Firenze, 5 marzo 2010 – Lettura magistrale del prof. Bruno Lunenfeld, padre delle gonadotropine: “50 anni di successi: sono molecole sicure per stimolare ovaio e testicoli che hanno cambiato la storia di queste terapie”
Oggi una coppia italiana su 7 è infertile, 55.437 sono quelle che hanno intrapreso un percorso di procreazione assistita nel 2007, 10.000 i bimbi nati. Un successo, considerato che nel nostro Paese l’età media delle pazienti che utilizzano queste tecniche è di 36 anni e un parto su 4 avviene in ultraquarantenni, con percentuali di riuscita decisamente più basse. Il cammino è iniziato 50 anni fa, con la scoperta delle gonadotropine, sostanze utilizzate in tutto il mondo per stimolare ovaio e testicoli e indurre la gravidanza. In Italia sono state usate in oltre 200.000 cicli, nel solo triennio 2005-2008, per trattare donne con difficoltà di concepimento; così la stimolazione ovarica ha permesso a oltre 21.000 bambini di venire alla luce. È un bilancio tutto positivo quello della scoperta del Prof. Bruno Lunenfeld, ancora oggi alla base delle tecniche per la procreazione medicalmente assistita. Lo studioso è ospite d’onore al congresso dell’ISGE (International Society of Gynecological Endocrinology) di Firenze presieduto dal Prof. Andrea R. Genazzani, ordinario di medicina della procreazione e dell’età evolutiva dell’Università di Pisa. E per celebrare una delle pietre miliari che ha permesso di trattare in sicurezza milioni di donne è stato invitato il Prof. Lunenfeld, che terrà la lettura magistrale domani, sabato 6 marzo.“Lunenfeld fu pioniere nel trattamento basato su queste sostanze in grado di indurre ovulazioni e ottenere così il concepimento di un figlio da parte di coppie infertili – spiega il Prof. Genazzani – Ha seguito nei decenni l’evoluzione di questo settore, interpretando le varie applicazioni e consentendo a tutto il mondo scientifico di avere una visione generale su efficacia e sicurezza di queste sostanze, ad oggi le sole in grado di far maturare il follicolo ovarico, creando così i presupposti per il concepimento e la nascita di un bambino.” La storia inizia nel secolo scorso. “In Italia per ottenere gonadotropine di estrazione urinaria da donne in menopausa furono utilizzate le urine delle suore del Vaticano – continua il Prof. Genazzani – in questo modo le religiose contribuirono a rendere fertili un gran numero di donne che non riuscivano a concepire. L’evoluzione delle tecniche ha reso poi possibile riprodurre le gonadotropine in vitro con procedure di ingegneria genetica, inserendo i geni che codificano le proteine in batteri da cui sono state estratte le gonadotropine ricombinanti.” Sia quelle urinarie che ricombinanti sono state somministrate così a milioni di donne con problemi di infertilità e in uomini con ipogonadismo. “Negli anni sono stati affinati i processi di purificazione e l’efficacia del prodotto ha potuto essere verificata nel tempo – spiega il Prof. Lunenfeld, – consentendo di testarne l’utilità nell’infertilità, con l’importante azione di stimolazione follicolare, e la sicurezza”.
I livelli di purificazione delle gonadotropine di origine umana raggiunti sono infatti assoluti, le tracce di possibili contaminanti sono talmente minime da non avere mai causato danni pur essendo state utilizzate in milioni di casi. Le donne trattate con quelle di derivazione urinaria per infertilità sono state osservate per decenni dopo la terapia e mai è stato riportato in letteratura un solo problema relativo a contaminanti. Questo vale anche per l’utilizzo delle gonadotropine ricombinanti.
Concorda l’On. Giuseppe Palumbo, Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera e Professore di Ginecologia dell’Università di Catania: “Vorrei rassicurare le coppie che si rivolgono ai centri italiani di procreazione medica assistita sui trattamenti cui vengono sottoposte. Sappiamo che l’utilizzo delle gonadotropine per indurre l’ovulazione è sicuro. La paura di utilizzare estratti potenzialmente pericolosi per la salute è ormai superata. Per quanto riguarda la sicurezza delle gonadotropine di estrazione urinaria, dopo quasi 40 anni di commercializzazione posso affermare che non si sono osservati casi di trasmissione di malattie; è un rischio più ipotetico che reale, e d’altra parte le tecniche di estrazione si sono molto affinate e l’agenzia del farmaco, che ne monitora l’utilizzo, non ha mai rilevato problemi. E i risultati ottenuti, in termini di gravidanze, sono buoni”. Metodiche sempre più ricercate, un numero crescente di successi e controlli sulla sicurezza anche a distanza di molti anni sono oggi elementi capaci di dare speranze e tranquillità a molte coppie infertili. Ma gli esperti sottolineano, ancora una volta, di non aspettare troppo per affrontare una gravidanza. “Un aiuto alla famiglie giovani, con incentivi o bonus di vario genere, giunge dalle Istituzioni, ma bisogna operare concettualmente anche sulle persone. Nel nostro Paese abbiamo una legge ad hoc, sui cosiddetti ‘congedi parentali’, tra le più avanzate in Europa che nessun altro modello ha superato. Tuttavia non è bastata per invertire la tendenza di posticipare la prima gravidanza. Ciò avviene anche in altri stati europei, seppure in percentuale molto bassa, in Italia è forse più accentuato. È vero ci sono problemi economici, di casa, di affitto, che politica e Istituzioni possono aiutare a superare, ma di base è un problema di mentalità della società di oggi. Il mio consiglio – conclude il Prof. Genazzani – è ‘lavorare’ sui giovani per creare la consapevolezza che non tutto è possibile, che ognuno è libero di scegliere, ma che la biologia continua, pur con gli enormi progressi della medicina, ad imporci le sue leggi”.