domenica, 30 giugno 2024
Medinews
26 Novembre 2010

NEFRECTOMIA CITORIDUTTIVA NEL CARCINOMA RENALE METASTATICO E TERAPIE TARGET

Nessuna differenza significativa sulla risposta tumorale o sulla sopravvivenza è stata evidenziata nei pazienti trattati sia con l’associazione che con la sola terapia target

Ricercatori dell’Asan Medical Center, University of Ulsan College of Medicine di Seoul hanno esaminato il valore della nefrectomia citoriduttiva in pazienti con carcinoma renale metastatico nell’era delle terapie target. Hanno condotto una revisione delle cartelle cliniche di 78 pazienti trattati con terapie target per il carcinoma renale metastatico tra il 2006 e il 2009. Quarantacinque pazienti sono stati sottoposti a nefrectomia citoriduttiva seguita da terapia target (gruppo NC) e 33 sono stati trattati solo con la terapia target (non-NC). Gli autori dello studio pubblicato nella rivista Journal of Urology (leggi abstract originale) hanno stimato la sopravvivenza libera da progressione e globale usando le curve di Kaplan-Meier. Il significato prognostico di ogni variabile è stato valutato con il modello di regressione del rischio proporzionale di Cox. Le variabili clinico-patologiche non sono risultate diverse nei due gruppi eccetto per il performance status di Karnofsky e le caratteristiche sarcomatoidi. La percentuale di risposta al trattamento non variava nei due gruppi (23.1% vs 30.3%; p = 0.488); la sopravvivenza mediana libera da progressione era 11.7 e 9.0 mesi nei gruppi NC e non-NC (p = 0.270) e la sopravvivenza mediana globale era 21.6 e 13.9 mesi, rispettivamente (p = 0.128). In analisi multivariata, il performance status di Karnofsky (HR 2.9, IC 95%: 1.4 – 5.7; p = 0.003) e le caratteristiche sarcomatoidi (HR 2.9, IC 95%: 1.3 – 6.7; p = 0.013) sono stati evidenziati quali unici fattori predittivi indipendenti di sopravvivenza libera da progressione. Il perfomance status di Karnofsky (HR 3.3, IC 95%: 1.7 – 6.5; p = 0.001), le caratteristiche sarcomatoidi (HR 2.7, IC 95%: 1.2 – 6.2; p = 0.021) e le metastasi epatiche (HR 2.7, IC 95%: 1.0 – 7.1; p = 0.045) erano invece fattori predittivi indipendenti associati alla sopravvivenza globale. Gli autori indicano la necessità di attuare studi clinici prospettici per confermare i risultati di questo studio.


Renal Cancer Newsgroup – Numero 11 – Novembre 2010
TORNA INDIETRO