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2 Giugno 2017

SPECIALE ASCO 2017 – N.1, 2 giugno 2017

AL VIA IL 53° CONGRESSO DEGLI ONCOLOGI AMERICANI
Si è aperto oggi a Chicago il Congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), il più grande appuntamento mondiale dell’oncologia che vede la partecipazione di più di 30.000 specialisti da tutto il mondo e più di 2.100 studi presentati, a cui se ne aggiungono più di 2.900 pubblicati online. Con il tema: “Making a Difference in Cancer Care WITH YOU”, la Società americana quest’anno ha focalizzato l’attenzione sulla qualità di vita dei pazienti e sulla medicina di precisione. Dopo l’immunoterapia, la nuova frontiera della ricerca sono le mutazioni tumorali, che attraverso test sofisticati permetteranno un intervento terapeutico su misura.

AIOM: UN PAZIENTE SU CINQUE RISCHIA IL DEFAULT ECONOMICO
Il peso economico del cancro sul portafoglio degli Stati e dei singoli malati sta diventano sempre più pesante. Da un lato infatti le terapie innovative permettono di migliorare la sopravvivenza dei pazienti, di cronicizzare o, in alcuni casi, di sconfiggere la malattia, dall’altro pongono i Servizi Sanitari di fronte alla sfida della sostenibilità. Oltre 20 tipi di tumori sono stati trattati con uno o più dei 70 nuovi trattamenti lanciati negli ultimi 6 anni, portando la spesa mondiale per il cancro a 107 miliardi di dollari nel 2015. Ed è previsto un aumento di questa cifra fra il 7,5% e il 10,5% fino a raggiungere i 150 miliardi di dollari nel 2020. “Per la prima volta anche in Italia si comincia a parlare di ‘tossicità finanziaria’, la crisi economica individuale conseguente al cancro e alle sue cure – spiega il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM -. Fino a pochi anni fa era un problema confinato agli Stati Uniti, oggi interessa anche il nostro Paese. Un’analisi di 16 sperimentazioni condotte tra il 1999 e il 2015, a cui hanno partecipato 3.760 pazienti italiani, colpiti da tumore del polmone, della mammella o dell’ovaio, ha evidenziato che il 22,5% presentava ‘tossicità finanziaria’ e un rischio di morte nei mesi e anni successivi del 20% più alto rispetto ai malati senza problemi economici. L’analisi è stata condotta dall’Istituto Nazionale Tumori ‘Pascale’ di Napoli, si tratta di dati preoccupanti perché evidenziano come il contraccolpo finanziario dovuto alla malattia si riverberi in un peggioramento della prognosi”. Inoltre la spesa sanitaria pubblica italiana non riesce a tenere il passo con quella dell’Europa occidentale. Nel 2015, la spesa sanitaria totale ha assorbito in Italia circa il 9,0% del PIL mantenendo di fatto invariato il suo peso rispetto all’anno precedente; anche nei Paesi dell’Europa occidentale il rapporto tra spesa sanitaria totale e PIL si è mantenuto tendenzialmente stabile, ma su un livello maggiore e pari a circa il 10,4%. Nel 2015 in Italia la spesa per i farmaci anticancro è stata pari a 4 miliardi e 175 milioni, con un incremento del 7,1% rispetto al 2014. L’aumento è stato inferiore rispetto al biennio precedente (+9,6%), quando queste uscite erano passate da 3 miliardi e 557 milioni di euro (2013) a 3 miliardi e 899 milioni (2014). “È la dimostrazione che gli oncologi italiani sono sempre più attenti al valore dei trattamenti e alle esigenze di razionalizzazione delle risorse – sottolinea la dott.ssa Stefania Gori, presidente eletto AIOM -. Lo scorso ottobre è stato introdotto per la prima volta da parte del Governo un Fondo di 500 milioni di euro destinato ai farmaci oncologici innovativi. Una decisione importante che rappresenta il punto di partenza per un ‘Patto contro il cancro’, che veda insieme Istituzioni e clinici. In questo modo potrà essere realizzata un’unica strategia che governi e promuova la lotta ai tumori dalla prevenzione agli screening, dalle terapie innovative alla riabilitazione e alle cure palliative fino alla ricerca. Un’unica strategia con un’unica regia di governo”.

OTTO GIOVANI ITALIANI PREMIATI ALL’ASCO
Tra i migliori giovani ricercatori in oncologia al mondo figurano anche otto italiani, tra i 29 e i 36 anni, che si sono contraddistinti per l’innovatività delle loro ricerche e riceveranno il Conquer Cancer Foundation Merit Award durante il congresso ASCO 2017. Il riconoscimento è considerato il trampolino di lancio per la loro futura carriera. Emanuela Palmerini, 31 anni, lavora all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna e riceverà il Merit Award per la seconda volta per uno studio sull’osteosarcoma, un tumore raro che colpisce prevalentemente gli adolescenti. Daniele Rossini, il più giovane (29 anni), si interessa all’Università di Pisa della qualità di vita in pazienti con tumore del colon-retto. Matteo Lambertini, 31 anni, si occupa da tempo di cancro e maternità e attualmente lavora all’Institut Jules Bordet di Bruxelles con una borsa di studio ESMO. Lo studio che presenterà all’ASCO ha confrontato la prognosi di ex pazienti che hanno avuto un figlio dopo un carcinoma mammario ed ex pazienti senza figli. Sara Valpione, 34 anni, riceverà il premio di merito per uno studio sulla risomministrazione (re-challenge) della terapia target anti-BRAF in pazienti con melanoma avanzato che l’avevano interrotta. Ha iniziato il dottorato all’Istituto Oncologico Veneto (IOV) con una borsa di studio ESMO (European Society for Medical Oncology), ma attualmente si trova a Manchester (Regno Unito) al Christie Foundation Trust NHS Hospital. Loredana Puca, 32 anni, crea modelli di organi in 3D, i cosiddetti organoidi, alla Cornell University di New York per testare farmaci simulando in vivo quello che accade nell’organismo umano. Ora sta studiando una “smart bomb”, che colpisce in maniera selettiva le cellule che esprimono una specifica proteina caratteristica del tumore neuroendocrino della prostata. Giulia Leonardi, 32 anni, ha ottenuto il premio per il primo studio sulla tossicità di farmaci immunoterapici, anti-PD-1 e anti-PD-L1, in pazienti con tumore del polmone metastatico affetti anche da una malattia autoimmune. Lavora oggi alla Harvard University di Boston nell’ambito della specializzazione che sta svolgendo all’Università di Perugia. Vincenza Conteduca, 36 anni, ha come obiettivo la personalizzazione delle cure in pazienti con tumore della prostata. Oncologa all’Istituto Tumori della Romagna IRST IRCCS di Meldola (Forlì), tre anni fa ha vinto una borsa di studio dell’ESMO per portare avanti il suo progetto di ricerca all’Institute of Cancer Research (ICR) di Londra. Dal prossimo ottobre, sarà alla Cornell University di New York, dove continuerà a fare ricerca su nuovi biomarcatori del tumore della prostata. Lisa Derosa, 34 anni, studia l’impatto della flora intestinale e degli antibiotici sull’efficacia dell’immunoterapia, per individuare i batteri maggiormente implicati. La ricerca che presenterà all’ASCO ha analizzato queste variabili in tre tipi di tumore: del rene, del polmone e della vescica. Lisa Derosa sta attualmente conducendo i suoi studi di dottorato al Gustave Roussy Cancer Campus di Parigi.

CANCRO AVANZATO, L’INTERVENTO PSICOLOGICO FUNZIONA CONTRO IL DISTRESS
La diagnosi di tumore in stadio avanzato evoca un enorme disagio psichico (distress) nei pazienti che si sentono sopraffatti dalle sfide cui devono sottoporsi. In molti centri oncologici, tuttavia, non sono disponibili approcci sistematici per aiutare i malati e le famiglie ad affrontare il carico pratico ed emotivo del cancro avanzato. Lo studio CALM (Managing Cancer And LivingMeaningfully), presentato oggi alla conferenza stampa del congresso ASCO e illustrato dal dott. Gary Rodin del Princess Margaret Cancer Centre di Toronto nel pomeriggio, che prevedeva un breve intervento psicologico sui pazienti (sessioni orali di 45-60 minuti per 3-6 mesi con professionisti quali psichiatri, psicologi, medici specialisti in cure palliative) può alleviare il distress. Il 52% dei pazienti (numero totale 305) che ha ricevuto questa terapia ha notato importanti riduzioni dei sintomi depressivi, rispetto al 33% di quelli sottoposti alle cure attuali. L’effetto positivo è stato osservato a 3 mesi e si è mantenuto anche a 6 mesi (64% vs 35%), anche preparando i pazienti al fine-vita.
(Abstract LBA10001, Friday, June 2)

IL SUPPORTO PSICOLOGICO MIGLIORA LA QUALITÀ DI VITA E ABBASSA LO STRESS DOPO LA DIAGNOSI

Scoprire di avere un tumore ha un forte impatto non solo sulla qualità di vita, ma anche sul decorso della malattia e sulla tolleranza al trattamento. Tuttavia, ancora oggi, pochi pazienti ricevono un supporto psicologico. L’intervento psicologico basato su un programma di gestione dello stress via web (STREAM), sviluppato da oncologi e psicologi per aiutare i pazienti appena ricevuta la diagnosi, ha dimostrato la sua efficacia quando non sia possibile per i malati accedere direttamente a queste risorse sia a casa del paziente che presso l’ambulatorio. “Con questo intervento online, abbiamo sanato una frattura”, così ha dichiarato la dott.ssa Viviane Hess, oncologa all’Ospedale Universitario di Basilea in Svizzera, che ha presentato lo studio. L’intervento STREAM dura otto settimane, viene iniziato entro le prime 12 settimane dall’inizio della terapia antitumorale ed è basato sull’approccio cognitivo che si usa in psicoterapia ‘face-to-face’. Copre vari aspetti, come la reazione allo stress, la riduzione dello stesso, le sensazioni e le interazioni sociali. Per ogni aspetto trattato settimanalmente, i pazienti ricevono informazioni scritte e audio, che devono essere completare con esercizi e questionari. Il materiale è ogni settimana visionato da psicologi che offrono una guida scritta e personalizzata e un supporto attraverso un portale online sicuro. Lo studio rimarca l’efficacia del’intervento online, già utilizzato per ridurre l’ansia in pazienti depressi, che pur essendo meno impegnativo in termini di tempo per lo psicologo e più accettato dai malati ha mostrato ridurre lo stress a due mesi, con un punteggio FACIT-F (qualità di vita) di 8,59 punti più alto nel gruppo di intervento rispetto al controllo, e di distress da 6 a 4 punti nel gruppo trattato, rispetto al punteggio invariato (6 punti) nel controllo.
(Abstract LBA10002, Friday, June 2)

STILI DI VITA SANI DOPO LA DIAGNOSI DI TUMORE DEL COLON AIUTANO A VIVERE PIÙ A LUNGO
Uno studio condotto su 992 pazienti con tumore del colon in stadio III ha evidenziato che mantenendo uno stile di vita sano sia durante che dopo la terapia adiuvante, post-chirurgica, si abbassa del 42% il rischio di morte e si riduce il rischio di recidiva anche nei pazienti che seguono stili di vita meno sani. “Ci sono più di 1,3 milioni di sopravviventi al tumore del colon negli Stati Uniti – ha affermato Erin Van Blarigan, professore associato di Epidemiologia e Biostatistica all’Università della California di San Francisco -. Per rispondere ai bisogni e agli interessi dei pazienti, l’American Cancer Society (ACS) ha pubblicato nel 2012 il ‘Nutrition and Physical Activity Guidelines for Cancer Survivors’, ma non è ancora noto se seguendo queste linee guida si riesca a migliorare la prognosi”. I pazienti facevano parte di uno studio clinico iniziato nel 1999 ed erano stati arruolati a due tipi di chemioterapia adiuvante del tumore del colon per esaminare gli effetti dello stile di vita su recidiva e morte. Le raccomandazioni erano di mantenere un peso corporeo normale, fare regolare attività fisica e seguire una dieta ricca di cereali, vegetali e frutta e a basso contenuto di carne rossa e di insaccati. Anche l’alcol doveva essere limitato. Dopo un follow-up di 7 anni, i 91 sopravviventi con punteggi più alti di stile di vita sano (punti 5-6) mostravano un più basso rischio di morte e la tendenza a un minore rischio di recidiva rispetto ai 262 sopravviventi con punteggio più basso (punti 0-1). I pazienti che avevano altre malattie metaboliche, come diabete e cardiopatie, miglioravano i sintomi e la salute globale della persona seguendo le indicazioni dei medici. Gli autori, tuttavia, non suggeriscono che uno stile di vita sano possa sostituire la chemioterapia standard o altri trattamenti per il cancro, che invece hanno drammaticamente migliorato la sopravvivenza. Ma, i pazienti con tumore del colon possono essere ottimisti che mangiando in modo sano e facendo regolare attività fisica può mantenerli più sani e ridurre le probabilità che il cancro ritorni.
(Abstract 10006, Friday, June 2)

Lo Speciale ASCO 2017 è reso possibile grazie un education grant di Roche S.p.A

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