Il recettore inibitorio PD-1 (programmed cell death 1), espresso dalle cellule T attivate, modula negativamente le funzioni effettrici e limita la creazione di una memoria immune. Il blocco di PD-1 può mediare la regressione del tumore in una elevata percentuale di pazienti con melanoma, ma non è noto se questa sia associata a un’estensione della sopravvivenza o al mantenimento della risposta dopo che il trattamento sia stato interrotto. Ricercatori dei maggiori centri oncologici…
I pazienti con metastasi cerebrali di melanoma hanno una prognosi sfavorevole e storicamente sono stati esclusi dagli studi clinici. L’Expanded Access Program (EAP) ha offerto l’opportunità di valutare il possibile utilizzo di ipilimumab (3 mg/kg ogni 3 settimane per 4 dosi) in pazienti con melanoma in stadio 3 (non operabile) o 4 e metastasi cerebrali asintomatiche, nei quali i precedenti trattamenti avevano fallito o non fossero tollerati e che non avevano altre opzioni…
L’inibitore della chinasi BRAF, vemurafenib, disponibile per via orale, mostra tassi di risposta, di sopravvivenza libera da progressione (PFS) e globale (OS) migliori rispetto a dacarbazina nei pazienti con melanoma metastatico che presentano una mutazione BRAFV600. Ricercatori europei (in Italia, i gruppi della Fondazione IRCCS – Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Istituto Nazionale Tumori Fondazione ‘Pascale’ di Napoli, Istituto Oncologico Veneto di Padova, Ospedale…
Le opzioni di trattamento per i pazienti con melanoma BRAF ‘wild-type’ rimangono al momento limitate. Selumetinib, un inibitore di MEK 1/2, abbassa i livelli di pERK indipendentemente dallo stato di mutazione BRAF e NRAS, e la combinazione con docetaxel ha mostrato sinergia in modelli di xenotrapianto. Scopo dello studio, pubblicato sulla rivista Annals of Oncology, era valutare l’efficacia e la sicurezza di selumetinib e docetaxel nel trattamento di prima linea di…
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Questa pubblicazione è resa possibile da un educational grant di Bristol-Myers Squibb