verranno aggiornate – ed è la prima volta che succede – le linee guida internazionali sia dell’asma (GINA), che della Bpco (GOLD) e della rinite allergica (ARIA), strumenti indispensabili per la diagnosi e la terapia.
L’Italia purtroppo fa parte del gruppo di nazioni in cui queste patologie sono in costante crescita. Nell’ultima decade l’asma è pressoché raddoppiata tra i giovani, mentre la Bpco, le cui cause sono molteplici, continua ad aumentare negli adulti e negli anziani.
Il fumo ha un impatto negativo sull’organismo umano in particolare per la Bpco. Quello passivo, soprattutto nei bambini, anche per l’asma. E’ dimostrato inoltre che l’inquinamento urbano determina un aumento delle allergopatie respiratorie, anticamera dell’evoluzione di entrambe le patologie. Per spiegare tale incremento sono state proposte diverse ipotesi, tutte estremamente suggestive: l’aumento degli inquinanti, lo stile di vita, la riduzione delle infezioni nell’infanzia ecc. In generale sembra che l’aggravarsi dell’asma e delle allergie sia comunque legato alla cosiddetta “occidentalizzazione” dell’ambiente e dello stile di vita. In quest’ottica, una particolare attenzione è stata rivolta al ruolo dell’inquinamento ambientale, compreso quello indoor, che correla strettamente con tematiche economiche, ecologiche e con lo stile di vita.
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