Brescia, 12 maggio 2014 – Il Rettore, prof. Pecorelli: “Risultati ottenuti da un modello unico, che integra promozione della salute e trattamento della malattia. Ora lo applicheremo alle altre patologie croniche”
La strada per la gestione delle malattie croniche passa oggi da Brescia. Soprattutto nel caso di disturbi respiratori: con il programma pediatrico “Io e l’Asma” l’utilizzo di farmaci si riduce di oltre due terzi e il “controllo” della patologia triplica. “È un modello clinico e sugli stili di vita unico, nato nel 2009 e sviluppato a Brescia, grazie alla collaborazione tra Università e Spedali Civili – spiega il prof. Sergio Pecorelli, Rettore della Statale, durante il Convegno “Malattie croniche e promozione della salute: dal modello al sistema”, organizzato oggi presso il Dipartimento di Medicina dell’Università degli Studi di Brescia –. Siamo alla fine di un altro ciclo, iniziato nel 2009, ma ci poniamo subito un ulteriore ambizioso obiettivo: adattare il programma ad altre patologie croniche, anche negli adulti”. “La prevalenza dell’asma è in aumento – aggiunge il dott. Sebastiano Guarnaccia, Responsabile del Laboratorio Clinico Pedagogico e Ricerca Biomedica/Centro ‘Io e l’Asma’, degli Spedali Civili di Brescia –. Non solo a causa dei già noti fattori di rischio: acari, pollini, infezioni e inquinamento, ma anche per l’incremento di fumo attivo, alimentazione scorretta, sovrappeso, sedentarietà. Spesso, inoltre, si innescano relazioni amicali difficoltose, ansia e depressione con importanti ripercussioni sul controllo della malattia. Questo costringe ad aumentare i farmaci, con un rischio maggiore di effetti collaterali sulla crescita del bambino. Stili di vita sani e corretti migliorano il “controllo” della patologia cronica in questione, prevenendone i sintomi”. “Io e l’Asma” (www.ioeasma.it) utilizza nella pratica il Percorso Diagnostico Terapeutico Educazionale (PDTE), costruito e condiviso col medico di famiglia sulle linee guida internazionali e integra l’educazione terapeutica che rende proattivi e autonomi il bambino/ragazzo e la famiglia. “I risultati su 730 pazienti confermano che, dalla prima alla terza visita e dopo 6 mesi di monitoraggio, i risvegli notturni diminuiscono di quattro volte e le limitazioni nelle attività quotidiane del 60% – sottolinea il dott. Sebastiano Guarnaccia –. Inoltre, si azzerano le visite dal medico, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, con risultati economici tangibili. I pazienti, dopo il colloquio motivazionale, intraprendono uno o più percorsi per affrontare le problematiche emerse in seguito alla somministrazione del questionario filtro: alimentazione, attività fisica, fumo e relazioni amicali. Migliorare lo stato di salute complessivo, legato soprattutto al vivere quotidiano, aumenta in maniera significativa le probabilità di controllo della malattia”. Il progetto “Io e l’Asma” è frutto di un’importante collaborazione tra Brescia e centri americani leader internazionali nella ricerca in questo campo, grazie al supporto e stimolo dell’Associazione Laboratorio Clinico Pedagogico e Ricerca Biomedica Onlus (ALCPeRB).“Lavorare in rete con altri Paesi accelera la trasmissione di conoscenze, permette di costruire e adattare database sulle malattie croniche, consente di utilizzare i dati per pianificare e implementare strategie d’intervento, valutandone anche l’impatto delle terapie farmacologiche e non”, sottolineano il prof. Edmund Ricci, University of Pittsburgh School of Public Health e il dott. Matthew Masiello, Windber Research Institute. “I link internazionali diventano le guide dell’innovazione e si basano su tre concetti fondamentali: creatività nello sviluppo di programmi, maggiore velocità di trasmissione, comprensione ed interpretazione dei risultati. ‘Io e l’Asma’ è la sintesi perfetta di questi punti”, conclude il prof. Pecorelli.