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20 Ottobre 2014

RAMUCIRUMAB E PACLITAXEL VS PLACEBO E PACLITAXEL IN PAZIENTI CON ADENOCARCINOMA AVANZATO DELLO STOMACO O DELLA GIUNZIONE GASTRO-ESOFAGEA PRECEDENTEMENTE TRATTATI: STUDIO RAINBOW DI FASE III, RANDOMIZZATO, IN DOPPIO CIECO

La combinazione con ramucirumab sembra migliorare significativamente la sopravvivenza globale rispetto al solo paclitaxel. VEGFR-2 avrebbe un ruolo nella patogenesi e progressione del tumore allo stomaco. Ricercatori afferenti al gruppo dello studio RAINBOW hanno esaminato se ramucirumab, un anticorpo monoclonale antagonista di VEGFR-2 somministrato in combinazione con paclitaxel, potesse migliorare la sopravvivenza globale dei pazienti con tumore gastrico avanzato, precedentemente trattati, rispetto a placebo e paclitaxel. Questo studio randomizzato, controllato verso placebo, in doppio cieco, di fase III, è stato condotto in 170 centri distribuiti in 27 Paesi dell’America Settentrionale e Meridionale, in Europa, Asia e Australia. I pazienti di età ≥ 18 anni con adenocarcinoma gastrico o della giunzione gastro-esofagea in stadio avanzato, che avevano sviluppato progressione della malattia entro 4 mesi dalla chemioterapia di prima linea (contenente derivato del platino e fluoropirimidina, in associazione o meno a una antraciclina), sono stati randomizzati (1:1) con sistema vocale interattivo centralizzato o via web a ramucirumab (8 mg/kg) o placebo per via endovenosa nei giorni 1 e 15, in associazione a paclitaxel (80 mg/m2) per via endovenosa nei giorni 1, 8 e 15, di ogni ciclo di 28 giorni. È stata utilizzata una randomizzazione a blocchi scambiati, poi stratificati per regione geografica, per il tempo alla progressione durante la terapia di prima linea e per la misurabilità della malattia. Endpoint primario era la sopravvivenza globale. L’analisi di efficacia era per ‘intention-to-treat’ e l’analisi di sicurezza ha incluso tutti i pazienti che avevano ricevuto almeno un trattamento con il farmaco in studio. Lo studio RAINBOW si è concluso e i pazienti che ancora ricevono il trattamento con il farmaco sono stati inclusi nella fase di estensione dello studio. Tra il 23 dicembre 2010 e il 23 settembre 2012 sono stati randomizzati 665 pazienti: 330 a ramucirumab e paclitaxel e 335 a placebo e paclitaxel. Nello studio pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology (leggi abstract), la sopravvivenza globale è risultata significativamente più lunga nel braccio con ramucirumab e paclitaxel, che in quello con placebo e paclitaxel (mediana 9.6 mesi, IC 9%%: 8.5 – 10.8, vs 7.4 mesi, IC 9%%: 6.3 – 8.4; hazard ratio 0.807, IC 95%: 0.678 – 0.962; p = 0.017). Eventi avversi di grado 3 o superiore che si sono manifestati in più del 5% dei pazienti nel gruppo con ramucirumab e paclitaxel vs placebo e paclitaxel includevano neutropenia (133 di 327 pazienti [41%] vs 62 di 329 [19%]), leucopenia (57 [17%] vs 22 [7%]), ipertensione (46 [14%] vs 8 [2%]), fatigue (39 [12%] vs 18 [5%]), anemia (30 [9%] vs 34 [10%]) e dolore addominale (20 [6%] vs 11 [3%]). L’incidenza di neutropenia febbrile di grado 3 o superiore era bassa in entrambi i gruppi (10 [3%] vs 8 [2%]). In conclusione, la combinazione di ramucirumab e paclitaxel ha significativamente aumentato la sopravvivenza globale, rispetto a placebo e paclitaxel, e potrebbe quindi essere considerata come un nuovo trattamento standard di seconda linea nei pazienti con tumore gastrico avanzato.
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