MEDICINA OMEOPATICA E TRATTAMENTO ANTI-CANCRO
Una revisione della letteratura ad opera di studiosi del Royal London Homoeopathic Hospital ha recentemente richiamato l’attenzione sulla validità dell’omeopatia. Le terapie omeopatiche, infatti, sono spesso consigliate per contrastare gli effetti avversi del trattamento oncologico. Su questo punto l’analisi, pubblicata dalla Cochrane Library (leggi abstract originale), rassicura parzialmente riguardo l’assenza di effetti avversi e di interazione del trattamento omeopatico con le cure anticancro, ovviamente dopo validazione dei risultati con altri studi. Viene confermata in due studi diversi l’efficacia della calendula ad uso topico nella profilassi della dermatite acuta indotta da radioterapia e del collutorio Traumeel S nella stomatite indotta da chemioterapia. Per la valutazione dei trattamenti omeopatici, gli autori hanno eseguito una ricerca, aggiornata a novembre 2008, sui seguenti database: Cochrane PaPaS Trials Register; Cochrane Central Register of Controlled Trials (CENTRAL); MEDLINE; EMBASE; CINAHL; BNI; CancerLIT; AMED; CISCOM; Hom-Inform; SIGLE; National Research Register; Zetoc; www.controlled-trials.com; clinicaltrials.gov; Liga Medicorum Homeopathica Internationalis (LMHI, Liga) conference proceedings. Due autori hanno rivisto indipendentemente i criteri di inclusione degli studi e due hanno estratto i dati: sono stati considerati solo studi randomizzati e controllati su pazienti (di ogni età) con diagnosi clinica ed istologica di cancro (in tutti gli stadi), ai quali erano somministrati i farmaci omeopatici, ed hanno quindi preso contatto con aziende produttrici, ricercatori e medici interessati. Tre revisori hanno valutato indipendentemente la qualità degli studi usando la Delphi List e lo strumento fornito dalla Cochrane Collaboration per determinare il rischio di bias. In caso di disaccordo veniva raggiunto un consenso. Otto studi controllati (7 verso placebo e uno verso trattamento attivo) per un totale di 664 partecipanti hanno incontrato i criteri di inclusione fissati: 3 erano sugli effetti avversi della radioterapia, 3 su quelli avversi della chemioterapia e 2 sui sintomi della menopausa associati al trattamento per il cancro alla mammella. Sono 2 gli studi, a basso rischio di bias, che hanno mostrato il beneficio del trattamento omeopatico: il primo su 254 donne con cancro alla mammella ha evidenziato la superiorità della calendula per uso topico, rispetto a trolamina (antinfiammatorio non steroideo), nella prevenzione della dermatite indotta da radioterapia e il secondo su 32 bambini ha dimostrato la superiorità del collutorio Traumeel S (nome brevettato del complesso omeopatico) sul placebo nella stomatite indotta da chemioterapia. Altri 2 studi hanno mostrato risultati positivi, sebbene il rischio di bias non fosse chiaro, e 4 studi invece erano negativi. La validità della medicina omeopatica è limitata quindi a due studi su otto e non esistono evidenze sulla validità delle terapie omeopatiche nella prevenzione degli effetti avversi di altri trattamenti anticancro, anche se non sono state osservate interazioni tra i due trattamenti. Gli autori consigliano quindi di adottare con cautela le terapie omeopatiche e di sentire sempre il parere del medico, e sollecitano d’altra parte la conduzione di nuovi studi per convalidare i risultati osservati.