domenica, 7 luglio 2024
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8 Giugno 2018

PRESS BRIEFING – TUMORI DEL SENO E POLMONE: FUNZIONA LA COMBINAZIONE DI CHEMIOTERAPIA E IMMUNOTERAPIA

Chicago, 3 giugno 2018 – La combinazione di immunoterapia e chemioterapia è la strategia vincente nel trattamento di alcuni dei tumori più frequenti come quelli del seno e del polmone. Lo dimostrano diversi studi presentati al 54° Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) in corso a Chicago.
“L’immunoterapia sta rivoluzionando il modo di trattare i tumori e oggi alcune neoplasie, che un tempo erano solo trattabili, stanno diventando guaribili o cronicizzabili – spiega Giampaolo Bianchini del dipartimento di Oncologia Medica dell’Ospedale San Raffaele di Milano -. Le tre strategie da seguire nella lotta alla malattia sono costituite dall’uso sempre più preciso dei biomarcatori, dall’utilizzo dell’immunoterapia in fase più precoce e dalle strategie di combinazione dell’immunoterapia con altre armi come la chemioterapia”. Quest’ultima esercita un’azione in fase iniziale più veloce rispetto all’immunoterapia, che richiede invece un tempo di latenza di alcune settimane per agire sul sistema immunitario. In alcune patologie, è stata dimostrata la necessità di associare ai nuovi farmaci immunoterapici un trattamento chemioterapico che possa svolgere il ruolo di attivazione del rilascio di sostanze (antigeni) da parte delle cellule neoplastiche che, parallelamente alla stimolazione dei linfociti, permettano l’attivazione della risposta immunitaria. “In particolare nab-paclitaxel è un chemioterapico legato in nanoparticelle all’albumina, una proteina del plasma – afferma Bianchini -. Nab-paclitaxel, con un meccanismo di trasporto innovativo, arriva alla radice del tumore superandone la barriera stromale, target mai raggiunto dagli altri chemioterapici. Inoltre per la sua struttura arriva in concentrazioni maggiori a livello tumorale e non richiede premedicazioni con cortisone”. All’ASCO sono stati presentati i risultati di uno studio di fase II nel tumore mammario triplo negativo (prima dell’intervento chirurgico per ridurre le dimensioni del tumore): le pazienti trattate con la combinazione di nab-paclitaxel e immunoterapia hanno raggiunto un tasso di risposta completa del 48,3%.
“Non tutti i chemioterapici funzionano nello stesso modo, alcuni come nab-paclitaxel infatti sono in grado di favorire il ‘coinvolgimento’ del sistema immunitario perché inducono in modo più efficace la morte cellulare immunogenica – sottolinea Bianchini -. Ulteriori conferme sono state ottenute nel tumore polmonare non a piccole cellule squamoso dove in due studi, IMpower 131 in associazione con carboplatino e atezolizumab e KEYNOTE-407 in associazione a carboplatino e pembrolizumab, nab-paclitaxel ha mostrato importanti risultati in termini di efficacia”. Nello studio IMpower 131 la combinazione ha permesso di ridurre il rischio di morte del 29% rispetto alla sola chemioterapia e nello studio KEYNOTE-407 la combinazione ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale e ridotto il rischio di morte del 36% rispetto alla sola chemioterapia.
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