La prognosi del melanoma in stadio III con l’utilizzo della biopsia del linfonodo sentinella è molto variabile, ma l’analisi CART (analisi degli alberi di classificazione e regressione) dei fattori prognostici permette l’identificazione di sottogruppi a basso rischio ai quali potrebbe non essere somministrata la terapia adiuvante. Nel melanoma la biopsia del linfonodo sentinella porta spesso a rilevare un carico tumorale minimo nei linfonodi. Sebbene tutti i pazienti con positività linfonodale siano considerati allo stadio III della malattia, esiste controversia sulla necessità di attuare una terapia adiuvante in tutti quelli che sono risultati linfonodo-positivi. I ricercatori dell’Università di Louisville hanno condotto un’analisi post-hoc di uno studio prospettico multi-istituzionale di pazienti con melanoma con spessore di Breslow ≥ 1.0 mm. Tutti i pazienti erano stati sottoposti a biopsia del linfonodo sentinella e una linfoadenectomia completa è stata eseguita nei pazienti che presentavano metastasi linfonodali. Nello studio pubblicato sulla rivista Annals of Surgical Oncology (
leggi abstract), sono state condotte analisi di Kaplan-Meier della sopravvivenza libera da malattia (DFS) e della sopravvivenza globale (OS) e analisi univariata e multivariata con regressione di Cox, oltre ad analisi CART. In totale, sono stati valutati 509 pazienti con linfonodi sentinella positivi. I fattori indipendenti di rischio di una OS peggiore includevano spessore, età, genere, presenza di ulcerazione e positività dei linfonodi non sentinella (metastasi linfonodali evidenziate con la linfoadenectomia completa). In analisi di Kaplan-Meier, DFS e OS peggioravano con l’aumentare del numero di linfonodi sentinella positivi e del numero totale di linfonodi positivi (sentinella e non sentinella). All’analisi CART, i tassi di OS a 5 anni variavano tra l’84.9% (nelle donne: spessore < 2.1 mm, età < 59 anni, nessuna ulcerazione e linfonodi non sentinella negativi) e il 14.3% (negli uomini: spessore ≥ 2.1 mm, età ≥ 59 anni, presenza di ulcerazione e linfonodi non sentinella positivi): sono stati identificati 6 sottogruppi distinti con una OS a 5 anni superiore al 70%. In conclusione, anche dopo l’introduzione della valutazione del linfonodo sentinella, il melanoma in stadio III è associato a un ampio intervallo di prognosi. L’analisi CART dei fattori prognostici permette però la separazione di sottogruppi a basso rischio per i quali la terapia adiuvante può non essere necessaria.