Oggi in Oncologia
Durvalumab after Chemoradiotherapy in Limited-Stage Small-Cell Lung Cancer
Background: Adjuvant therapy with durvalumab, with or without tremelimumab, may have efficacy in patients with limited-stage small-cell lung cancer who do not have disease progression after standard concurrent platinum-based chemoradiotherapy. Methods: In a phase 3, double-blind, randomized, placebo-controlled trial, we assigned patients to receive durvalumab at a dose of 1500 mg … (leggi tutto)
I tumori polmonari a piccole cellule (SCLC) rappresentano circa il 15% delle diagnosi di neoplasie polmonari e solo in una percentuale limitata di pazienti (1/3) vengono diagnosticati in stadio precoce. Il trattamento standard in questo caso è rappresentato da un trattamento chemio-radioterapico (CTRT) a base di platino ed etoposide, seguito da radioterapia encefalica profilattica (PCI) ove indicato. Nonostante la elevata chemio-radiosensibilità di questa patologia, la maggior parte dei pazienti trattati con CTRT concomitante recidiva entro 2 anni dalla diagnosi con mediane di sopravvivenza di circa 25-30 mesi e tassi di sopravvivenza a 5 anni del 29-30% (Faivre-Finn C et Al, Lancet Oncol 2017). Precedenti studi sulla terapia adiuvante e/o di mantenimento hanno fallito nel dimostrare un miglioramento significativo in termini di outcomes in questo setting di patologia (Antonuzzo L et Al, Lung Cancer, 2023).
Durvalumab è un anticorpo monoclonale, immunoglobulina G1 kappa (IgG1κ), interamente umano che blocca selettivamente l’interazione di PD-L1 e CD80 sui linfociti T attivati. Nello studio di fase III PACIFIC, durvalumab di consolidamento ha conferito un vantaggio statisticamente significativo in sopravvivenza libera da progressione (PFS) e sopravvivenza globale (OS) in pazienti con tumori polmonari non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzati non resecabili che avevano ricevuto un precedente trattamento CTRT concomitante a base di platino (Antonia S et Al, N Eng J Med, 2017).
Lo studio ADRIATIC è uno studio di fase III, multicentrico, randomizzato in doppio cieco, a due bracci controllato con placebo che ha confrontato durvalumab in monoterapia a dose di 1500 mg versus durvalumab (1500mg) in associazione a tremelimumab a dose di 75mg (per 4 somministrazioni) versus placebo ogni 4 settimane fino a 2 anni, nei pazienti con SCLC in stadio limitato che non documentavano progressione di malattia dopo il trattamento standard CTRT concomitante (Senan S et Al, Clin Lung Cancer 2020). I fattori di stratificazione dello studio comprendevano lo stadio di malattia (I o II) e aver ricevuto una radioterapia profilattica encefalica (sì vs no). I due endpoint primari dello studio erano la OS e la PFS del braccio trattato con durvalumab versus placebo secondo revisione centralizzata. Tra gli obiettivi secondari erano compresi la risposta radiologica (ORR), la PFS a 18 e 24 mesi, la OS a 24 e 36 mesi e il tasso di eventi avversi.
Tra il 2018 e il 2021, 730 pazienti affetti da SCLC in stadio limitato sono stati randomizzati (1:1:1) a ricevere durvalumab (n=264), durvalumab e tremelimumab (n=200) o placebo (n=266) al termine del trattamento CTRT. I risultati dell’interim analysis recentemente pubblicata (Cheng Y et al, New Eng J Med 2024) ad un follow-up mediano di 37.2 mesi, hanno evidenziato una significativa riduzione del rischio di morte a favore del braccio trattato con durvalumab (OS 55.9 vs 33.4 mesi, HR 0.73; 98.231% CI 0.54-0.98, p=0.01); il vantaggio si è confermato anche in termini di PFS ad un follow-up di 27.4 mesi (PFS durvalumab vs placebo: 16.6 vs 9.2 mesi, HR 0.76; 97.195% CI 0.59-0.98, p=0.02). Per quanto riguarda la risposta radiologica al trattamento, il 30.3% dei pazienti ha documentato una risposta nel braccio trattato con durvalumab, mentre il 53.7% ha raggiunto stabilità di malattia. La durata media di mantenimento della risposta è stata rispettivamente di 33 mesi nel braccio durvalumab e 27.7 mesi nel braccio placebo. In particolare, a distanza di 18 mesi, il 71% dei pazienti trattati con durvalumab manteneva la risposta mentre nel braccio di controllo questa quota si attestava al 55%. Il beneficio dell’utilizzo di durvalumab si è mantenuto in tutti i sottogruppi, indipendentemente dalla schedula di somministrazione radioterapica o dall’aver ricevuto una PCI. In particolare, durvalumab sembrerebbe essere più efficace nei pazienti che ricevevano carboplatino o che venivano trattati precocemente entro i 14 giorni dal termine della CTRT.
Per quanto riguarda il profilo di sicurezza, il tasso di eventi avversi di grado 3 o 4 è stato sostanzialmente sovrapponibile nei due gruppi di trattamento (24.4% vs 24.2%). Il tasso di polmoniti/polmoniti post-attiniche è stato rispettivamente del 38.2% (3.1% G3-G4, 0.4% [n=1] G5) nel braccio durvalumab e 30.2% (2.6% G3-G4) nel braccio placebo. Gli eventi avversi che hanno portato ad un’interruzione del trattamento si sono verificati nel 16.4% del braccio durvalumab e 10.6% nel braccio placebo. Tra gli effetti avversi immuno-correlati, i più frequenti sono stati rappresentati da ipotiroidismo e polmonite.
I dati dello studio ADRIATIC rappresentano un’importante novità nel trattamento del SCLC in stadio limitato. In particolare, i risultati sono consistenti con quelli riportati precedentemente nel NSCLC localmente avanzato non resecabile dallo studio PACIFIC (Spigel et Al, J Clin Onc, 2022), suggerendo il potenziale effetto biologico del trattamento CTRT nella modifica del microambiente tumorale con aumento della sensibilità all’immunoterapia. L’anticipazione dell’impiego di immunoterapia in setting precoci di malattia potrebbe modificare l’algoritmo terapeutico delle linee successive/avanzate nel SCLC in cui la fattibilità di un rechallenge con immunoterapia potrebbe essere determinata dall’entità di risposta e dal tempo intercorso dall’ultima terapia.
In conclusione, i dati riportati dallo studio ADRIATIC hanno dimostrato che l’aggiunta di durvalumab di consolidamento comporta un beneficio significativo sia in PFS che OS nei pazienti con SCLC localmente avanzato in risposta dopo CTRT concomitante, costituendo un nuovo potenziale standard di cura.
Tivozanib plus nivolumab versus tivozanib monotherapy in patients with renal cell carcinoma following an immune checkpoint inhibitor: results of the phase 3 TiNivo-2 Study
Background: Immune checkpoint inhibitors (ICIs) and vascular endothelial growth factor receptor tyrosine kinase inhibitors are cornerstones of first-line treatment for advanced renal cell carcinoma; however, optimal treatment sequencing after progression is unknown. This study aimed to assess clinical outcomes of tivozanib–nivolumab … (leggi tutto)
Le combinazioni tra immune checkpoint inhibitors (ICIs), ipilimumab e nivolumab, e le associazioni tra ICIs ed inibitori tirosin-chinasici (TKIs), rappresentano il principale trattamento di prima linea nei pazienti con carcinoma renale metastatico (mRCC) a cellule chiare. I pazienti in progressione a questi trattamenti, ricevono solitamente una monoterapia di seconda linea con un TKI. Tuttavia, rimangono aperte molte domande circa la corretta sequenza terapeutica da attuare. Una possibile strategia è rappresentata dal re-challenge di ICIs dopo progressione ad una precedente immunoterapia, tuttavia il beneficio di tale strategia non è chiaro.
Lo studio internazionale, multicentrico, di fase 3, TiNivo-2, ha arruolato pazienti con mRCC a cellule chiare, che avevano ricevuto 1 o 2 linee precedenti di terapia, inclusa una con ICIs, a ricevere tivozanib (0.89 mg al giorno) in combinazione con nivolumab (480 mg ogni 4 settimane) o tivozanib da solo (1.34 mg al giorno). Come specificato nello studio, l’uso di un dosaggio minore nel gruppo di combinazione è stato reso necessario dal riscontro di un tasso più elevato di ipertensione severa. Un dato interessante sui criteri d’inclusione riguarda l’arruolamento di pazienti la cui terapia appena precedente non fosse basata su un ICI (circa 30% in entrambi i gruppi). Questa informazione è stata usata come fattore di stratificazione pre-specificato (ICI vs. non ICI, come linea terapeutica appena precedente) per verificare se eventuali resistenze agli ICIs potessero essere superate dopo una pausa dall’immunoterapia.
Lo studio ha randomizzato 1:1, in aperto, un totale di 343 pazienti a ricevere tivozanib + nivolumab o tivozanib da solo. Tra le caratteristiche dei pazienti è importante notare che più del 30% dei pazienti in entrambi i gruppi aveva già ricevuto due linee di terapia, definendo così una popolazione con basse possibilità di risposta.
L’endpoint primario dello studio, ovvero la sopravvivenza libera da progressione (PFS) valutata da revisione radiologica centralizzata, non è stato raggiunto. Infatti, ad una mediana di follow-up di 12 mesi, la PFS era di 5.7 mesi per tivozanib + nivolumab e 7.4 mesi per tivozanib (HR 1.10, IC 95% 0.82-1.43, p=0.49).
Nella popolazione di pazienti la cui terapia immediatamente precedente era un ICI, la PFS è stata di 7.4 mesi con la combinazione e di 9.2 mesi con la monoterapia (HR 1.15, IC 95% 0.82–1.62, p=0.43). In questa popolazione, quindi, tivozanib come agente singolo ha mostrato una PFS numericamente superiore, seppur non statisticamente significativa. Tuttavia, questa maggior efficacia potrebbe anche essere attribuita al più alto dosaggio usato nel gruppo di monoterapia.
Per coloro la cui terapia più recente non era un ICI, la PFS è stata di 3.7 mesi in entrambi i gruppi. Questa bassa performance deriva verosimilmente dal fatto che questa popolazione era prevalentemente nella terza linea di trattamento, quindi a peggior prognosi. Tuttavia, al contrario di quanto ci si aspetterebbe, la PFS di questi pazienti non ha avuto un miglioramento con la combinazione, suggerendo che eventuali resistenze sviluppate agli ICIs in prima linea non vengano superate da una pausa dall’immunoterapia.
Non è stato identificato alcun sottogruppo che abbia tratto un chiaro beneficio dalla combinazione. Per quanto riguarda gli endpoints secondari, la combinazione di tivozanib + nivolumab non ha migliorato significativamente né la sopravvivenza globale (OS), sebbene i dati siano ancora immaturi, né il tasso di risposte obiettive (ORR), rispetto al solo tivozanib.
Il profilo di sicurezza di tivozanib è rimasto coerente con quello osservato nei precedenti studi (TIVO-3). Circa il 60% dei pazienti ha riportato eventi avversi di grado 3 o superiore, con l’ipertensione come il più comune. Gli eventi avversi di qualsiasi grado erano simili per entrambi i gruppi, tuttavia alcuni eventi avversi sono risultati numericamente inferiori nel braccio di combinazione, nel quale il dosaggio inferiore di tivozanib potrebbe aver contribuito a migliorarne la tollerabilità.
In conclusione, con questo studio ci sono ormai prove sufficienti per non raccomandare l’uso in sequenza o il re-challenge di ICIs nel trattamento dei pazienti con mRCC a cellule chiare. I TKIs in monoterapia restano lo standard dopo il fallimento di una prima linea a base di ICIs. I recenti risultati dello studio CONTACT-03 supportano ulteriormente questa conclusione. Qui, i pazienti con mRCC in progressione a precedente terapia a base di ICIs, venivano randomizzati a ricevere cabozantinib o cabozantinib + atezolizumab. A differenza di TiNivo-2, sono diversi sia il TKI che l’ICI, inoltre erano inclusi solo i pazienti la cui terapia appena precedente fosse un ICI. Lo studio non ha mostrato alcun vantaggio significativo della terapia di combinazione in termini di PFS, ORR e OS.
Sebbene non fosse tra gli endpoint dello studio TiNivo-2, la monoterapia con tivozanib come seconda linea ha mostrato una PFS (9.2 mesi) sovrapponibile a quella di cabozantinib nello studio CONTACT-03 (10.8 mesi), con i limiti del confronto tra studi diversi. Comunque, tivozanib, alla dose di 1.34 mg, potrebbe configurarsi come possibile alternativa a cabozantinib in questo setting, sebbene siano necessari ulteriori studi.
Infine, nei pazienti trattati con tivozanib come terza linea, la PFS mediana è stata di 5.5 mesi, simile a quella dello studio TIVO-3, ma riflettendo qui una popolazione più rappresentativa della pratica clinica, poiché trattata in precedenza con combinazioni a base di ICIs. Questo suggerisce che tivozanib potrebbe essere considerato come un’opzione valida anche in terza linea, sebbene non ci siano ancora dati disponibili a riguardo.
Trastuzumab Deruxtecan after Endocrine Therapy in Metastatic Breast Cancer
Background: Outcomes in patients with hormone receptor-positive metastatic breast cancer worsen after one or more lines of endocrine-based therapy. Trastuzumab deruxtecan has shown efficacy in patients with metastatic breast cancer with low expression of human epidermal growth factor receptor 2 (HER2) after previous chemotherapy … (leggi tutto)
Lo studio dimostra che i pazienti con carcinoma mammario metastatico ormonoresponsivo e con bassa espressione di HER2 (HER2-low e ultralow), al fallimento dei trattamenti endocrini, mostrano un significativo miglioramento della sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) con il trattamento con trastuzumab deruxtecan (T-DXd) rispetto alla chemioterapia tradizionale.
Il DESTINY-Breast06 è uno studio di fase 3, multicentrico e aperto, che ha arruolato 866 pazienti con carcinoma mammario metastatico positivo ai recettori ormonali (HR+)/HER2-low (espressione di HER2 all’immunoistochimica 1+ o 2+ con FISH non amplificata) e ultralow (espressione di HER2 all’immunoistochimica compresa tra 0 e 1). I pazienti sono stati randomizzati a ricevere T-DXd o chemioterapia standard. L’obiettivo principale è valutare il beneficio in termini di PFS nella popolazione HER2-low.
Nei 713 pazienti HER2-low, la PFS è stata di 13,2 mesi per il gruppo trattato con T-DXd, rispetto agli 8,1 mesi dei pazienti trattati con chemioterapia (aumento statisticamente e clinicamente significativo). 152 pazienti sono stati classificati come HER2-ultralow: anche in questo gruppo di pazienti, seppur esploratorio, si è registrato un incremento in termini di PFS sovrapponibile al precedente (da 13.2 a 8.3 mesi). Il beneficio persiste anche nei pazienti pretrattati con CDK4/6i ed è indipendente dal tipo di chemioterapia utilizzata nel braccio di controllo.
Sebbene gli anticorpi coniugati (ADCs) siano generalmente ben tollerati, si manifestano tossicità che sembrano essere correlate sia al payload che all’anticorpo. Nel trial DESTINY-Breast06, le tossicità più comuni associate a T-DXd sono state la nausea, la fatigue e l’alopecia. Gli eventi avversi gravi si sono verificati in percentuale maggiore nel gruppo del T-DXd (53% vs 44%), con un’incidenza di polmonite interstiziale da farmaco dell’11,3%. Tipologia e incidenza degli eventi avversi sembrano ricalcare quelli degli studi precedenti.
Sulla base di questi risultati, T-DXd è da considerarsi il nuovo standard terapeutico come trattamento di prima linea per il carcinoma mammario metastatico HR+/HER2-low e ultralow, al fallimento dei trattamenti endocrini.
Altri ADCs hanno dimostrato la loro efficacia nel carcinoma mammario metastatico HR+: l’ADC TROP2 Sacituzumab Govitecan, che utilizza un payload di topoisomerasi diverso, ha dimostrato un miglioramento della PFS e della sopravvivenza globale OS in pazienti con malattia HR+/HER2-negativa pretrattati con endocrinoterapia e chemioterapia. Un nuovo ADC TROP2, Datopotamab Deruxtecan, ha mostrato un’efficacia significativa nel migliorare la PFS nel carcinoma mammario HR+ metastatico, sebbene non incrementi l’OS.
Lo studio DESTINY-Breast06 dimostra che il T-DXd rappresenta una valida opzione terapeutica per i pazienti con carcinoma mammario metastatico HR+/HER2-low e ultralow.
Tuttavia: l’efficacia di T-DXd nel carcinoma HER2-null (HER2 0 all’immunoistochimica) è ancora da verificare; studi preclinici suggeriscono che gli ADC potenziano la risposta immunitaria, ma la sinergia del T-DXd in combinazione con l’immunoterapia è ancora oggetto di studio. non è chiara l’ottimale sequenza degli ADC: l’efficacia è guidata dal targeting dell’anticorpo o dal payload utilizzato? Gli studi in corso e studi accademici di sequenza potranno fornirci risposte adeguate nel prossimo futuro.
In Europa
FDA Approves Ribociclib with an Aromatase Inhibitor and Ribociclib and Letrozole Co-pack for Early High-Risk Breast Cancer
Oct 28, 2024 – On 17 September 2024, the US Food and Drug Administration (FDA) approved ribociclib (Kisqali, Novartis Pharmaceuticals Corporation) with an aromatase inhibitor for the adjuvant treatment of adults with hormone receptor (HR)-positive, human epidermal growth factor receptor 2 (HER2)-negative stage II and III early breast cancer at high risk of … (leggi tutto)
Cabozantinib Improves PFS in Patients with Previously Treated, Progressive Advanced Extrapancreatic or Pancreatic Neuroendocrine Tumours
Oct 25, 2024 – In a phase III CABINET study, cabozantinib significantly improved progression-free survival (PFS) as compared with placebo in patients with previously treated, progressive extrapancreatic or pancreatic neuroendocrine tumours. No overall survival (OS) difference between the study groups has been observed; however, OS data were not mature at the time of the analyses … (leggi tutto)
Women Diagnosed with Early Breast Cancer Since 2000 Have About a Fifth Lower Rate of Distant Recurrence Than Those Diagnosed in the 1990s
Oct 24, 2024 – Of the 652258 women with early breast cancer in the Early Breast Cancer Trialists’ Collaborative Group (EBCTCG) database on 17 January 2023, patient-level data were available from 151 randomised trials that included 155746 women. Data strongly suggest that long-term estimates of the annual risk of distant recurrence in women with early-stage breast cancer are lower for patients diagnosed since 2000 than in earlier decades … (leggi tutto)
Adding Pembrolizumab to Trastuzumab and Chemotherapy Prolongs OS in First-Line Treatment for Unresectable or Metastatic HER2-positive Gastric/GEJ Adenocarcinoma
Oct 23, 2024 – In a phase III, international, double-blind, randomised, placebo-controlled KEYNOTE-811 study, adding pembrolizumab to trastuzumab and chemotherapy provided a significant improvement in overall survival (OS) as compared with trastuzumab and chemotherapy alone as first-line therapy for patients with unresectable or metastatic HER2-positive gastric or gastro-oesophageal junction (GEJ) adenocarcinoma … (leggi tutto)
Dall’FDA
The OncFive: Top Oncology Articles for the Week of 10/20
Oct 26, 2024 – Rivoceranib/camrelizumab NDA resubmission accepted for unresectable hepatocellular carcinoma, with a target action date of March 2025. Acalabrutinib, venetoclax, and rituximab achieved a 100% overall response rate in treatment-naive mantle cell lymphoma. FDA approved a companion diagnostic for zolbetuximab in CLDN18.2+ gastric cancer ... (leggi tutto)
FDA Roundup: October 25, 2024
Oct 25, 2024 – Today, the U.S. Food and Drug Administration is providing an at-a-glance summary of news from around the agency: Today, the FDA updated the advisory for the outbreak of E. coli O157:H7. A specific ingredient has not yet been confirmed as the source of the outbreak, but most sick people report eating McDonald’s ... (leggi tutto)
FDA Grants Priority Review to TLX101-CDx for Glioma Imaging
Oct 24, 2024 – Key Takeaways: The FDA has accepted the NDA for 18F-FET, granting it priority review, with a decision expected by April 2025. 18F-FET addresses limitations of conventional MRI in glioma imaging and may serve as a companion diagnostic for 131I-IPA. 131I-IPA is under investigation in clinical trials for glioblastoma, showing safety, tolerability, and promising ... (leggi tutto)
FDA Approves Companion Diagnostic for Zolbetuximab in CLDN18.2+ Gastric/GEJ Cancer
Oct 22, 2024 – Key Takeaways: The Ventana® CLDN18 (43-14A) RxDx Assay identifies CLDN18.2 protein expression for zolbetuximab eligibility in gastric or GEJ adenocarcinoma patients. Zolbetuximab, combined with chemotherapy, is approved for first-line treatment of HER2-negative, CLDN18.2-positive gastric or GEJ adenocarcinoma. Phase 3 SPOTLIGHT and GLOW ... (leggi tutto)
$76 Million in Illegal E-Cigarettes Seized in Joint Federal Operation
Oct 22, 2024 – Today, the U.S. Food and Drug Administration, in collaboration with U.S. Customs and Border Protection (CBP), announced the administrative seizure of approximately three million units of unauthorized e-cigarette products, with an estimated retail value of $76 million. The seizures were part of a July joint operation to examine incoming shipments and prevent illegal e-cigarettes from entering the country ... (leggi tutto)
Dall’ASCO
Personalizing Treatment Decisions for Locally Advanced Rectal Cancer to Balance Quality of Life, Function, and Cancer Control
Oct 23, 2024 – Key Points: Total neoadjuvant therapy (TNT), inclusive of systemic therapy and radiotherapy, is recommended for patients with T3-4 or N-positive disease with high-risk factors for recurrence. Preoperative systemic therapy and selective omission of radiotherapy is recommended for patients with T3 or N-positive disease interested in surgical management who have mid-upper rectal cancer amenable to low anterior resection without risk factors for locoregional … (leggi tutto)
Identifying the Optimal Approach to Resectable NSCLC: Should All Patients Receive Perioperative Immunotherapy?
Oct 23, 2024 – Key Points: Recent regulatory approvals of immune checkpoint inhibitors (ICIs) in the neoadjuvant, adjuvant, and perioperative settings have changed the treatment paradigm for patients with resectable non–small cell lung cancer (NSCLC). Perioperative pembrolizumab is approved for resectable NSCLC, regardless of PD-L1 or mutational status, based on its improvement of overall survival (OS) … (leggi tutto)
Redesigning Care Coordination: What is the Role of Oncology Coordinators in Facilitating Transitions of Care?
Oct 23, 2024 – Key Points: Transitioning care between health care settings is a vulnerable time for patients with cancer and provides the opportunity for improvement of care coordination. Implementation of an oncology care coordination program is a feasible approach to address care gaps when responsibilities are specifically outlined and accompanied by adequate training in system-wide processes … (leggi tutto)
Pillole dall’AIFA
29 ottobre 2024 – Autorizzazione Convegni e Congressi: consuntivazione eventi conclusi
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29 ottobre 2024 – Webinar EMA sull’invio dei dati sulle Officine di produzione e le loro fasi di produzione
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28 ottobre 2024 – Nota Informativa Importante su medicinali a base di tiocolchicoside
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28 ottobre 2024 – A Roma i Direttori delle Agenzia Europee di Health Technology Assessment
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25 ottobre 2024 – Informazione in merito al medicinale Translarna (ataluren)
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24 ottobre 2024 – Nota Informativa Importante su medicinali contenenti 5-fluorouracile
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24 ottobre 2024 – Monitoraggio della spesa farmaceutica (gennaio – aprile 2024)
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24 ottobre 2024 – Monitoraggio della spesa farmaceutica gennaio-aprile 2024
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23 ottobre 2024 – Attivazione web e pubblicazione schede di monitoraggio – Registro JAYPIRCA
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23 ottobre 2024 – Aggiornamento Registro Multifarmaco PPP, per i farmaci sottoposti a programma di prevenzione della gravidanza
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23 ottobre 2024 – Il CdA AIFA approva 6 farmaci
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22 ottobre 2024 – Aggiornamento sul Registro Studi Osservazionali (RSO)
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