In Emilia-Romagna la biopsia liquida per il tumore del seno metastatico potrebbe essere svolto a 750 pazienti ogni anno. L’esame consente di scoprire alcune mutazioni del DNA di un tumore. Da queste si può stabilire l’eventuale somministrazione di nuovi farmaci specifici. Vanno ora identificati quali saranno i laboratori, nell’ambito della rete oncologica regionale, autorizzati ad eseguire il test. È quanto si legge in un documento redatto da un panel di rappresentanti dei clinici e dei pazienti e che hanno partecipato al Tavolo multidisciplinare emiliano-romagnolo del progetto “Biopsia Liquida nel Carcinoma della Mammella Metastatico ER+ / HER2”. L’iniziativa intende proporre delle raccomandazioni per favorire un’applicazione, nei vari sistemi sanitari regionali, dei nuovi esami per la personalizzazione delle cure anticancro.
“Grazie all’innovazione in oncologia ora possiamo con un esame del sangue ottenere informazioni preziose che incentivano la medicina di precisione – sottolinea Nicola Normanno, Direttore Scientifico IRST “Dino Amadori” IRCCS Meldola -. Maggiori conoscenze sulla natura biologica dei tumori consentono anche una selezione migliore delle terapie. Evitare la somministrazione di cure inefficaci è oggi possibile grazie ad alcuni nuovi strumenti disponibili. Tra questi vi è anche la biopsia liquida che viene svolta con il sistema NGS-Next Generation Sequencing o sequenziamento parallelo, che costituisce la tecnologia di riferimento, ma anche dalla Digital Polymerase Chain Reaction (d-PCR). NGS è stata utilizzata all’inizio per la valutazione della risposta ad alcune terapie per il tumore polmonare non a piccole cellule; consente infatti di verificare la presenza o l’assenza di specifiche alterazioni molecolari sulle quali possono agire determinati farmaci. Adesso può essere utile anche nella neoplasia mammaria, ovvero la malattia oncologica più diffusa e frequente nel nostro Paese. Sette casi su dieci risultano positivi ai recettori ormonali e negativi per il recettore HER2 (ER+ HER-) e all’interno di questo sottogruppo alcuni tumori sviluppano la mutazione ESR1”. “La biopsia liquida può fare emergere o meno la presenza di uno dei principali meccanismi di resistenza ai trattamenti tradizionali nei casi di neoplasia ER+ HER2- – aggiunge Claudio Zamagni, Direttore Oncologia Medica Senologica e Ginecologica IRCCS Sant’Orsola Bologna -. A breve anche in Italia sarà disponibile un nuovo farmaco per le pazienti con mutazione ESR1. Si chiama Elacestrant ed è un un degradatore selettivo del recettore degli estrogeni (Serd). Ha dimostrato di essere efficace e di migliorare la sopravvivenza libera da progressione. Rappresenta quindi una nuova e valida opzione terapeutica in un sottogruppo di casi di carcinoma mammario particolarmente difficili da trattare”. “Stiamo lavorando per garantire a tutti i pazienti un accesso rapido e capillare alla biopsia liquida – sottolinea il dott. Mattia Altini, Direttore Assistenza Ospedaliera, Regione Emilia-Romagna -. Sul nostro territorio sono attivi da molti anni centri oncologici di assoluta eccellenza in ambito sia clinico che di ricerca”.