martedì, 21 gennaio 2025
Medinews
19 Febbraio 2013

LA BIOPSIA DEL LINFONODO SENTINELLA PERMETTE LA DIFFERENZIAZIONE DEI PAZIENTI CON MELANOMA IN STADIO III

La prognosi del melanoma in stadio III con l’utilizzo della biopsia del linfonodo sentinella è molto variabile, ma l’analisi CART (analisi degli alberi di classificazione e regressione) dei fattori prognostici permette l’identificazione di sottogruppi a basso rischio ai quali potrebbe non essere somministrata la terapia adiuvante. Nel melanoma la biopsia del linfonodo sentinella porta spesso a rilevare un carico tumorale minimo nei linfonodi. Sebbene tutti i pazienti con positività linfonodale siano considerati allo stadio III della malattia, esiste controversia sulla necessità di attuare una terapia adiuvante in tutti quelli che sono risultati linfonodo-positivi. I ricercatori dell’Università di Louisville hanno condotto un’analisi post-hoc di uno studio prospettico multi-istituzionale di pazienti con melanoma con spessore di Breslow ≥ 1.0 mm. Tutti i pazienti erano stati sottoposti a biopsia del linfonodo sentinella e una linfoadenectomia completa è stata eseguita nei pazienti che presentavano metastasi linfonodali. Nello studio pubblicato sulla rivista Annals of Surgical Oncology (leggi abstract), sono state condotte analisi di Kaplan-Meier della sopravvivenza libera da malattia (DFS) e della sopravvivenza globale (OS) e analisi univariata e multivariata con regressione di Cox, oltre ad analisi CART. In totale, sono stati valutati 509 pazienti con linfonodi sentinella positivi. I fattori indipendenti di rischio di una OS peggiore includevano spessore, età, genere, presenza di ulcerazione e positività dei linfonodi non sentinella (metastasi linfonodali evidenziate con la linfoadenectomia completa). In analisi di Kaplan-Meier, DFS e OS peggioravano con l’aumentare del numero di linfonodi sentinella positivi e del numero totale di linfonodi positivi (sentinella e non sentinella). All’analisi CART, i tassi di OS a 5 anni variavano tra l’84.9% (nelle donne: spessore < 2.1 mm, età < 59 anni, nessuna ulcerazione e linfonodi non sentinella negativi) e il 14.3% (negli uomini: spessore ≥ 2.1 mm, età ≥ 59 anni, presenza di ulcerazione e linfonodi non sentinella positivi): sono stati identificati 6 sottogruppi distinti con una OS a 5 anni superiore al 70%. In conclusione, anche dopo l’introduzione della valutazione del linfonodo sentinella, il melanoma in stadio III è associato a un ampio intervallo di prognosi. L’analisi CART dei fattori prognostici permette però la separazione di sottogruppi a basso rischio per i quali la terapia adiuvante può non essere necessaria.
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