domenica, 30 giugno 2024
Medinews
22 Febbraio 2012

META-ANALISI DI STUDI RANDOMIZZATI CONTROLLATI SULLA TERAPIA TARGET ANTI-VEGF NEL CARCINOMA RENALE AVANZATO

Rispetto al solo interferone, questi agenti migliorano la sopravvivenza libera da progressione e offrono benefici terapeutici significativi nella malattia metastatica

L’immunoterapia che è stata utilizzata nella pratica medica per più di 20 anni si è dimostrata efficace nel trattamento del carcinoma renale metastatico. La terapia con anti-angiogenici è stata solo recentemente identificata quale promettente strategia terapeutica per questa forma tumorale. Lo studio pubblicato sulla rivista Journal of Huazhong University of Science and Technology [Medical Sciences] (leggi abstrat originale) ha valutato l’efficacia della terapia target anti-VEGF (vascular endothelial growth factor) per il carcinoma renale metastatico in relazione a quella offerta dall’immunoterapia. Urologi cinesi del Second Affiliated Hospital of Nanchang University hanno condotto una ricerca sui database elettronici degli studi clinici randomizzati controllati (RCT) che avevano esaminato farmaci anti-VEGF (sorafenib, sunibitinib e bevacizumab) in combinazione a interferone (IFN) o placebo nel trattamento del carcinoma renale metastatico. I dati raccolti sono stati oggetto della meta-analisi: sono stati inclusi 7 RCT che avevano coinvolto 3451 pazienti. I risultati dell’analisi hanno mostrato che gli agenti anti-VEGF avevano migliorato la sopravvivenza libera da progressione (PFS) e offerto un sostanziale beneficio clinico ai pazienti con carcinoma renale metastatico. Tra questi, sunitinib ha mostrato una percentuale di risposta globale (ORR) più alta di IFN (47% vs 12%; p < 0.000001). Bevacizumab, in associazione a IFN, ha prodotto una superiore PFS [risk ratio (RR): 0.86, intervallo di confidenza (IC) 95%: 0.76 – 0.97; p = 0.01] e ORR (RR: 2.19, IC 95%: 1.72 – 2.78; p < 0.00001) nei pazienti con carcinoma renale metastatico, rispetto al solo IFN, ma ha anche mostrato un incremento del 31% del rischio di effetti tossici gravi (RR: 1.31, IC 95%: 1.20 – 1.43; p < 0.00001), sempre rispetto al solo IFN. La sopravvivenza globale (OS) è stata prolungata da sorafenib (17.8 mesi) e sunitinib (26.4 mesi), rispetto a IFN (13 mesi). In conclusione, rispetto alla terapia con solo IFN, le terapie target anti-VEGF hanno migliorato la PFS e raggiunto significativi benefici terapeutici nel carcinoma renale metastatico. Tuttavia, secondo gli autori, il rapporto rischio-beneficio di questi agenti deve essere ulteriormente valutato.


Renal Cancer Newsgroup – Numero 1 – Febbraio 2012
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