domenica, 30 giugno 2024
Medinews
20 Dicembre 2010

QUALITÀ DELL’INFORMAZIONE: TERAPIA SISTEMICA, PROGNOSI E SORVEGLIANZA DEL TUMORE AL RENE

Un’analisi in diverse tipologie di ospedali ha evidenziato la non uniformità delle relazioni cliniche, necessarie quindi nuove direttive per migliorare la qualità di cura del paziente

Relazioni cliniche sulle nefrectomie, ottenute dal LA County Tumor Registry, sono state esaminate per valutare se fossero sufficienti a permettere ai medici e specialisti di usare i nomogrammi prognostici, personalizzare la sorveglianza, arruolare i pazienti in trial adiuvanti e selezionare la terapia sistemica per il carcinoma renale. Gli elementi chiave delle relazioni cliniche, identificati dal College of American Pathology (CAP) e utilizzati in modelli prognostici per il carcinoma renale, sono stati estratti. Il tipo di ospedale è stato codificato in: di comunità, universitario o oncologico specialistico. La qualità della relazione clinica è stata valutata invece per tipo di ospedale e per anno. I ricercatori dell’Istituto di oncologia urologica dello UCLA Department of Urology di Los Angeles hanno selezionato 344 campioni, di questi 317 (92.2%) sono stati inclusi nell’analisi dello studio. Le dimensioni del tumore e lo stato dei margini tumorali sono sempre stati riportati. Il 90.2% e l’84.2% delle relazioni cliniche hanno fornito dati sull’istologia e sul grado Fuhrman, ma la classificazione dei tumori è stata omessa nel 27.8% dei casi. L’invasione microvascolare e la necrosi erano riportate meno frequentemente (rispettivamente 44.5% e 25.6%). Solo il 59.9% delle relazioni cliniche rientrava nei criteri dettati dalle linee guida del CAP su classificazione, margini, dimensioni, istologia e grado tumorale. Due nomogrammi prognostici (sistema Stadio, Dimensione, Grado e Necrosi e di Kattan) sono stati raramente utilizzati (15.8% e 12.3%, rispettivamente), mentre il sistema integrato di stadiazione dello UCLA (ISS-UCLA) è stato applicato più spesso (65.6%). Le discrepanze, che rientravano nelle linee guida del CAP tra ospedali di comunità, universitari e oncologici specialistici, corrispondevano al 54.7%, 70.5% e 75%, rispettivamente, delle relazioni cliniche (p = 0.0102). Lo studio pubblicato sul British Journal of Urology International (leggi abstract originale) conclude che l’attuale descrizione della malattia nelle relazioni cliniche del carcinoma renale non raggiunge l’obiettivo di soddisfare le linee guida del CAP, non permette l’uso di sistemi prognostici e può ostacolare l’arruolamento in trial adiuvanti e la selezione dei pazienti per la terapia sistemica. Importanti discrepanze nelle relazioni cliniche esistono tra le diverse tipologie di ospedali, dove i centri oncologici specialistici sono quelli che danno un’informazione più esaustiva. Ogni tentativo in questo senso può aiutare ad ottenere relazioni cliniche sistematiche, complete e clinicamente rilevanti per migliorare la qualità dell’assistenza ai pazienti con carcinoma renale.


Renal Cancer Newsgroup – Numero 12 – Dicembre 2010
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