domenica, 30 giugno 2024
Medinews
9 Giugno 2009

1981/2005 – 25 ANNI DI AIDS La malattia che ha cambiato il mondo raccontata dall’Ansa

IL VOLUME E’ IN VENDITA NELLE MIGLIORI LIBRERIE Nota dei Curatori Poche righe per spiegare la scelta delle notizie e la chiave di lettura di questo libro, che nasce da una selezione tra migliaia di lanci battuti dall’ ANSA a partire dal 1981, anno di scoperta dell’Aids, ad oggi, suddivisi per anno e preceduti da un breve commento. Dovendo raccontare, e in qualche modo ripercorrere i primi 25 anni di storia di questa malattia, abbiamo deciso di analizzare come la principale agenzia di stampa italiana, a cui attingono tutti i quotidiani, radio e televisioni, avesse trattato il “fenomeno Aids”. Una chiave di lettura non solo scientifica ma lo specchio di quanto, in questi anni, l’opinione pubblica ha recepito su uno degli argomenti medici emotivamente più rilevanti. Il lavoro, oltre a rappresentare – crediamo – un’importante documentazione storica, ha un duplice intento. Prima di tutto mostrare agli addetti ai lavori, gli infettivologi e i medici più in generale, abituati a misurare i progressi nella lotta all’infezione attraverso le pubblicazioni scientifiche, la percezione reale che il pubblico ha delle stesse notizie dopo l’elaborazione giornalistica. In secondo luogo, sottolineare come l’Aids è stato rappresentato nei suoi aspetti più squisitamente scientifici (l’individuazione del virus, la messa a punto dei primi farmaci, la ricerca di un vaccino, l’impegno dell’industria, delle Università) e in quelli più sociali (il diritto all’accesso ai farmaci, il dramma dei Paesi in via di sviluppo, le discriminazioni, lo stigma), con l’impegno di personaggi famosi che sono scesi in campo contro la malattia. Il libro, per quanto possibile, cerca di raccontare tutto ciò. Una piccola indagine “sociologica” degli ultimi 25 anni in Italia: la fotografia di come un virus sia riuscito a cambiare i comportamenti, il corso della storia e l’economia di molti Paesi. Francesco Marabotto, Mauro Boldrini, Sabrina Smerrieri, Gino Tomasini Prefazione Un quarto di secolo è trascorso da quel 5 giugno dell’81, quando a pagina 2 del report settimanale dei CDC di Atlanta venne riportata una notizia: si segnala un significativo aumento di casi di due malattie poco diffuse fra giovani omosessuali statunitensi. Una notizia che non venne ripresa dai grandi media, ma destinata a mutare la storia della medicina. L’Aids aveva fatto la sua comparsa. Una comparsa devastante, portatrice di morte, di sofferenza, di dolore, di discriminazione, di stigma. Una notizia passata in secondo piano, ma da lì a poco i media di tutto il mondo cominciarono ad occuparsi di questa infezione. Sempre con maggiore allarme e apprensione. L’Aids faceva sempre più paura: una malattia incurabile, subdola, un virus incontrollabile. Anche per i medici, anche per gli scienziati. Le notizie rimbalzavano dai laboratori, agli ospedali, dalle comunità di omosessuali, ai rappresentanti delle Istituzioni. E lo spazio sui media radio televisivi e della carta stampata si amplificava. Conquistava le prime pagine, i titoli di apertura. La gente voleva sapere, capire il potere terribile di questa malattia, questa nuova “peste” come qualcuno la battezzò. E rivendicava i suoi diritti: memorabili le manifestazioni delle associazioni gay americane, soprattutto di San Francisco che conquistarono gli spazi televisivi più importanti, con le scene delle cariche della polizia contro chi chiedeva l’accesso ai farmaci. E poi si aprì lo squarcio verso i Paesi in via di sviluppo, soprattutto dell’Africa subsahariana, dove l’infezione era diventata una piaga terribile, con milioni di vittime, milioni di esseri umani piegati dalla forza devastante di una malattia incurabile. Nessun’altra malattia come l’Aids è diventata una patologia mediatica. Nessun’altra malattia come l’Aids è stata documentata con tanta attenzione, nei suoi diversi aspetti: di ricerca, di assistenza, di discriminazione, di rivendicazione di diritti minimi e inalienabili come quello alla salute. E l’ANSA è stata in prima linea, seguendo gli avvenimenti più importanti, le scoperte più rilevanti, i drammi più eclatanti. Questo volume raccoglie solo alcuni dei lanci redatti dai nostri giornalisti in questi anni. I più significativi, certo. I più rilevanti che ci fanno capire come il progresso delle conoscenze viene garantito dal concorso di uomini e donne impegnati nei laboratori delle Università, delle industrie, degli ospedali, dall’attenzione delle Istituzioni, dei grandi organismi internazionali, dalle associazioni di pazienti, dai grandi testimonial (come non ricordare il contributo portato da Nelson Mandela nel rivendicare per la sua gente il diritto alla cura), ma anche dai giornalisti impegnati nella sensibilizzazione verso una malattia che continua a far paura. Perché la conoscenza e l’informazione combattono l’ignoranza. Che spesso miete più vittime di qualunque virus. Pierluigi Magnaschi – Direttore dell’ANSA
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