| | | | Anno I – Numero 27 – 26 novembre 2020 |
| | | Comitato scientifico editoriale: Giordano Beretta, Saverio Cinieri, Massimo Di Maio, Antonio Russo | Editore: Intermedia – Direttore Responsabile: Mauro Boldrini – Reg. Trib. di Brescia n.35/2001 del 2/7/2001 |
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| Si è svolto il 16 novembre l’incontro ufficiale fra il Direttivo FOCE, il Presidente del Consiglio e il Ministro della Salute
COVID, GLI OTTO PUNTI IRRINUNCIABILI PER TUTELARE I PAZIENTI CON TUMORI E MALATTIE DEL CUORE
La Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi e il Governo si impegnano a lavorare per la condivisione e la successiva realizzazione delle raccomandazioni per garantire la continuità di cura
| Il Lunedì 16 novembre si è svolto l’incontro ufficiale fra il Governo e FOCE, la federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi, per garantire ai pazienti più fragili la continuità di cura in emergenza Covid.Il Prof. Francesco Cognetti, presidente FOCE, ha illustrato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro della Salute Roberto Speranza i numerosi e importanti danni a carico degli undici milioni di italiani affetti da patologie oncologiche, ematologiche e cardiologiche durante la prima ondata della pandemia. Questi danni, ha sottolineato il prof. Cognetti, sono consistiti in: – Ritardi o cancellazioni di interventi chirurgici per tumore dovuti ad un affollamento fino all’intasamento delle terapie intensive; – Diminuzione dell’afflusso ai Pronto soccorso e alle unità di terapie intensive cardiologiche di pazienti con infarto del miocardio in fase acuta e ciò ha portato secondo i dati presentati dalla Società Italiana di Cardiologia ad un raddoppiamento della mortalità per questa patologia; – Circa il 20-30% dei trattamenti oncologici sono stati perlomeno ritardati, se non cancellati; – Arresto o forte rallentamento degli screening oncologici per la prevenzione di importanti tumori; – Quasi azzeramento dei controlli dei pazienti in follow up per patologie oncologiche, oncoematologiche o cardiologiche.
“Il complesso di queste gravi disfunzioni – ha evidenziato il prof. Cognetti -, ove perpetrato o riprodotto dalla situazione nella quale oggi ci troviamo, non potrà che produrre nei prossimi anni un importante effetto negativo per un aumento consistente di mortalità per queste patologie. Sostanzialmente negli ultimi decenni sono stati acquisiti grandissimi risultati nella prevenzione e nel trattamento delle patologie cardiovascolari, oncologiche e cardiologiche dovuti alla incredibile evoluzione della ricerca e dell’innovazione. Si rischia, in assenza di misure adeguate, di ritornare a venti anni fa in termini di risultati di mortalità in queste patologie”. C’è un dato nella evoluzione della pandemia che il Direttivo FOCE ha sottoposto all’attenzione del Presidente del Consiglio, in quanto di particolare rilevanza. Se attualmente il nostro Paese si colloca al settimo posto tra quelli europei per numero di contagi in rapporto alla popolazione e quindi nella media europea, il dato su cui accentrare l’attenzione è quello che riguarda il rapporto tra mortalità da Covid e contagi. Il dato riguarda il tasso di mortalità tra i contagiati che dopo la prima ondata è stato molto elevato (circa il 9%), ciò anche dovuto al basso numero del denominatore e cioè dei positivi ai tamponi che allora venivano eseguiti quasi esclusivamente nei pazienti sintomatici. ..continua a leggere
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RADIOTERAPIA ONCOLOGICA LA RISPOSTA GLOBALE AL COVID-19 DA PARTE DEI RADIOTERAPISTI ONCOLOGI
di Robert C. Miller, MD, MBA, FASTRO e C. Norman Coleman, MD, FASTRO
| La diffusione del COVID-19 in tutto il mondo ha messo in luce la necessità di una risposta globale coordinata. Sebbene gli ultimi 50 anni abbiano visto la globalizzazione dell’agricoltura, della manifattura, della produzione di energia e del commercio, gli aspetti dell’economia dei servizi che richiedono un’interazione faccia a faccia, come l’assistenza sanitaria, sono rimasti in gran parte focalizzati a livello nazionale.1 Al contrario, la ricerca in medicina e la pubblicazione accademica associata si sono rapidamente globalizzate a metà del XX secolo e il risultato sono le ampie reti di relazioni tra medici in Nord America, Sud America, Europa e Asia.2 Nel febbraio 2020, i radioterapisti oncologi hanno cominciato a discutere le implicazioni della diffusione del virus COVID-19 e il suo impatto sui pazienti, sulla forza lavoro e sull’attività clinica. I medici del Nord America hanno contattato i colleghi in Cina e in Italia per chiedere consigli su come prepararsi all’impatto della pandemia sulle operazioni cliniche. A partire dalla prima settimana di marzo, Advances in Radiation Oncology ha sollecitato manoscritti da oncologi di Wuhan, Shanghai e del Nord Italia, quindi, poco dopo, da Teheran, Parigi, Seattle e New York, città che hanno visto aumentare i tassi dei contagi.3 …. continua a leggere
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LO STUDIO | IL MINISTRO DELLA SALUTE | OMS | SCREENING COVID-19 DI SERIE IN PAZIENTI ASINTOMATICI IN TRATTAMENTO ONCOLOGICO
In uno studio realizzato in un singolo centro negli Emirati Arabi Uniti, riportato come lettera di ricerca in JAMA Oncology, Humaid O. Al-Shamsi e colleghi hanno riscontrato un alto tasso di contagi da COVID-19 tra i pazienti asintomatici con tumori solidi sottoposti a trattamento per il cancro.
I dettagli dello studio Lo studio comprendeva 109 pazienti in trattamento per tumori solidi senza sintomi COVID-19 che sono stati arruolati presso l’ospedale Al Zahra di Dubai, tra il 13 marzo 2020 e il 26 maggio 2020 e seguiti fino al 29 giugno 2020. …continua a leggere
IL SONDAGGIO
MENO PARTECIPAZIONE DEI PAZIENTI ONCOLOGICI AGLI STUDI CLINICI DURANTE LA PANDEMIA
Una parte dei pazienti oncologici potrebbe avere meno probabilità di essere arruolata in uno studio clinico a causa della pandemia in corso. Secondo un rapporto pubblicato su JAMA Oncology come lettera di ricerca da Mark E. Fleury e colleghi, quasi un paziente oncologico intervistato su cinque ha affermato che la pandemia lo renderebbe meno propenso a entrare in uno studio. Il motivo principale per non essere arruolati è stato il timore di esposizione a COVID-19..“Mentre la maggior parte dei pazienti è tuttora disponibile a prendere parte ad uno studio clinico durante la pandemia, il timore dell’esposizione a COVID-19 in seguito alla partecipazione agli studi può causare la rinuncia all’arruolamento di molti pazienti altrimenti interessati…continua a leggere
| SPERANZA, “PRIME DOSI VACCINO A INIZIO 2021, ECCO PRIORITÀ”
“Se, come tutti auspichiamo, i processi di validazione dovessero essere conclusi nelle prossime settimane, credo che potremo essere nelle condizioni già nella prima fase del 2021 di avere le prime dosi di vaccino” anti-Covid “e di poterle distribuire alla popolazione”, in base a “priorità che stiamo definendo”. Lo ha detto il Ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto all’incontro ‘Unione europea alla sfida del Covid-19’, un seminario organizzato dal Parlamento Europeo. “Dal mio punto di vista – ha precisato Speranza – in questo quadro i primi beneficiari saranno coloro che negli ospedali, nei presidi sanitari, ogni giorno sono in prima linea: il nostro personale sanitario. ..continua a leggere
VACCINO OXFORD
“EFFICACIA AL 90% CON UNA DOSE E MEZZA”
I dati preliminari di fase 3 sul vaccino anti Covid-19 sviluppato da Università di Oxford e Irbm di Pomezia, prodotto da AstraZeneca, mostrano per il farmaco un’efficacia del 70,4%: è efficace al 62% se somministrato in due dosi piene, ma se somministrato a una dose e mezza (mezza dose iniziale, una dose dopo un mese) l’efficacia è al 90%, con protezione e tollerabilità massima per le persone più anziane. I risultati del vaccino AstraZeneca sono “molto incoraggianti”, ha detto lo scienziato capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Soumya Swaminathan, in conferenza stampa a Ginevra. ..continua a leggere
| “SCONSIGLIATO L’USO DI REMDESIVIR”
Un panel di esperti internazionali che opera in seno all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sconsiglia l’utilizzo di remdesivir per Covid-19, indipendentemente da quanto siano gravi i malati. Perché non ci sono evidenze che ne migliori la sopravvivenza, né che incida sulla necessità di ventilarli. La raccomandazione arriva dal Gruppo OMS per lo sviluppo delle linee guida, secondo quanto riportato sulla rivista scientifica ‘BMJ’. Si tratta di un’indicazione che fa parte di una linea guida in itinere sviluppata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con il supporto metodologico della ‘Magic Evidence Ecosystem Foundation’, per fornire un orientamento affidabile per la gestione dei casi di Covid-19 e aiutare i medici a prendere le decisioni migliori per i loro pazienti, spiegano dall’OMS...continua a leggere
AIFA
“PRESTO NUOVE RACCOMANDAZIONI PER REMDESIVIR IN ITALIA” L’Agenzia Italiana del Farmaco “prende atto con estremo interesse della linea guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità appena pubblicata sull’autorevole rivista indipendente “The British Medical Journal”, che formula espressamente una raccomandazione negativa sul remdesivir” e annuncia la decisione di rivedere a sua volta le proprie raccomandazioni per l’uso del farmaco nei pazienti Covid in Italia. Secondo l’OMS, “l’antivirale remdesivir non è consigliato per pazienti ospedalizzati per Covid-19, a prescindere dalla gravità della malattia, perché al momento non ci sono prove che migliori la sopravvivenza o la necessità di supporto di ossigeno”. . continua a leggere
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